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Rastrellamenti per esigenze produttive, la popolazione civile italiana avviata al lavoro coatto

1942 - 1945

Schede

L’esigenza di sopperire alla mancanza di lavoratori nelle aziende e nell'agricoltura della Germania nazista indusse il Reich a reclutare con ogni mezzo forza lavoro nei paesi occupati. Si venne pertanto a creare una complessa tipologia di lavoratori, selezionati in base alla razza, alla nazionalità, alla professionalità posseduta. Si calcola approssimativamente che la Germania, durante la guerra, abbia sfruttato in questo modo la forza lavoro di circa 12 milioni di persone, non di nazionalità tedesca.
Gli abitanti di Marche, Emilia-Romagna e Toscana, in particolare, venivano rastrellati dai soldati delle SS e condotti alle Caserme Rosse, insediamento militare trasformato in centro di smistamento dove i civili venivano divisi tra abili al lavoro in Germania, abili al lavoro in Italia per la Todt (organizzazione nata per collaborare all'edificazione di trinceramenti e manufatti per il conflitto) e inabili. Una volta divisi in questo modo, dopo visite mediche puramente formali, venivano inviati prima a Fossoli, poi a Verona e quindi trasportati verso la Germania su carri merci.