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Francesco Sangiorgi

28 aprile 1921 - 15 ottobre 1943

Scheda

Francesco Sangiorgi, da Gaetano e Giovannina Pesce; nato il 28 aprile 1921 a Imola; ivi residente nel 1943. Studente nella facoltà di Medicina e Chirurgia dell'università di Bologna.
Antifascista, da una posizione socialista inculcatogli dal padre, sotto la guida di Andrea Tabanelli e la lettura di Marx e Lenin, approdò al PCI.
«Critico, caustico, parco di parole, dotato di grande intuizione e di eccezionale tempera, di una sorprendente maturità per la sua giovane età, impersonò il tipo nuovo di dirigente del partito» (Galassi). Per le sue capacità di analisi e di giudizio sugli avvenimenti, per le sue doti di umanità nascoste sotto l'apparente rigidità, fu uno dei leaders naturali del gruppo dei giovani intellettuali imolesi di cui fecero parte Giovanni Nardi, Vico Garbesi, Lino Vespignani, che avvertirono per tempo la nausea della retorica fascista e assunsero posizioni critiche nei confronti del regime disertando anche le manifestazioni paramilitari. Non conobbe incertezze sulle scelte operate, chiedendo anzi a se stesso una perfetta coerenza tra scelte ed azione.
All'amico Garbesi, conosciuto negli anni ginnasiali, con il quale intrattenne contatti anche negli anni universitari, scriveva nell'ottobre 1942:
«Dobbiamo vivere il nostro tormento e la nostra gioia fino alla fine senza mai rinunciarvi». Agire, battersi subito per la pace fu per lui il compito precipuo dei giovani proprio come conseguenza delle scelte operate. Scriveva ancora a Garbesi: «L'azione è la cosa più importante e genuina per essere all'altezza del compito posto dalla nuova realtà». Il 25 luglio 1943 entrò a far parte del comitato unitario antifascista imolese in rappresentanza del PCI.

Dopo l’8 settembre 1943 con Franco Franchini , Giovanni Nardi fece parte della Guardia nazionale per il recupero delle armi. Per la sua attività venne incluso nella lista dei proscritti redatta dal PFR di Imola. Per una perfetta coerenza tra adesione morale alla resistenza e impegno attivo nella lotta di liberazione, superando ogni ostacolo, con Nardi non condivise la posizione di attesismo del PCI e, contravvenendo alle direttive del partito, decise di recarsi in Istria.
Il 18 settembre 1943 con Nardi, Ugo ed Ercole Giovannini, Oliano Landi, Bruno Pirazzoli, partì per l’Istria per combattere nel gruppo partigiano ivi operante. Raggiunta Muggia (TS) si portarono sulla Dolina. Dal racconto di Nardi, si seppe che il 15 ottobre 1943 fu ucciso, insieme con i compagni, nel corso di un attacco che i nazifascisti sferrarono sulla Dolina.
Gli unici che si salvarono furono Nardi e Pirazzoli perché scesi per una missione a Muggia. [AQ]