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Agostino Ottani detto/a Sergio

6 marzo 1907 - [?]

Scheda

Agostino Ottani, «Sergio», da Gaetano e Rita Trevisi; nato il 6 marzo 1907 a Bologna; ivi residente nel 1943. Licenza elementare. Operaio metallurgico.
Nel 1925 entrò a far parte della FGCI. Dall'aprile 1927 al settembre 1928 prestò servizio militare nel genio a Torino.
Nel 1930, licenziato dall'officina Zamboni, trovò lavoro nell'offìcina Barbieri di Castel Maggiore. Promosse la costituzione della cellula comunista di fabbrica e la redazione di un foglio clandestino che prese il titolo "L'I.S.R.", organo della frazione sindacale giovanile dell'officina meccanica Barbieri, datato: ottobre 1930, a.I, n.1. Il 6 novembre 1930, in seguito alla diffusione di manifestini inneggiami alla rivoluzione russa nell'abitato di Castel Maggiore e al pavesamento con bandiere rosse della ciminiera della fabbrica e dei reparti interni, venne arrestato assieme ad altri operai e incarcerato.
Con sentenza istruttoria del 30 giugno 1931, fu deferito al Tribunale speciale e, il 25 settembre 1931, processato e condannato a 3 anni di carcere e a 1 anno di sorveglianza. Fu rinchiuso nelle carceri di Castelfranco Emilia (MO), Roma, Finalborgo (SV) e Fossano (CN) e rilasciato dopo 2 anni in occasione dell'amnistia del decennale fascista.
Dopo molti mesi di disoccupazione, nel 1934 fu assunto nello stabilimento Ducati di Borgo Panigale (Bologna). Con altri compagni costituì l'organizzazione comunista della fabbrica e contemporaneamente si occupò della stampa e della diffusione di manifestini clandestini e de "L'Unità". Nel 1935 fu arrestato per misure di pubblica sicurezza.
Venne nuovamente catturato l’8 settembre 1936 e deferito alla Commissione provinciale che il 16 novembre 1936 gli inflisse 5 anni di confino, in seguito rinnovati. Scontò la pena nelle isole Tremiti (FG), Ponza (LT) e a Pisticci (MT). Alle Tremiti si adoperò per la pubblicazione di un giornale prodotto e diretto ai confinati politici e comuni dal titolo "Lo Scoglione". Fu liberato dal confino dopo la caduta del fascismo.
Rientrato a Bologna il 21 agosto 1943, si impegnò nell'attività di partito. Riprese il lavoro alla Ducati che lasciò dopo pochi giorni, il 9 settembre 1943.

A fine settembre 1943, venne incaricato dell'attività di stampa e propaganda della federazione del PCI e dell'attività delle tipografie clandestine. Ebbe pure la cura dell'attività politica e sindacale all'interno della Ducati che portò allo sciopero del 16 marzo 1944, sciopero che, nello stabilimento di Borgo Panigale, vide uno scontro aperto tra i lavoratori e reparti tedeschi e fascisti intervenuti per stroncare la protesta.
Il 5 aprile 1944 fu arrestato e incarcerato a San Giovanni in Monte (Bologna) per essere interrogato dai tedeschi, ma non essendo stato individuato per le sue responsabilità fu rilasciato dopo 45 giorni di detenzione.
A fine giugno fu inviato presso il comando della brigata Stella rossa Lupo, come responsabile del PCI. Dopo il rastrellamento tedesco e l'eccidio di Marzabotto e un dibattito avvenuto fra circa 200 partigiani raccoltisi nei pressi di Creda (Castiglione de' Pepoli) rientrò con altri 17 uomini (commissari politici e partigiani) a Bologna.
Venne incaricato del lavoro militare per conto del PCI. Successivamente fu impegnato nella riorganizzazione del movimento sindacale su basi unitarie, che sfociò nella ricostituzione della CCdL di Bologna nel novembre 1944, con la partecipazione di comunisti, socialisti, cattolici e sindacalisti rivoluzionari.
Riconosciuto partigiano con il grado di maggiore quale membro del CUMER dall'1 novembre 1943 alla Liberazione.
Designato dal PCI, fece parte del primo Consiglio comunale di Bologna, nominato dal CLN e dall'AMG. Testimonianza in RB2.[AR]