Ritratto delle sorelle Nipoti

Ritratto delle sorelle Nipoti

1956

Scheda

Avevo nove anni, un gran senso della mia dignità di sorella maggiore e un grembiulino a quadretti bianchi e verdi quando la casa dove vivevo con Chiara, tre anni, i genitori e i nonni venne invasa pacificamente da un personaggio che ci parve subito straordinario. Era un uomo alto, robusto, dalla voce potente e, ci parve, dalla forza erculea, poiché arrivò carico di un blocco di materia grigiastra, umida e appiccicosa che collocò su un piano di legno nell'angolo più luminoso della cucina, dove mia madre di solito stirava.

Ci spiegarono che era un vecchio amico di papà e che era venuto a farci il ritratto. Non so bene cosa pensassi per me, ma l'idea che Chiara potesse stare ferma in posa, lei che era sempre in movimento era davvero curiosa. Eppure un giorno dopo l'altro, quasi senza che ce ne accorgessimo, la massa informe prese pian piano ad assomigliarci sempre più: le mani di Cesarino parevano dotate di una sapienza propria, quasi separata dal pensiero se non dalla volontà, ma certo dalla parola: mentre delicatamente formava, lisciava, rifiniva i nostri visi, la mia mano sulla spalla della piccola, lo scultore raccontava episodi della sua giovinezza, cantava brani d'opera, si fermava a tratti solo per leggere brani scelti del suo poemetto, credo in ottave, di cui pur troppo ho dimenticato il nome (forse Virginia?). Per una settimana circa la nostra vita restò sotto l'incantesimo di una presenza che travolse le nostre abitudini e che lasciò un vuoto quando, terminato il lavoro, Vincenzi se ne andò, portando con sé la sua opera che tornò dopo qualche tempo non più grigia, ma di un caldo colore rosato, dopo la cottura. E' sopravvissuta alla nostra infanzia ormai lontana e sorride ancora con un po' di malinconia. 

Cristina Nipoti Romagnoli

La scultura nel 2011 è stata donata dalle sorelle Chiara e Cristina Nipoti al Museo civico del Risorgimento.

Leggi tutto

Eventi

Luoghi

Persone

Apri mappa