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Ospedale Maggiore di Bologna

Di rilevanza storica

Schede

L’ospedale, che sorgeva in via Riva Reno 52, fu costituito con decreto 2 giugno 1801 dal Prefetto del Dipartimento del Reno, facendovi (confluire) i due antichi ospedali “della Vita” e “della Morte”.

Il nome Ospedale Maggiore, che compariva già nel regolamento ospedaliero del 1809, venne definitivamente stabilito con decreto Murat del 27 aprile 1814. Ragioni igienico-sanitarie avevano consigliato il trasferimento dei due antichi ospedali in zone meno centrali della città, proponendone anche l’unificazione gestionale ed amministrativa per le gravi condizioni economiche in cui versava l’Ospedale della Morte alla fine del Settecento. Sempre nel giugno del 1801 vennero riuniti nel “Grande Spedale” anche gli istituti di San Francesco e San Biagio, due ospizi per pellegrini, e l’ospedale della Trinità, un’istituzione sanitaria che ricoverava per brevi periodi di convalescenza i malati dimessi dagli ospedali della Vita e della Morte. Nel 1808 venne unito lo “Spedale di S. Antonio abate”, detto degli “Sportini”, un istituto per malati che sorgeva presso porta Maggiore, vicino alla casa del Collegio Comelli e funzionante dal 1607. Il numero di ammalati assistiti crebbe notevolmente; nel 1857, l’ospedale provvedeva a 180 infermi in media al giorno, ma già dieci anni più tardi arrivarono a 250.

Nel ventennio 1867-1886 al Maggiore vennero dati lasciti per 175.000 lire, essenziali nel dare nuovi importanti impulsi sia strutturali sia di ricerca medica. L’importanza dei lasciti e delle donazioni è di grande rilievo per lo sviluppo dello stesso ospedale. Il lascito di lire 72.000 del conte Gaetano Zucchini, avvenuto nel marzo 1882, permetteva il mantenimento di quattro posti letto. I lasciti più cospicui furono quelli della contessa Gozzadina Gozzadini e del marchese Carlo Alberto Pizzardi, che permisero la realizzazione di una clinica pediatrica e la realizzazione di un padiglione per tubercolotici, esperienze pionieristiche in campo nazionale. In particolare la creazione di un reparto di isolamento per i malati di tubercolosi, ospitato dal Maggiore dal 1900 al 1904, fu uno dei primi in Italia. Questo reparto, dopo alterne vicende, venne trasferito in località Bellaria, dove sorse un nuovo padiglione, ancora grazie ad un lascito dello stesso Pizzardi. L’Ospedale Maggiore accrebbe progressivamente la sua fama, superando i confini bolognesi, per la costante modernizzazione delle sue strutture, ma soprattutto per il riconosciuto valore dei medici che vi lavoravano. La nuova facciata venne inaugurata nel 1903. L’ospedale venne ricostruito, fuori porta Saffi, dopo che i bombardamenti della seconda Guerra mondiale ne avevano danneggiato completamente la struttura.

Testo tratto da Cent'anni fa Bologna : angoli e ricordi della città nella raccolta fotografica Belluzzi, Bologna, Costa, 2000.