Savelli Giovan Battista

Savelli Giovan Battista

1428 - 18 Settembre 1498

Note sintetiche

Scheda

ARMA: Troncato, nel 1° d’argento a due leoni affrontati e tenenti con le branche anteriori una rosa sormontata da una colomba il tutto rosso, nel 2° bandato d’azzurro e di rosso e la fascia d’oro caricata da una burella ondata di verde.
Lo scudo è cimato da una croce trilobata d’oro e sormontato da un cappello vescovile con cordoni e fiocchi laterali.
Il cartiglio sottostante dice: IOANNES BAPTISTA· C· / SABELLVS· LEGAT· / 1484· (Giovan Battista Savelli Cardinale. Legato 1484) e ricorda la breve legazione tenuta dal 25 settembre al 29 dicembre di quell’anno, epoca in cui vi rinunciò.

Nella cappella Savelli che si trova nella chiesa di S. Maria in Aracoeli, si possono vedere due scudi a mosaico dei Savelli: uno sulla tomba di Vanna Aldobrandeschi, madre di Papa Onorio IV, e l’altro sulla tomba del padre di Onorio, Luca Savelli. Nella prima tomba lo scudo è: Di rosso a due bande d’oro ed il capo d’argento caricato da una rosa di rosso bottonata d’oro, sormontata da una colomba ed accostata da due leoni affrontati: il tutto rosso, nella tomba invece di Luca Savelli abbiamo: Bandato d’oro e di rosso di sei pezzi ed il capo d’argento caricato da una rosa di rosso sormontata da una colomba e fiancheggiata da due leoni affrontati il tutto in rosso, il capo è sostenuto da una riga di verde; due altri identici stemmi si trovano sulle mura esterne della cappella. Il Rietstap ed il Neubecker danno per i Savelli: Troncato, nel 1° d’argento ai due leoni affrontati tenenti nelle branche anteriori una rosa sormontata da una colomba il tutto di rosso, nel 2° bandato d’oro e di rosso.

È probabile che l’arma originaria dei Savelli sia stata quella raffigurata nel capo degli stemmi posti sulle tombe, alla quale sia stato aggiunto poi il bandato d’oro e di rosso, che sono i colori della chiesa, quando Cencio Savelli divenne Papa con il nome di Onorio III (1216).

Le famiglie infatti che avevano un Papa nella loro ascendenza, usavano aggiungere alla loro arma i colori della Chiesa. Altre famiglie poi modificarono gli smalti del bandato come per esempio gli Orsini, i Cossa, ecc. I Savelli furono una delle quattro famiglie più ricche e potenti di Roma, tradizionalmente alleata degli Orsini, con i quali erano imparentati, nelle lotte sostenute da questi contro i Colonna ed i Conti. La stirpe, che diede alla Chiesa due Papi e undici Cardinali, sembra che tragga il suo nome e l’origine da Castel Savello, località poco lontana da Roma. Il primo personaggio di cui si ha notizia certa è un Aimerico padre del Cardinal Cencio divenuto poi Papa con il nome di Onorio III.

Suo fratello Luca diede poi i natali a Jacopo che, a sua volta, divenne Papa con il nome di Onorio IV (1285). Un fratello di questi fu Podestà di Orvieto (1275) e Senatore di Roma. I Savelli furono anche marescialli di S.R.C. e, per diritto ereditario, custodi perpetui del Conclave finché la carica non fu loro tolta da Clemente IX che la conferì ai Chigi. I due rami principali di questa famiglia, quello dei Principi di Albano ed Ariccia e quello dei Savelli Palombara che si separò dal primo nel 1495, sono entrambi estinti.

Giovan Battista, figlio quartogenito di Cola dei Savelli-Palombara, che fu fiero avversario di Eugenio IV, iniziò la sua carriera ecclesiastica come Protonotario Apostolico. Nel 1466 fu eletto Governatore a Perugia ove rimase fino al 1468, di lì passò poi a Ravenna dove restò altri due anni per poi assumere il governo di Bologna (la data sul cartiglio è quindi errata). Quando però si rese conto di non poter contrastare il potere dei Bentivoglio, abbondonò l’incarico. Paolo II lo nominò Cardinale «in pectore», ma la improvvisa morte del Papa avvenuta per apoplessia nel 1471, ne impedì la pubblicazione in concistoro.

Sisto IV prima di rispettare la volontà del suo predecessore, fece passare alcuni anni, ma nel frattempo lo utilizzò come Governatore di Todi nel 1478 e successivamente di Città di Castello. Finalmente nel 1480 lo creava Cardinale con il titolo dei SS. Vito e Modesto. Nel 1481 era Legato a Genova con l’incarico di comporre i dissidi tra i Fregoso e gli Adorno e per ottenere dalla Repubblica una squadra di galere per liberare Otranto dai mussulmani. L’anno successivo però, Sisto IV lo faceva arrestare con l’accusa di aver tramato per introdurre in Roma il Duca di Calabria, figlio di Alfonso di Aragona. In realtà l’arresto era dovuto all’inimicizia tra il Cardinale e Girolamo Riario, nipote del Papa. Nel novembre del 1483 veniva liberato ma esiliato da Roma dove poté tornare solo alla morte del Pontefice. Il successore Innocenzo VIII, che di lui aveva stima, lo inviò Legato a Bologna e poi della Marca di Ancona nel 1490.

Alla morte di Innocenzo il Savelli fu tra gli elettori di Alessandro VI tuttavia quest’ultimo, che lo riteneva nemico di suo figlio Cesare, lo imprigionò di nuovo privandolo della dignità cardinalizia; anche stavolta però fu assolto da ogni addebito e reintegrato nel suo titolo.

Morì a Roma a 70 anni il 18 settembre del 1498 e fu sepolto nella chiesa di S. Maria in Aracoeli.

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