Rivalta Augusto

Rivalta Augusto

14 Marzo 1837 - 14 Aprile 1925

Note sintetiche

Occupazione: Scultore

Scheda

Allievo all'Accademia Ligustica di Genova, nel 1857 si trasferisce a Firenze per un perfezionamento. Intorno al 1859 si arruola volontario nell'armata dei Carabinieri combattendo per la liberazione dell'Italia ed in seguito, tornato a Firenze, entra nello studio di Giovanni Duprè. Intorno al 1861 vince il concorso per il monumento a Cavour in Torino che non viene realizzato perché l'artista è considerato troppo giovane, affidando l'incarico così a Duprè. Professore del Collegio Accademico delle Belle Arti di Firenze dal 1870, nel 1883 vince il concorso per il monumento equestre a «Vittorio Emanuele II» a Livorno; per la stessa città realizza il monumento a «Garibaldi» (1889). Autore del monumento a «Raffaele Rubattino» (1889) e a «Garibaldi» (1893) a Genova, per la città di Chiavari realizza quelli a «Mazzini», «Garibaldi» (1890) e «Vittorio Emanuele II», mentre nel 1897 esegue a Firenze quello a «Bettino Ricasoli». Insieme ad Antonio Garella nel 1901 realizza a Trieste il monumento a «Rossetti». Del 1905 è il «Garibaldi» di Sampierdarena e per il monumento a Vittorio Emanuele II a Roma esegue la statua allegorica raffigurante «La Forza» (1910 ca.).

Autore di monumenti funerari, ritratti e opere di genere, alla Mostra Italiana del 1861 espone «Zuavo ferito», partecipa alle rassegne della Promotrice di Belle Arti di Torino dal 1863 e alla Fiorentina Primaverile del 1922 presenta i bronzi «La prima morte», «La sacra famiglia» e «Ercole che abbatte il centauro», quest’ultimo già proposto a Londra nel 1904. Alla Quadriennale di Torino del 1902 propone «San Giovannino» e alla Biennale di Venezia del 1903 espone «In Arcadia». Nel 1915 espone «Satiro e Ninfa» all’Internazionale di San Francisco. Nella Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma sono conservate le opere «G. B. Niccolini» del 1864, orientata verso il gusto realista di Adriano Cecioni, «Giocatore di trottola», più volte riprodotto, «Bimbo che scherza con la capra», «Ritorno dalla posta» e «Fauno danzante». Nella Galleria d'Arte Moderna di Milano è conservato il bronzo «Anteo», mentre nel museo di Lima «Baccanale» (1904). Altre sue opere sono anche nella Galleria d’Arte Moderna di Firenze.

Angelo De Gubernatis gli dedica ampio spazio nel suo 'Dizionario degli artisti italiani viventi', Gonnelli, Firenze, 1906: (...) Nel 1859 si trasportò a Firenze onde perfezionarsi; ma cominciavano allora gli entusiasmi per la liberazione dell'Italia, ed il Rivalta, lasciata Firenze, si arruolava volontario nei carabinieri genovesi e fece la campagna riportando una ferita alla spalla. Guarito e conchiusa la pace di Villafranca, tornava a Firenze ed entrava nello studio del celebre Duprè, che gli fu maestro affetuosissimo. Uno dei suoi primi lavori e che fu anche un ardito cimento, fu di concorrere per il monumento a Cavour a Torino. Vi concorreva, insieme ai primi scultori d'Italia, anche l'illustre suo maestro Giovanni Duprè, e fu appunto il progetto di questo che fu il prescelto per l'esecuzione. Il giurì aveva però dapprima giudicato migliore e premiato quello del Rivalta, ma non gliene venne affidata l'esecuzione, perchè si venne a conoscere che il progettista era giovanissimo; tuttavia il Cavour del Rivalta, opera pregevolissima, si trova ora nel cortile della Banca Nazionale di Firenze. (...) Sotto la mano maestra del simpatico artista la creta si anima, si fa carne, si fa stoffa, e si piega a tutte le esigenze dell'arte. Nei lavori suoi vi è in tutti l'impronta di un ingegno grande al quale la mano, interprete fedele, ha saputo largamente corrispondere e che rispondono in tutto e per tutto alle condizioni statiche ed euritmiche della struttura umana ed animalesca. (...) Buono ed affabile con i suoi alunni, allegro e gioviale cogli amici e con i conoscenti, questo valente artista desta al primo avvicinarlo una viva simpatia che diviene maggiore a chi ha la fortuna di entrare con lui in intimità e di conoscere sempre più quanto egli sia leale, franco, generoso e valente.

Alfonso Panzetta

Bibliografia: Melani, s.d.; Esposizione, 1862; De Gubernatis, 1889; Fleres, 1899; De Gubernatis, 1906; Callari, 1909; La Fiorentina Primaverile, 1922; Rouches, 1927; Acciaresi, 1930; Corna, 1930; Vigezzi, 1932; Ojetti e Dami, 1934; Nicodemi e Bezzola, 1938; Costantini, 1940; Riccoboni, 1942; Sapori, 1946; Bessone Aurelj, 1947; Sapori, 1949; Mostra del Centenario, 1952; Lavagnino, 1961; Grasso e Pellicci, 1974; Caramel e Pirovano, 1975; Rosci, Cinelli e Lamberti, 1978; Massobrio, 1982; E.Kashey e R.Kashey, 1985; Calvani e Ciardi Duprè Dal Poggetto, 1986; Porzio, 1986; La scultura a Genova, 1988; Bergamini, Goi, Pavanello e Brussich, 1988; Forrest, 1988; Porzio, 1988; Sisi, 1989; Tacchella, 1989; Corgnati, Mellini e Poli, 1990; Beringheli, 1991; Panzetta, Pietro Guerri, 1991; Pirovano, 1991; De Micheli, 1992; Mackay, 1992; Ragazzi, 1993; Scultura a Carrara, 1993; Quesada, 1994; Giubilei, Ragazzi e Sborgi, 1995; Berggren e Sjöstedt, 1996; Salvadori Guidi, 1996; Sborgi, 1997; Bossaglia, 1998; Mozzoni e Santini, 1999; Ottanelli, 1999; Zangheri, 1999; Diéguez Patao e Giménez, 2000; Salvagnini, 2000; Zangheri, 2000; Beringheli, 2001; Cirri, 2003; Figure del Risorgimento, 2003; Berresford, 2004; Giubilei, Galleria, 2004; Tacchella, 2004; Gavazzi, Resti Quintino, 2005; Hachet, 2005; Morozzi, 2005; Sisi, La Galleria, 2005; Ragazzi, 2007.

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Genova - Staglieno
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Parliamo della moda
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Elisa Ricci, Parliamo della moda. Estratto dal periodico 'La Lettura - rivista mensile del Corriere della Sera', Milano, 1924.