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Seminario arcivescovile

Di rilevanza storica

Schede

L'edificio del Seminario Arcivescovile fu iniziato nel 1910 su progetto dell'ingegnere Carlo Ballarini. La nuova sede di piazza Umberto I (ora piazza dei Martiri 1943-45) doveva ospitare anche il Collegio San Giuseppe e l'Istituto SS. Apostoli. Il nuovo Seminario Regionale fu inaugurato nel 1919 accanto all'ala già realizzata. Nel 1928, a causa dell'aumentato numero degli alunni del Liceo e della teologia, la Sacra Congregazione chiese all'Arcivescovo di Bologna di cedere i locali del Seminario Arcivescovile al Seminario Regionale. Il card. Nasalli Rocca acquistò allora (1929) la villa Revedin e affidò all'ing. Leone Castelli l'incarico di costruire un nuovo palazzo. Nel corso delle due Guerre Mondiali e fino al 1948, un'ala dell'edificio venne adibita ad ospedale per feriti. Danneggiato dai bombardamenti, fu poi ristrutturato. Negli anni Sessanta del Novecento venne abbattuto. Al suo posto ora svetta un modernissimo edificio.

Così viene descritto nella pubblicazione "IX Congresso Eucaristico Nazionale, 7, 8, 9, 10, 11 settembre 1927": Fra i lavori più importanti che a Bologna si sono compiuti a celebrazione e ricordo duraturo del Congresso Eucaristico sono senza dubbio il compimento della monumentale facciata del palazzo del Seminario stesso. La facciata è stata compiuta su progetto del comm. ing. Carlo Ballarini che ne ha curato ogni particolare e colla facciata è stato eretto il muro di cinta sulla via del Porto. Per la decorazione della cappella è stata nominata una commissione tecnica composta dai signori: ing. comm. Ballarini, cav. prof. Arch. Costantino Ecchia, ing. Luigi Filippetti, mons. Guglielmo Gallini, prof. Arturo Orsoni, mons. Arturo Poggioli; la quale ne ha affidata l'esecuzione ai pittori professori Giuseppe Rivani e Agostino Mazzanti che hanno svolto con maestria tutto un tema basato sul simbolismo cristiano. Della riuscita di questo lavoro ne può dare pallida idea la fotografia che riportiamo. Ora il Seminario Diocesano di Bologna può vantarsi di avere una cappella che, all'intonazione calda e mistica di un ambiente ricco di calore e di vita, unisce un vivo soffio di arte veramente cristiana. Questo lavoro può quindi essere un buon punto di partenza per il rinascimento della decorazione vera del tempio che la modernità ha profanato con forme d'arte non consone allo spirito della fede cristiana.

In collaborazione con Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna