Salta al contenuto principale Skip to footer content

San Carlo

Via San Carlo

Strada

Schede

Da via RIva di Reno a via del Porto.
Prima documentazione dell'odonimo: 1738 (Via Nuova di San Carlo)


A questa via sicuramente si riferiva la strada indicata come viam novam de puglola que est extra seralium Podialis, documentata nel XIII secolo. Il seralium Podialis era la porta (o serraglio) della seconda cerchia su via del Poggiale (oggi Nazario Sauro) di cui la nostra via è la prosecuzione a settentrione.

Via Nova di Reno fu usato per lungo tempo dal XVI secolo al XVII secolo.


In capo a via San Carlo c'è tuttora una chiesa (ricostruita dopo i danni causati dai bombardamenti dell'ultima guerra) che originariamente era sotto il titolo di Maria Santissima Regina del Paradiso, sede di una omonima compagnia spirituale.
Nel 1612 la compagnia fu aggregata all'arciconfraternita dei Santi Ambrogio e Carlo della Nazione Lombarda in Roma e la compagnia spirituale divenne nota come Compagnia di San Carlo. Nel 1619 la chiesa fu riedificata e divenne nota come Chiesa di San Carlo o San Carlino.
Ciò determinò il nuovo nome di Via Nuova di San Carlo o di San Carlino, documentato nella prima metà del XVIII secolo.
Nel 1801, con la riforma toponomastica napoleonica,  il nome fu ufficializzato come Via Nuova di San Carlo e tale rimase fino alla riforma toponomastica del 1873/1878, con cui Nuova fu soppresso e rimase via San Carlo.

Accanto alla chiesa di San Carlo era una via di cui oggi rimane traccia solo dell'imbocco su via del Porto: è la scomparsa via del Maglio, che raggiungeva le mura della città e che scomparve con la creazione di piazza dei Martiri 1943-1945. Si ha notizia di una cessione, avvenuta nel XV secolo di un pezzo di terreno detto il Maglio, situato in questa zona. Nei pressi, vicino alle mura della città, in capo a questa via scomparsa, era il molino del Maglio, che nel XVI secolo era un opificio in cui veniva battuto il ferro.

Il chiaro significato di maglio, strumento per la battitura dei metalli, e la presenza di una condotta d'acqua importante che seguiva tutta la via del Maglio, necessaria per dare energia meccanica al maglio stesso, rendono abbastanza probabile che sia stato un opificio di questo tipo a generare l'odonimo.
L'opificio fu trasformato in molino, il Molino del Maglio dall'avvocato Antonio Aldini, di cui è famosa la villa in stile neoclassico sui primi colli sopra Bologna.

link al sito Origine di Bologna