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Angelo Senin

14 ottobre 1907 - 11 febbraio 1991

Scheda

Angelo Senin, da Giacomo ed Elvira Canton; nato il 14 ottobre 1907 a Trieste. Nel 1943 residente a Bologna. Laureato in giurisprudenza. Avvocato e dirigente dell'ufficio legale della Cassa di Risparmio di Bologna. La sua partecipazione alla Resistenza fu connessa «ad incontri con personalità dell'antifascismo bolognese che provocarono una meditata e progressiva revisione delle mie idee maturate in quel clima del ventennio che escludeva dal terreno ideologico e pratico il sistema democratico e la libertà politica». Cattolico, fin dall'infanzia frequentò l'AC e, per la sua giovane età, non avvertì il «contrasto tra mondo cattolico e fascismo». La firma del Concordato generò poi in molti l'illusione che per la Chiesa si erano determinate «condizioni dignitose» per esercitare liberamente il suo ministero pastorale e «per tutti i cittadini vi sarebbe stata la possibilità di inserirsi in un sistema politico più aperto».

Lo scatenarsi dello squadrismo contro le sedi dell'AC, l'adesione del regime alla politica aggressiva tedesca, l'emanazione delle leggi razziali, la dichiarazione di guerra, lo portarono gradualmente su posizioni di reazione e di opposizione al fascismo. Attraverso discussioni con Fulvio Milani, conosciuto nell'ambiente forense, maturò la necessità di una sua partecipazione attiva alla Resistenza, anche in previsione delle prospettive future. A Milani dichiarò la propria disponibilità a partecipare ad iniziative concrete. Entrato in contatto con Antonio Zoccoli, presentatogli da Milani, nell'estate 1944 fu nominato membro della commissione legislativa del CLN con Tito Carnacini e Roberto Vighi. Con Carnacini predispose una serie di provvedimenti da attuarsi all'indomani della liberazione «per una rapida ripresa delle istituzioni, designando ai posti di responsabilità nei vari enti persone non compromesse con il passato regime». Per ragioni di sicurezza, gli incontri con Zoccoli e Carnacini, mascherati da motivi professionali, ebbero luogo in massima parte presso il suo studio legale della Cassa di Risparmio. Nel settembre ottobre 1944 fu approntato il decreto che consentiva al CLN, quale rappresentante del governo nazionale, di ordinare al direttore della Banca d'Italia di mettergli a disposizione la somma di 100 milioni per provvedere alle esigenze finanziarie dell'esercito partigiano, ordinanza resa esecutiva per la collaborazione dei funzionali della Banca e della Banca popolare.

Nel clima di terrore e di sanguinaria repressione che i fascisti scatenarono sulla cittadinanza bolognese nell'autunno 1944, il 24 novembre 1944 venne prelevato «a forza» dalla sua abitazione da sconosciuti qualificatisi poliziotti. Condotto nella caserma di via Borgolocchi, fu rinchiuso in una cantina priva di luce e di aria «dove l'unico suppellettile era un pagliericcio pieno di insetti». Divulgatasi rapidamente la notizia della sua cattura, furono immediatamente interessati il questore, il prefetto, il federale. Mons. Emilio Fagioli ebbe un colloquio con Franz Pagliani. I fascisti non solo negarono, ma addebitarono la sua cattura ai partigiani. Padre Domenico Acerbi, recatosi a Maderno (BS), sollecitò Mussolini a intervenire personalmente presso i fascisti bolognesi. Tramite un biglietto fatto pervenire alla moglie, si seppe con certezza che era trattenuto dai fascisti. Padre Innocenzo Maria Casati sollecitò l'intervento del colonnello Saalfrank presso i fascisti. Il 15 dicembre 1944, dopo essere stato interrogato dai gerarchi fascisti nella caserma di via Borgolocchi, fu trasferito in via Santa Chiara subendo un secondo interrogatorio da parte del comando tedesco, che, non avendo trovato alcun addebito, lo rilasciò. Temendo ritorsioni su di lui e sulla sua famiglia «per i fascisti costituivo un testimone pericoloso», si rifugiò in casa di un amico e contemporaneamente venne diffusa la notizia che si era trasferito in Veneto. Dovendo cambiare frequentemente abitazione, la sua attività nella commissione legislativa subì un rallentamento. Su designazione del CLN e dell'AGM, il 21 aprile 1945 venne nominato vice sindaco di Bologna in rappresentanza della DC.

[AQ] Testimonianza in RB1.