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Giornale d’Italia

1901

Schede

Nel 1901 Alberto Bergamini, su incarico di Sidney Sonnino, fondò il quotidiano “Giornale d’Italia”. Ebbe un indirizzo conservatore e antigiolittiano. Assunse presto gran prestigio e inventò la “terza pagina”. All’avvento del fascismo scrisse che liberali e fascisti «sono identici e noi liberali possiamo rivendicare di essere stati, per così dire, prefascisti, quando era di gran moda essere democratici».
Quando i fascisti tentarono di egemonizzare il PLI, il giornale scrisse «siamo alleati, non vassalli».
Il 9.12.1923, quando assunse una posizione antifascista, Bergamini fu costretto a dare le dimissioni. Il 26.2.1924 fu pugnalato e il mese dopo dovette abbandonare la presidenza della FNSI, il sindacato dei giornalisti.
All’indomani del 25.7.1943 gli fu riaffidata la direzione del giornale che conservò sino all’8.9.1943. Dopo la Liberazione di Roma gli fu offerta la direzione, a condizione che si allineasse su posizioni conservatrici. Rifiutò.
Divenuto l’organo della destra clerico-conservatrice, il giornale decadde e cessò le pubblicazioni a metà degli anni Settanta, per riprenderle qualche tempo dopo, con una formula editoriale modesta. [O]