Rastrellato e deportato Alfonso Melloni, presidente della Gioventù cattolica

Scheda

Il 12 ottobre Alfonso Melloni, presidente diocesano dei giovani dell'Azione cattolica (GIAC), è catturato durante un rastrellamento a San Ruffillo mentre è alla ricerca di cibo. E' inviato nel lager di Fossoli e quindi rinchiuso nel campo di prigionia di Chemnitz in Sassonia. Qui sarà costretto a lavorare duramente nella fabbrica Reinecher. Riuscirà in seguito a farsi trasferire a Monaco di Baviera, dove sarà impiegato in banca, ma anche assistente spirituale degli internati italiani, in particolare dei carabinieri arrestati a Roma dopo l'8 settembre. Poco prima della caduta del nazismo potrà tornare in Italia con un lungo viaggio a piedi. Nato nel 1902, Melloni era stato, assieme ai fratelli Giorgio e Lorenzo, uno dei protagonisti dell'esperienza del Circolo di Azione cattolica Leone XIII. Aveva rifiutato con fermezza l'adesione al fascismo. Poco prima della sua cattura, operando presso l'oratorio Salus, vicino a porta Saragozza, aveva preso ad aiutare i rastrellati toscani, che don Giulio Salmi riusciva a far evadere dal lager di transito delle Caserme Rosse. Nel 1948 Melloni sarà ordinato sacerdote e nel 1952 diventerà Rettore del Seminario Diocesano.

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