Salta al contenuto principale Skip to footer content

San Lazzaro di Savena, (BO)

1796 | 1918

Insediamento

Schede

San Lazzaro è un comune bolognese separato dal capoluogo dal corso del Savena. Data la sua estrema vicinanza al comune di Bologna, fu a lungo tempo inglobato dalla città; la prima vera autonomia fu sancita sotto il dominio napoleonico (1810), in seguito fu accorpato nuovamente e tornò ad essere autonomo a partire dal 1827 per merito di Carlo Berti Pichat. A San Lazzaro il peso della Grande Guerra fu particolarmente sentito: 131 caduti (per malattia e ferite da combattimento), 9 dispersi, 8 invalidi e oltre un centinaio di orfani, su una popolazione di oltre 7.000 abitanti agli inizi del 1915; a questi si aggiungono quelli di Castel De' Britti, oggi frazione ma all'epoca comune autonomo. Al fine di onorarne la memoria e di raccogliere fondi a tale scopo, il sindaco socialista Enrico Casanova istituì, nel 1921, il Comitato Cittadino per le Onoranze ai Caduti di Guerra; a questo comitato parteciparono le principali organizzazioni assistenziali della città. In realtà, già dagli anni precedenti si era provveduto, sia per parte pubblica che privata, a porre alcune lapidi: nel 1919 fu posta una lapide presso la chiesa della frazione di Colunga recante i nomi di 17 tra morti e dispersi; nel fianco dell'ex chiesa lungo la via Emilia fu posta, dai genitori, una lapide in memoria di Luigi Gino Samoggia, caduto in Austria nel 1917. L'architetto e scultore Riccardo Venturi è invece l'artefice del monumento principale, inaugurato nel giugno del 1923, cui nel secondo dopoguerra fu aggiunta una targa dedicata ai caduti della Seconda guerra mondiale.

Il Comune viene così descritto nel volume "Provincia di Bologna", collana "Geografia dell'Italia", Torino, Unione tipografico editrice, 1900: "SAN LAZZARO DI SAVENA (5338ab.). Questo Comune, che già appartenne al IV mandamento di Bologna, ora soppresso, fu – dalla legge 30 marzo 1890 – incorporato nel nuovo mandamento di Bologna II. Il suo territorio si stende al sud-est di Bologna, tra le ultime falde delle colline preapenniniche ed il piano attraversato dalla via Emilia, dalla linea ferroviaria Bologna-Ancona e dal tramvia Bologna-Imola. La superficie del Comune fu censita in ettari 4371,80. Esso è formato da varie frazioni, delle quali la più importante è San Lazzaro (m. 62) posta sulla via Emilia – che l’attraversa formandone la via principale – ma nulla di notevole offre questo paese al visitatore all’infuori della sua apparenza moderna, civile, pulita. I dintorni, specie dalla parte a monte, sono popolati da casine di villeggiatura, quasi tutte eleganti. Il territorio, ben irrigato, lavorato con cura e razionalmente, è fertilissimo: dà cereali, foraggi, canapa, gelsi, viti, frutta, ortaglie. Vi si alleva bestiame da stalla e da cortile. Vi sono in luogo cave di gesso e fornaci per laterizi, l’industria è rappresentata da fabbriche di attrezzi per l’agricoltura, di paste da minestra, cordami, mobili, botti, barili e tini." (Trascrizione a cura di Lorena Barchetti).

Bibliografia: Elda Brini, Francisco Giordano, Il monumento ai caduti della Grande Guerra di San Lazzaro di Savena, in “Quaderni del Savena”, (13) 2013