Sfera armillare

Sfera armillare

XIX sec.

Scheda

La sfera armillare, nonostante possa presentarsi in versioni anche molto differenti tra loro, è uno strumento astronomico impiegato per dimostrare il moto e determinare la posizione degli astri attorno alla sfera celeste. Inventata presumibilmente nel 255 a.C. da Eratostene (276-72 a.C. - 196-92 a.C.), generalmente rappresenta al centro la Terra con il suo “asse del mondo”, i cui estremi identificano i poli nord e sud, secondo la concezione tolemaica dell’universo geocentrico, anche se esistono varianti più tarde, come quella in esposizione, che pongono il Sole al centro in base alla successiva visione eliocentrica copernicana.

Prende nome dai suoi elementi costitutivi, le armille [der. di armus «omero», indicante un bracciale ornamentale in uso nella Roma antica], ovvero anelli graduati metallici variamente intrecciati fra loro in modo da poter rappresentare i principali circoli della sfera celeste quali i meridiani, i paralleli, l’equatore, l’eclittica e in alcuni casi altre circonferenze come la linea dell’orizzonte. Nella sfera esposta, un'asse centrale collega un polo all’altro e attraversa una sfera in legno rappresentante il Sole, posizionato nell’esatto centro della struttura. Sullo stesso asse, si ritrova imperniata una circonferenza in parte mobile e più piccola rispetto a quelle esterne, sulla quale una ancor più piccola circonferenza metallica sorregge due sfere raffiguranti rispettivamente la Terra, di colore marrone scuro e probabilmente in legno, con il suo satellite distinguibile dal colore bianco. Lo strumento si compone di altre circonferenze più esterne alla sfera celeste, che rappresentano due paralleli e due meridiani celesti oltre alla linea dell’equatore celeste graduata. Inclinata rispetto all’anello dell’equatore, si ritrova un’altra fascia metallica più esterna e più larga nelle dimensioni, che circonda la sfera. Su di essa è tracciata l’eclittica divisa in 12 settori di 30° ciascuno, sui quali è inciso il simbolo di una costellazione dello zodiaco per raffigurare l’intera fascia zodiacale. Infine, altre due circonferenze intersecanti fra loro costituiscono l’ossatura esterna: l’una perfettamente orizzontale, riporta i nomi incisi dei venti del mediterraneo e quattro settori graduati da 0 a 9 e a decrescere da 9 a 0, alternativamente per tutta la circonferenza; l’altra perfettamente verticale, riporta quattro settori graduati da 1 a 9 e sorregge in cima un anello vuoto al centro, anch’esso graduato, sul quale è ancora leggibile una doppia numerazione da 1 a 12 impiegata verosimilmente per calcolare l’ora. Quattro semplici bracci collegano la struttura al sostegno e sulla base si distingue una placca metallica piena, mobile solo in parte e lateralmente dentellata.

Questi dispositivi, impiegati come strumenti didattici a partire dal III secolo a.C. e in forme più grandi e precise come strumenti di osservazione, divennero estremamente popolari in Europa solo nel tardo Medioevo. Tuttavia, fu solo nel Rinascimento, e fino al periodo romantico, che assunsero il ruolo di vero e proprio simbolo di saggezza e conoscenza, tanto da comparire in numerose raffigurazioni artistiche solitamente nelle mani di scienziati e alte figure pubbliche. Persino oggi si possono individuare in alcune piazze e parchi, anche se ormai spetta loro una valenza perlopiù estetica.

Realizzata in una robusta struttura metallica, la sfera armillare in esposizione era destinata a un uso esclusivamente didattico. Non deve stupire, infatti, che un artista si interessasse di strumenti astronomici e studi scientifici: un intellettuale completo doveva avere una formazione di tipo superiore e dunque conoscere numerose arti quali l’astronomia, la geometria, la retorica, la dialettica. Per queste ragioni il Collegio forniva agli alunni una cultura non solo artistica e in questi termini si comprendono le ragioni che portarono all’istituzione del Gabinetto Scientifico di Scienze Naturali, di Chimica e di Fisica del Collegio per volontà dell’allora Rettore Don Augusto Romagnoli, il quale ricoprì tale carica dal 1872 fino alla morte avvenuta nel 1903. Come si evince dall’Inventario del Gabinetto, al fianco della sfera in ottone qui esposta, un’altra in cartone fu acquistata e regalata dallo stesso Romagnoli ai Signori Amministratori del Collegio: a differenza di quest’ultima, la cui provenienza è accertata da un’annotazione riscontrata nell’Inventario stesso, non à stato possibile però risalire ad alcuna informazione sulla provenienza o sull’acquisto della sfera metallica. La mancanza di ricevute ad essa riconducibili e l’assenza di segni identificativi, infatti, non hanno permesso di definire con esattezza l’anno in cui divenne di proprieta del Collegio. Ciò nonostante, mancando annotazioni ad essa riconducibili negli Inventari dei lasciti del fondatore Venturoli, è presumibile pensare che l’acquisizione sia avvenuta nei primi anni dopo la fondazione dell’Istituto per volonta degli Amministratori correnti, poichè certamente era già presente durante gli anni del mandato di Romagnoli.

Manuela Lamborghini

Testo tratto dal catalogo della mostra "Angelo Venturoli - Una eredità lunga 190 anni", Medicina 19 aprile - 14 giugno 2015.

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Angelo Venturoli - Una Eredità Lunga 190 Anni
Angelo Venturoli - Una Eredità Lunga 190 Anni

Video dedicato alla mostra "Angelo Venturoli - Una Eredità Lunga 190 Anni", 19 aprile - 14 giugno 2015 | Comune di Medicina, Palazzo della Comunità, Museo Civico.

Angelo Venturoli - Una Eredità Lunga 190 Anni
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Video dedicato alla mostra "Angelo Venturoli - Una Eredità Lunga 190 Anni", 19 aprile - 14 giugno 2015 | Comune di Medicina, Palazzo della Comunità, Museo Civico.

Documenti
Esplorando l’archivio del Collegio Venturoli
Tipo: PDF Dimensione: 178.80 Kb

Di Francesca Serra. Testo tratto dal catalogo della mostra "Angelo Venturoli - Una eredità lunga 190 anni" Medicina, 19 aprile - 14 giugno 2015. Copyright © Fondazione Collegio Artistico Venturoli.

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