Specchio

Specchio

Scheda

"Quest’istromento ha una storia remotissima. Assiri, indiani, cinesi, ebrei li costruirono di metallo; gli egizi anche di vetro, come ne esistono nel museo di Torino; in Grecia erano celebri quelli di bronzo bianco di Corinto (lega di rame, stagno e arsenico); Brindisi fu l’emula di Corinto nella fabbricazione ed a Roma, metropoli del lusso, si usarono specchi d’argento e d’oro. Con il volgere del tempo si imparò a fabbricarli di vetro Lo qual di retro a sé piombo nasconde (Par. II – 89)

e fu gloria dei veneziani nell’anno stesso in cui Dante poneva mano all’immortale poema (1296). Aristotele aveva però già accennato alla foglia di metallo sottoposta alla lastra vitrea per riprodurre le immagini. Famoso nella tradizione è lo specchio di Salomone, costituito di sette metalli diversi e rispondente come un oracolo durante il novilunio. In Germania specialmente lo specchio è stromento di superstizione, e in certe notti, al lume di candela, lo consultano le zitelle come l’amante tassiana consultava il cristallo lucido e netto, Ai misteri d’Amor ministro eletto (Ger. Lib. XVI. 20)

Se quest’oggetto così comune non ebbe mai grande importanza nelle istorie, ha esempio di classico splendore nelle sue applicazioni metaforiche per la meravigliosa sua funzione che non è solo di vanità, ma è, sopra tutto di verità. Perocché “lo specchio insegna che la Verità allora è in sua perfezione quando l’intelletto si conferma con le cose intellegibili, come lo specchio è buono quando rende la vera forma della cosa che vi risplende” (Ripa); e nuda è sempre raffigurata la Verità, con lo specchio in mano, il quale indefettibilmente restituisce l’immagine con fedeltà anche impietosa. Così – Kestner, promotore della revisione del processo Dreyfus (giardini del Lussemburgo a Parigi – scultore Dalon – 1908). Virtute andava intorno con lo speglio / Che fa veder nell’anima ogni ruga (Orl. Fur. XII). Dice Astarotte, il diavolo sofista del Pulci: Dove sempre ogni cosa in uno specchio / Il futuro e il preterito è presente (Morg. Magg.).

Lo specchio è indicato come segno della docilità, perché riceve tutto quanto gli si presenta davanti- Se Demostene studiava le pose oratorie davanti alla luce levigata, prima di lui Socrate aveva esortato i suoi discepoli a riguardarvi sé stessi, intendendo che lo specchio è testimone dei difetti dell’individuo e utile ammonitore; così che si debba quasi ricorrere allo specchio per la cognizione delle proprie attitudini e delle proprie facoltà prima di operare; da ciò il simbolo dell’esame scientifico, della prudenza, della circospezione, della riflessione (in senso morale); per le quali figurazioni è usato lo specchio, tal volta attorniato da un serpente. Es.: la Prudenza dell’ospitale del Ceppo a Pistoia (Della Robbia), e quella di S. Andrea della Valle (Domenichino); la Lia, simboleggiante la vita attiva, sulla tomba di Giulio II (Michel Angelo). Anche la giurisprudenza – la quale deve esaminare, risolvere ed eseguire, regolando l’opinione e l’azione con somma cautela e con il sicuro documento della realtà – viene rappresentata con lo specchio. Es.: la Giurisprudenza delle logge vaticane (Raffaello)."

Testo tratto da: Giovanni Cairo, "Dizionario ragionato dei simboli", Ulrico Hoepli, Milano, 1922 (febbraio 2022). Per approfondire il tema della simbologia funeraria ottocentesca cliccare qui.

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