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San Pietro in Casale (Bo)

1943 | 1945

Insediamento

Schede

Il Comune di San Pietro in Casale, terra di pianura, si estende in posizione intermedia tra Ferrara e Bologna ed è al centro di un importante traffico stradale, autostradale e ferroviario. Agli inizi dell’Ottocento San Pietro in Casale è capoluogo del Comune omonimo comprendente le frazioni di Asia, Poggetto, Massumatico, Sant’Alberto, Rubizzano e San Benedetto. Nel periodo post-unitario vengono aggregate le frazioni di Maccaretolo, Gavaseto e Cenacchio, portando così il numero delle frazioni a nove, come è anche oggi. La Grande Guerra chiede un pesante contributo di vite anche a San Pietro e il dopoguerra si caratterizza per la radicalizzazione della lotta nelle campagne che nel 1920 vede la vittoria dei lavoratori delle leghe contro gli agrari riuniti nella Federterra ottenendo, tra l’altro, per il mezzadro condizioni vantaggiosissime nella divisione degli utili (concordato Paglia-Calda). Ma si tratta di conquiste destinate a rimanere sulla carta: la reazione fascista cancella presto ogni vantaggio acquisito.

Importante è il contributo dato da San Pietro in Casale alla Resistenza e alla lotta di liberazione dai nazifascisti. È nella primavera del 1944 che nasce la seconda brigata Garibaldi “Paolo”, comprendente più di un centinaio di cittadini di San Pietro, folti gruppi di Galliera, San Giorgio di Piano e Pieve di Cento. Le azioni di sabotaggio, di difesa delle lotte dei lavoratori e il recupero di armi, iniziate l'anno prima, si intensificano coinvolgendo molte parti della popolazione. Il 17 settembre 1944 un primo scontro fra partigiani e fascisti nella zona “delle Tombe” (frazione di Maccaretolo) causa vittime partigiane. Molte altre importanti azioni vengono organizzate contro i tedeschi, fra cui l'eroico episodio di un prigioniero russo, Anatoli Abramov che, cercando di portare armi ai partigiani di Maccaretolo, viene scoperto dai suoi carcerieri, reagisce finché ha munizioni, poi si lancia sui tedeschi facendo scoppiare una bomba a mano. Muore cantando l'internazionale. Anche un carrista tedesco, Johann Wengler, muore con un altro partigiano in uno scontro a fuoco coi fascisti alla vigilia della liberazione e poco prima della battaglia campale che durò dal 19 al 22 aprile 1945 e costò la vita di ventidue partigiani e il ferimento di numerosi altri.