Salta al contenuto principale Skip to footer content

Societa' Protettrice delle Belle Arti

1848 | 1874

Schede

11 febbraio 1848. Alcuni amatori delle Belle Arti, tra i quali il marchese Carlo Bevilacqua (1803-1875), fondatore della Cassa di Risparmio, consigliere comunale e direttore del Liceo Filarmonico, e i pittori Francesco Cocchi e Ottavio Campedelli, costituiscono una società che ha come fine la resurrezione delle arti - considerate molto decadute - attraverso l'acquisto di dipinti e sculture. Esse vengono ordinate in una esposizione annuale e quindi distribuite a sorte tra i soci, che contribuiscono alla società pagando ciascuno una piccola somma triennale. Per gli scettici l'iniziativa non è sufficiente a promuovere le “grandi imprese dell'arte”, perché i giovani possono trovare qui “un facile mercato senza gravi studi e gravi fatiche”. I difensori dell'Accademia, in primis il segretario Cesare Masini, temono che una Società promotrice finisca per allontanare gli artisti dai suoi principi, in particolare dall'esercizio della pittura di storia, considerata genere predominante. Sulle opinioni diverse in merito alla nascita della Protettrice vi è anche Enrico Bottrigari che così ricorda nel 1848 nella sua 'Cronaca di Bologna' (Zanichelli, 1960): "Per cura di alcuni amatori delle Arti-Belle si va ad istituire fra noi una Società di 300 individui che, contribuendo per tre anni uno scudo ogni trimestre, si formerà una somma annua da erogarsi nell’acquisto d’opere d’arte che in seguito di pubblica esposizione al finire d’ogni anno, saranno distribuite per sorteggio a’ socj. Vorrebbe ognuno che questa istituzione valesse a far risorgere le arti nostre, ahi troppo decadute: ma è a temersi che questa benefica misura non sia per raggiungere il nobile scopo che si propone, probabilmente perché di tal guisa si promuoveranno gl’interessi de’ mediocri ingegni, ma non si offra stimolo alle grandi imprese dell’arte!"

La Società Protettrice delle Belle Arti decollerà senza indecisioni dal 1853, dopo l'elezione alla presidenza dell'Accademia di Bevilacqua. L'anno seguente, guidata dal conte Camillo Salina (1782-1855), accademico dell'Istituto delle Scienze e socio della Società Agraria, conterà già quattrocento soci, compreso il cardinale Legato Amat e affiancherà la propria esposizione a quella accademica, mostrando fin da subito "una propria autonomia di critica e di gusto" (Maugeri Iozzi). Dal 19 ottobre al 12 novembre 1854, nelle sale dell'Accademia, si svolge la prima Esposizione della Società Protettrice di Belle Arti, che raccoglie “gli artisti frequentatori della città e gli amatori del Bello”. La Società è aperta, oltre che agli aristocratici e agli uomini di cultura, anche ad esponenti dell'alta borghesia cittadina. La sua nascita è stata confermata il 30 marzo 1853 dal Ministero dei Lavori pubblici. Secondo il suo lo statuto, in occasione della mostra annuale prevista, artisti nazionali e locali possono esporre le proprie opere e il pubblico può acquistarle. Un espediente messo in campo fin dalla prima edizione - mutuato dalla Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti di Roma - è la possibilità per i soci di vincere le opere degli artisti mediante estrazione a sorte. Nella prima settimana d'apertura l'ingresso è riservato ai soci e il 5 novembre avverrà il primo sorteggio. Nel discorso della premiazione, tenuto da Marco Minghetti, sarà messo in evidenza il binomio arte-industria.

Nel 1864 la Società Protettrice organizza, nelle sale dell'Accademia, l'annuale esposizione concorso di belle arti. Tra le poche opere degne d'attenzione vi è il quadro storico di Luigi Busi (1837-1884), che rappresenta Torquato Tasso malato ed il Cardinale Cinzio Aldobrandini nel convento di S. Onofrio in Roma, giudicato "egregia pittura sia per l'esecuzione, il bel luogo, il colorito, non che per l'espressione delle figure" (Bottrigari). Molto lodato è anche un Tramonto nella pineta di Ravenna di Luigi Bertelli (1858-1920) e una scultura in gesso rappresentante una schiava a grandezza naturale dello scultore Carlo Monari (1831-1918). Diverse opere vengono acquistate dalla Casa Reale ed altre dalla stessa Protettrice. Nel 1868 il pittore Raffaele Faccioli (1845-1915) ottiene un importante riconoscimento all'Esposizione: un suo quadro, intitolato Giorno dei morti, è acquistato dalla Casa Reale.

La Protettrice concluderà nel 1874 "la propria funzione di svecchiamento delle posizioni artistiche locali" (Pasquali) e sospenderà le attività per mancanza di fondi e di interesse da parte dei sostenitori. Alcuni eventi sono comunque documentati anche tra il 1886 e il 1888.

In collaborazione con Cronologia di Bologna della Biblioteca Sala Borsa.