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Antonio, divenuto Camillo Sampieri, divenuto Scappi

22 marzo 1760 - 7 gennaio 1818

Scheda

Nato il 22 marzo 1760 e battezzato con i nomi Antonio Maria Berengario Luigi Camillo Benvenuto Baldassarre Leonardo (Carrati, Nascite, B 877, c. 201), era figlio del senatore Francesco di Luigi di Filippo Sampieri e di Anna Maria Leonarda di Antonio Bentivogli. Il nome, e l’eredità, di Camillo Scappi gli erano pervenuti nel 1782, alla morte di Camillo Sampieri (fratello di suo nonno), il quale a sua volta aveva avuto l’eredità Scappi dalla madre Costanza figlia del senatore Camillo Scappi. Antonio era commendatore dell’Ordine di San Giorgio di Baviera, ed aveva ricoperto l’Anzianato nel 1783. Lo stesso anno, il 31 luglio, aveva sposato la contessa Maddalena figlia del senatore Giovanni Zambeccari, che era vedova del duca Scipione del Grillo duca di Monterotondo, e ne aveva avuto cinque figli. Di questi, Carlotta sposò nel 1799 il marchese Lorenzo Pietramellara, e Alessandro nel 1816 Elisa Pesenti veneta, mentre il primogenito maschio Francesco Giovanni Maria morì durante il servizio militare in Austria e due femmine morirono infanti (ms. B 682/2, tav. 105). L’eredità Scappi comprendeva anche il palazzo senatorio della famiglia, all’angolo fra via Mercato di Mezzo e Canton dei Fiori. Il palazzo, costruito a metà del ’500 sul luogo delle antiche case di famiglia che comprendevano anche una tuttora esistente duecentesca torre, era pervenuto nel 1707 a Camillo Sampieri figlio di Filippo e dell’ultima degli Scappi, Costanza, e da lei era passato in eredità ad Antonio Camillo Sampieri Scappi. Nel 1801 Luigi Bortolotti comperò dagli Scappi la porzione di stabile in cui era il Caffè detto degli Stelloni per 12.000 lire. L’angolo, rimasto sempre non uniforme al resto dell’edificio, fu oggetto di un intervento di restauro da parte del successivo proprietario, il “pillarino” (ossia proprietario di uno stabilimento per la brillatura del riso) Mauro Stagni, che acquistò il palazzo all’asta nel 1851 (Majani, p. 426). Il suo aspetto attuale si deve alla ricostruzione operata da Augusto Sezanne nel 1892 (Guidicini, Cose Not., II, p. 143; III; pp. 220-221; Roversi, Palazzi e case, pp. 340-347; Canton de’ Fiori, pp. 70-78). Antonio Camillo Sampieri Scappi non abitò nel palazzo ereditato: secondo il foglio sepolcrale D 110 n. 10485, abitava in via delle Campane, sotto San Bartolomeo, dove morì il 7 gennaio 1818 per “etisia senile”. Le cronache (De’ Buoi, Diario, p. 301; Guidicini, Diario, IV, p. 51) riferiscono che era «da più anni accidentato», e la lapide sul sepolcro precisa che fu ammalato per dodici anni.

Silvia Benati