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Filippo Schiassi

13 Gennaio 1763 - 19 Gennaio 1844

Scheda

Figlio di Francesco Saverio e Marta Rovatti, in tenera età entra in seminario e nel 1795 si laurea in teologia. Nel 1799 assume la cattedra di insegnamento di lettere greche, sostituendosi a Clotilde Tambroni che l'aveva abbandonata per motivi politici. A seguito del riordinamento dell'università, nel 1803 ebbe la nomina a professore di numismatica e archeologia. Le sue lezioni furono sempre molto seguite dagli studenti universitari e nel 1813 pubblica una raccolta completa dei suoi discorsi dal titolo Sermones Habiti ecc... Grande cultore di archeologia e delle lettere greche e latine, divenne ben presto una delle figure di riferimento a Bologna in questi campi di studi. Dal 1803 e fino alla morte produrrà una impressionante quantità di titoli a stampa che ebbero una diffusione non solo locale. Nei più di sessanta titoli da lui editi sono compresi studi epigrafici, archeologici e di storia romana. La sua pubblicazione più nota è il Lexicon epigraphium, edita in tre volumi tra il 1835 e il 1838.

Aggregato alle più importanti istituzioni culturali bolognesi, vi rivestirà ruoli particolarmente significativi, tra i quali quello di reggente dell'Alma Mater, di Canonico del Duomo e infine di accademico con voto presso l'Accademia di Belle Arti. Sotto lo pseudonimo di Ippofilo Assischio compose inoltre numerosi sonetti in occasione di nozze tra alcune delle famiglie più influenti della città. Particolarmente significativo il suo ruolo avuto nel cimitero cittadino, la Certosa, poiché gli vennero commissionate gran parte dei testi latini da incidere sulle lapidi dei defunti. A lui si deve così il vasto patrimonio epigrafico d'età neoclassica presente nel camposanto che lo stesso raccolse in due volumi, Specimen Inscriptionvm Coemeterii Bononiensis, editi nel 1809 e nel 1815 per i tipi di Giuseppe Lucchesini. La sua capacità di epigrafista viene richiesta anche per le chiese e le piazze: si trovano così incici suoi testi latini sia a Bologna (Ss. Gregorio e Siro) che in provincia (piazza di Castel S. Pietro, S. Maria di Baricella). Nel 1881 le sue iscrizioni vennero definite componimenti meravigliosi che rimarranno perennemente a testificare quanto ei valesse in tal genere. Fin dalla tenera età la sua salute malferma lo costrinse a brevi uscite dalla sua residenza e ne fu anche la causa di morte, avvenuta il 18 gennaio 1844. Il 16 agosto dello stesso anno il Comune deliberò di annoverarlo tra gli uomini illustri bolognesi e commissionò allo scultore Carlo Berozzi un ritratto marmoreo che venne collocato nel Pantheon della Certosa. Il corpo venne sepolto nel sotterraneo sottostante.

Roberto Martorelli