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Anzola Dell'Emilia, (BO)

1943 | 1945

Insediamento

Schede

Anzola è un comune della provincia di Bologna attraversato dalla via Emilia, situato nella parte ovest della pianura bolognese, nei pressi delle prime colline. Dagli ’80 ha acquistato sempre più i connotati di un quartiere residenziale periferico, pur non smarrendo i connotati di una comunità con una forte coesione sociale e caratteristiche di forte solidarietà. Vive in uno stretto rapporto con l’area metropolitana di Bologna, di cui fa parte: basti pensare ai movimenti giornalieri per motivi di lavoro, alle modalità di accesso agli esercizi commerciali ed ai modi di fruire del tempo libero. Si estende su 36,6 kmq ed ha una popolazione di 11.586 abitanti, di cui 981 stranieri che rappresentano già l’8,5% (dati al 31.12.2007). Di questi cittadini solo il 24,3% sono di origine anzolese.

Dopo l’armistizio dell’8 settembre anche gli anzolesi vissero gli aspetti più tragici del conflitto: l’esercito era allo sbando e numerosi militari anzolesi vennero internati nei campi di lavoro e di sterminio e le truppe nazifasciste occuparono il paese. Il comando tedesco della Wermacht era alloggiato nella Villa Orsi Mangelli.

La Resistenza ad Anzola aveva radici in un antifascismo molto radicato nel tessuto sociale della comunità e coinvolse persone dei più diversi orientamenti politici. Nell’autunno del 1943, dopo la caduta del regime fascista, coloro che per anni ne avevano subito le persecuzioni costituirono le prime basi partigiane: con la nascita della Repubblica Sociale entrarono nella lotta anche soldati dell’ex esercito italiano e coloro che rifiutarono la chiamata alle armi.
Sul territorio comunale operarono tra il 1943 ed il 1945 la 7^ brigata partigiana a cui appartenevano i 67 partigiani del distaccamento “Tarzan” di Anzola che nel novembre del 1944 presero parte alla battaglia di Porta Lame e la 63^ brigata “Bolero” che aveva come zona di operazioni il territorio tra Monte San Pietro e S. Giovanni in Persiceto.
La resistenza si avvalse di un ampio appoggio popolare che nasceva dal forte legame tra i combattenti e la popolazione. Nel territorio di Anzola le basi partigiane furono ben 28. Fondamentale fu anche il ruolo delle donne: ad Anzola ci furono più di venti staffette che sostennero il movimento clandestino garantendo il rifornimento ed i collegamenti fra i vari gruppi.
Al termine della guerra i partigiani anzolesi morti in combattimento furono 32, a cui si aggiungono i 12 morti nel campo di concentramento a Mauthausen.
Vanno inoltre aggiunte le vittime dei numerosi rastrellamenti ed in particolare di quello del 5 dicembre 1944 compiuto da fascisti e SS nelle campagne attorno ad Anzola, alla ricerca di partigiani. Alcuni degli arrestati furono internati in Germania, mentre altri furono inviati nelle carceri bolognesi di S. Giovanni in Monte. Di undici di loro non si seppe più nulla fino all’estate del 1945 quando, tra le vittime seppellite sui calanchi di Sabbiuno, vennero riconosciuti i corpi di Augusto Bosi, Efrem Benati, Nino Bonfiglioli, Gaetano dall’Olio, Mario Ferrari, Giovanni Gandolfi, Adolfo Magli, Pierino Turrini, Aldo Zanetti e Umberto Zucchini.
Tra il 18 e il 20 aprile 1945 i bombardamenti alleati colpirono Anzola e Ponte Samoggia; il 20 aprile fu il giorno della liberazione di Anzola dell’Emilia.
Il 21 aprile (giorno dopo l’arrivo degli alleati) un gruppo di fascisti cercò di forzare il blocco stradale e caddero le ultime vittime anzolesi del conflitto. 

Il 7 febbraio 1946 ad Anzola dell’Emilia veniva assassinato Luigi Zavattaro, segretario della DC anzolese e stimato esponente del CLN locale.
L’omicidio, per il quale non sono mai stati individuati i responsabili, maturò nel clima di contrapposizione politica dell’immediato dopoguerra. Anche Zavattaro viene ricordato durante la festa della Liberazione, il 25 aprile, come caduto per la libertà e la democrazia.
Dopo la Liberazione, per volontà della Amministrazione comunale, la maggior parte di strade e monumenti anzolesi sono stati intitolati a vittime del fascismo, a partigiani morti durante la Resistenza e a deportati morti nei campi di concentramento.
Anzola è tra le città decorate con la Croce di Guerra al Valor Militare (decreto della Presidenza della Repubblica del 1994) per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.