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Pugnali della Società della Morte

1855 ca.

Schede

I sei pugnali in acciaio, risalenti con buona probabilità al 1855, vennero donati al Museo del Risorgimento il 10 giugno del 1905 dal conte bolognese Pietro Tacconi, scrittore e collezionista di oggetti d’arte e d’antichità, che li aveva acquistati dal proprietario originario, membro di una famiglia di Castel Bolognese, in gioventù affiliato alla ‘Società della Morte’. Le informazioni sulla provenienza originaria dei pugnali vennero trasmesse per via orale: non esistono infatti documenti scritti in merito.

I pugnali sono contenuti in un astuccio di cartone ricoperto di carta marmorizzata, in uso alla metà del XIX secolo, che simula una busta d’archivio, foderato all’interno nel fondo di velluto color rosso mattone (stinto dal tempo) e nel coperchio di raso nero. I pugnali presentano simboli massonici, frammisti a fronde, fiori, strumenti musicali, corni da caccia, quaderni di musica, ancore, cervi, alberi, vasi di rose ecc. Uno di essi ha l’impugnatura in avorio, gli altri in ebano lavorato. Una descrizione particolareggiatissima, e le informazioni, qui sintetizzate, in forma ampia, vennero inserite da Fulvio Cantoni in un breve articolo pubblicato sulla rivista «L’Archiginnasio» nel 1915, unitamente ad una serie di ipotesi interpretative sulla provenienza dei pugnali e sul loro significato reale, a testimonianza dell’interesse che allora era ancora diffuso per questi materiali.

Pugnali della Società della Morte, 1855 ca. Acciaio, ebano, avorio; astuccio: cartone,v elluto, raso astuccio: cm 39 x 29 pugnali: lunghezza totale mm 240; lama mm 140 inv. n. 2283.

Mirtide Gavelli

In collaborazione con IBC - Istituto per i beni culturali dell'Emilia Romagna.