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Mario Guermani detto/a Guerra

26 luglio 1894 - 14 febbraio 1945

Scheda

Mario Guermani, «Guerra», da Ruggero ed Emilia Berti; nato il 26 luglio 1894 a Bologna; ivi residente nel 1943. Ufficiale in spe.
Iscritto al PSI.
Militò nella brigata Matteotti Città e nell'estate 1944 fu nominato vice responsabile del Comando piazza di Bologna. Nello stesso periodo di tempo ebbe l'incarico di consigliere militare delle tre brigate Matteotti che operavano nel bolognese. Con Otello Bonvicini, fu uno dei principali collaboratori di Gianguido Borghese, il comandante di stato maggiore delle brigate Matteotti.
Nell'inverno 1944, quando l'esercito alleato si fermò alle porte di Bologna e i nazifascisti scatenarono una dura repressione contro le forze della Resistenza, la federazione del PSI decise di inviare una missione al sud, per consultarsi con la direzione nazionale del partito. Il governo e il comando militare alleato e concordare la strategia da seguire durante la sosta invernale delle ostilità e alla ripresa primaverile. L'incarico fu affidato a lui e a Paolo Fabbri, segretario della federazione socialista bolognese.
Lasciata la città il 17 dicembre 1944, i due attraversarono fortunosamente la linea del fronte, sull'Appennino coperto di neve, e raggiunsero Porretta Terme dove si incontrarono con i partigiani della brigata Toni Matteotti Montagna. Proseguirono per Roma ed ebbero numerosi colloqui di carattere politico-militare. Si recarono anche a Napoli per partecipare al primo congresso della rinata CGIL.
Tornati a Porretta Terme il 12 gennaio 1945, furono costretti a una lunga sosta perché l'abbondante strato di neve che ricopriva l'Appennino impediva il passaggio lungo i sentieri. Si rimisero in viaggio il 14 febbraio con l'intenzione di attraversare la linea del fronte in località Bombiana (Gaggio Montano). Erano guidati da Adelmo Degli Esposti, pratico dei luoghi. Prima di sera la guida rientrò nelle linee alleate. Disse che durante l'attraversamento di un bosco — del quale non seppe indicare la località esatta — il gruppo era stato fatto segno a numerosi colpi di arma da fuoco. Spaventatosi, era tornato indietro senza preoccuparsi dei compagni. I partigiani della brigata Toni Matteotti Montagna si offrirono volontari per attraversare le linee e ricercare Guermani e Fabbri. Quando le pattuglie erano pronte per l'uscita, il comando brasiliano — dal quale, in quel periodo, dipendeva la formazione socialista — vietò la missione, ritenendola troppo rischiosa.
I due non giunsero mai a Bologna e attorno alla loro scomparsa si intrecciarono molte versioni. Furono avanzate sia l'ipotesi di un delitto politico sia quella di un delitto comune, perché si sapeva che trasportavano una ingente somma di danaro. Una cosa, comunque, è certa: i 5 milioni che avrebbero dovuto portare a Bologna — destinati alle casse del CLN — all'ultimo momento erano stati lasciati al comando della brigata Toni Matteotti Montagna. Fabbri, in tasca, aveva solo un grosso assegno, come fu constatato il giorno in cui furono recuperati i suoi resti accanto a quelli di Guermani.
I due furono ritrovati nell'aprile 1946 ad Abetaia di Bombiana (Gaggio Montano), da Nevio Fabbri, figlio di Paolo, dopo estenuanti ricerche durate mesi e mesi. Dall'autopsia risultò che i due erano stati colpiti da numerose schegge, anche se non fu possibile accertare il tipo di proiettile, mina o bomba a mano.
Riconosciuto partigiano dal 18 settembre 1943 al 15 febbraio 1945. [O]

E' ricordato nel Sacrario di Piazza Nettuno.