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Dionigi Talon Sampieri

19 settembre 1920 - [?]

Scheda

Dionigi Talon Sampieri, detto Denis, da Omer e Maria Brasa; nato il 19 settembre 1920 ad Argelato; ivi residente nel 1943. Maturità classica. Possidente agricolo.
Prestò servizio militare in aeronautica a Guidonia (Roma), con il grado di ufficiale, sino all’8 settembre 1943.
Nei giorni dell'armistizio partecipò agli scontri con i tedeschi a Roma. Rientrato a Bologna, prese contatto ad Argelato - dove abitavano entrambi - con l'ex esponente fascista Leandro Arpinati il quale lo presentò ai dirigenti del PdA.
Nella primavera si recò a Monterenzio dove era in fase di costituzione una brigata GL, della quale per qualche tempo fu il comandante.
Come ex ufficiale e data la sua origine nobiliare, ebbe qualche difficoltà ad ambientarsi, soprattutto per la presenza dei commissari politici. Ha scritto in proposito: «Per noi ufficiali dell'Esercito era abbastanza complicato comprendere le mansioni di un cosiddetto commissario politico ed abituarci alla sua presenza».
La sua appartenenza a un ceto nobiliare non gli creò grossi problemi in quell'ambiente popolare, nonostante questo episodio. Un giorno si sentì apostrofare da un giovane partigiano: «Ohi sgnurein, cumèla, le a què anca lò?» (Oh signorino, come mai, è qui anche lei?). Ai compagni di lotta che gli chiesero il motivo di quella domanda, rispose: «L'è un mi cuntadèn!» (È un mio contadino).
Per contrasti tecnico-militari fu esonerato dal comando e quindi passò alla 62ª brigata Camicie rosse Garibaldi con funzione di ispettore di brigata. Ma in seguito, alla fine dell'estate, tornò alla sua vecchia formazione che aveva assunto il nome di 66a brigata Jacchia Garibaldi.
Nell'autunno, anziché attraversare le linee, rientrò a Bologna e si trasferì a Casalecchio di Reno dove installò una rete radiofonica con la quale trasmise informazioni agli alleati sino alla fine del conflitto.
Gli è stata conferita la medaglia di bronzo al valor militare.
Riconosciuto partigiano dall'1 giugno 1944 alla Liberazione. 
Ha pubblicato Un marchese nella Resistenza, in G. Zappi, Antifascismo e Resistenza a Casalecchio di Reno, Bologna 1988, p. 115. [O]