Starace Achille

Starace Achille

18 Agosto 1889 - 29 Aprile 1945

Note sintetiche

Causa della morte: Esecuzione
Occupazione: Politico

Scheda

Nato a Sannicola di Gallipoli (Le) il 18 agosto 1889, da Luigi e Francesca Vetromile.

Convinto interventista e militare di carriera, partecipò alla Grande Guerra guadagnandosi una promozione a capitano, una medaglia d’argento, quattro di bronzo, due croci di guerra.

Aderì fin dalla prima ora al movimento dei fasci e ne divenne segretario a Trento, distinguendosi per la ferocia durante le azioni squadristiche. Alla fondazione del Partito nazionale fascista (PNF) del novembre 1921, fu nominato vicesegretario insieme a Giuseppe Bastianini e Attilio Teruzzi.

Il 28 ottobre 1922 partecipò alla marcia su Roma ed entrò nel Gran consiglio del fascismo, massimo organo direttivo del partito. Venne eletto deputato nel 1924, nel 1926 divenne vicesegretario del partito e dal 1931 al 1939 segretario nazionale.

Nelle vesti di nuovo segretario, Starace fece approvare un nuovo statuto che sanciva una forte dipendenza del partito da Mussolini e svuotava nei fatti il Gran consiglio di ogni potere reale. Inoltre, inglobò nel PNF alcune organizzazioni quali l’Opera nazionale dopolavoro (OND) e promosse la funzione dell’Opera nazionale Balilla (ONB) e di tutto il movimento giovanile fascista. Tale iniziativa diede vita nel 1937 ad un’unica organizzazione: la Gioventù italiana del Littorio (GIL).
Questo Ente raccoglieva sia l’ONB, che i Fasci giovanili e le Giovani fasciste, arrivando a gestire l’intera gioventù dai sei, ai ventun anni. Per il mondo studentesco universitario invece, Starace promosse la costituzione dei Littoriali dello sport, con il quali si valorizzava l’attività sportiva e agonistica ed ogni altra iniziativa culturale esaltando la funzione dei Gruppi universitari fascisti (GUF), attraverso strumenti come il Cine-GUF ed i Littoriali della cultura.

La propaganda di Starace trovò particolare interesse nella promozione di tutti quegli usi e costumi volti all’unità del partito come esempio di rettitudine e virtù. Introdusse il saluto romano, l’uso del voi e di Duce al posto di Capo, l’uso sfacciato di simbologia e medaglie sulle divise militari, il divieto di usare parole di origine straniera, organizzò i giochi ginnici, i raduni oceanici e l’istituzione del ‘sabato fascista’. Sostanzialmente, si adoperò per trasformare il partito in una organizzazione popolare indirizzata all’esclusivo consenso verso il Duce.

Starace si rivelò uno strumento molto efficace delle direttive di epurazione di Mussolini verso quei dirigenti locali del PNF divenuti politicamente ‘ingombranti’. Vittima di questa strategia fu, tra i tanti, Leandro Arpinati, segretario della federazione di Bologna, che venne cacciato dal partito e messo al confino. Arpinati aveva sempre manifestato insofferenza per l’ala intransigente del fascismo e verso i tentativi di Starace di militarizzare il partito e il Paese. Stessa sorte subirono anche tutti i sostenitori di Arpinati.

Durante la guerra d’Etiopia volle dare l’esempio dello spirito guerriero che avrebbe dovuto animare l’uomo fascista, partecipando attivamente al conflitto e distinguendosi per la sua crudeltà verso i prigionieri etiopi.

Caduto in disgrazia perché inviso alla maggior parte dei dirigenti fascisti, nonché allo stesso Mussolini, Starace fu rimosso dall’incarico di segretario nell’ottobre del 1939 e venne destinato ad incarichi minori, fino al suo primo arresto il 28 luglio 1943, poco dopo la caduta di Mussolini.
Successivamente si rifugiò in Lombardia a casa di amici, ma fu nuovamente arrestato su richiesta diretta dello stesso Mussolini che lo accusò di cospirazione, poi in seguito altre volte venne incarcerato, fino a quella definitiva che avvenne dopo la liberazione e che si concluse con la condanna e la sua fucilazione il 29 aprile 1945 a Milano in piazzale Loreto.

Riferimenti biografici: Treccani.it

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