Progetto per la facciata di Villa Modoni a Medicina

Progetto per la facciata di Villa Modoni a Medicina

1793

Scheda

Traccia della progettazione del “Casino di Campagna” a Medicina (Bo), su commessa del Capitano Pietro Modoni, si trova nel catalogo delle sue opere elencate da Bolognini Amorini nell’Elogio, ove è infatti annotata alla data 3 febbraio 1793 “Pianta e facciata del Casino di Campagna e di due barchesse laterali al detto Casino, fabbricati in un podere vicino alla terra di Medicina, di ragione del Sig. Capitano Pietro Modoni”. Tuttavia, dalla numerosa corrispondenza intercorsa tra progettista e committente, è evidente che le attività iniziarono ben prima, infatti, risalgono al 1781. Altro riferimento che si ritrova sempre nell’Elogio è il seguente “…Un evidente testimonio del suo genio Palladiano died’egli in moltissimi Casini di Villa per diversi ideati, come pel Conte Fantuzzi a S. Donino, pel Cav. Ratta a Vedrana, per D. Gaetano Muratori a Calcara, pel Capitano Modoni a Medicina, pel Marchese Magnani Farnè, e nell’elegante palazzotto fatto innalzare dal Nob. Uomo Giacomo Sardini nella Pieve di Santo Stefano del Territorio di Lucca; onde alle deliziose Ville si accrebbe il nuovo pregio di un fabbricato Palladiano…”. La Villa, esposta a levante e preceduta da una vasta area verde, si articola in tre corpi separati ed allineati. Quello centrale è caratterizzato da un pronao tetrastilo avanzato, posto all’altezza del piano nobile, con colonne dorico-toscane ed architrave a triglifi.

Al centro del timpano è inserito il rilievo dello stemma Modoni, costituito da una conchiglia bianca su campo giallo, sovrastata da tre gigli e con sottostanti tre fasce orizzontali di colore blu, adornato da festoni e frutti di melograno e sulle cui estremità s’innalzano due guglie piramidali. Completano il complesso della villa due basse barchesse simmetriche, a porticato, con quattro colonne uguali per misura e forma a quelle del pronao centrale: l’architrave non è decorato a triglifi e definisce l’altezza della costruzione. L’intero progetto presenta un’unitaria impaginazione classica, ispirata ai modelli palladiani, interpretati, oltre che negli schemi compositivi architettonici del quadrato, nell’accentuazione degli effetti cromatici e chiaroscurali. L’attuale forma del corpo principale della Villa, non corrisponde perfettamente a quella originale: emerge che nell’idea originale vi era l’intenzione di realizzare una scalinata esterna in una forma ampia e solenne che accedeva direttamente al loggiato tetrastilo, ornata ed ingentilita da statue; mentre sui lati dell’edificio erano previste due terrazze con balaustre e statue, sul modello di alcune ville inglesi del periodo.

Per quanto attiene ai terrazzini laterali, è possibile affermare che questi vennero effettivamente realizzati e solo in un secondo momento inglobati nel corpo di fabbrica. Infatti, a seguito di una attenta analisi delle trame murarie, è stato possibile individuare distintamente i giunti realizzati per l’ampliamento del corpo di fabbrica, inoltre, coperti dall’intonaco nel corso di recenti lavori di restauro, sono stati individuati anche i canali di scarico delle acque meteoriche realizzati in cotto. Probabilmente, la chiusura dei terrazzi, avvenne con un intervento di ristrutturazione attuato negli immediati anni successivi alla costruzione del Casino, verosimilmente quando la Villa cambiò di proprietà dai Modoni ai Simoni. Tali modifiche del corpo principale della Villa hanno comportato un effetto di compattamento compositivo, formalmente corretto, ma lontano dalla dinamica della prima progettazione. Per quanto attiene invece allo scalone monumentale, va detto che questo fu demolito con un intervento di ristrutturazione effettuato nei primi anni del ‘900. Proprio grazie agli elementi di riscontro acquisiti nel corso dei lavori di restauro intervenuti nei primi anni del XXI secolo e sulla base dei disegni originali, della corrispondenza intervenuta tra l’Architetto Venturoli ed il Capitano Modoni, è stato possibile ricostruire fedelmente tale scalone.

Dalla lettura dei carteggi che intervennero tra il Modoni ed il Venturoli, relativamente alla realizzazione della Villa, emerge che alla costruzione prese parte il capomastro Gaudenzio Orlandi, impiegato dall’architetto anche nella realizzazione della chiesa di Castel Guelfo e noto a Medicina per aver realizzato l’altare della Buona Morte nella chiesa dell’Assunta su disegno dell’Architetto Saveri Fabri. Mentre, con riferimento alle decorazioni scultoree, dalle corrispondenze intercorse emergono i nomi di Buonaventura Forlani, di Giacomo Rossi e Luigi Acquisti. Per quanto attiene alla decorazione pittorica è ben documentata la presenza del paesista Vincenzo Martinelli, mentre in un carteggio vengono altresì citati i Signori Fancelli (Petronio e Pietro), ma della loro opera non si è trovata traccia. Con riferimento alle pitture del Martinelli, vi è evidenza che queste non vennero affrescate sui muri ma vennero eseguite su tela e quindi apposte all’interno della Villa in quadri, di ciò si trova chiara traccia nelle lettere del Venturoli “…Rapporto poi ai suoi quadri, io mi sono portato in persona a casa del Sig. Martinelli e ho veduto l’abbozzo di uno, egli mi ha assicurato che li farà tutti di mano in mano con impegno e pieni di idee e di lavoro, non risparmiando fatica e diligenza per renderla pienamente contento…”.

Stefano Donati

Testo tratto dal catalogo della mostra "Angelo Venturoli - Una eredità lunga 190 anni", Medicina (Bo), aprile-giugno 2015.

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Angelo Venturoli - Una Eredità Lunga 190 Anni
Angelo Venturoli - Una Eredità Lunga 190 Anni

Video dedicato alla mostra "Angelo Venturoli - Una Eredità Lunga 190 Anni", 19 aprile - 14 giugno 2015 | Comune di Medicina, Palazzo della Comunità, Museo Civico.

Angelo Venturoli - Una Eredità Lunga 190 Anni
Angelo Venturoli - Una Eredità Lunga 190 Anni

Video dedicato alla mostra "Angelo Venturoli - Una Eredità Lunga 190 Anni", 19 aprile - 14 giugno 2015 | Comune di Medicina, Palazzo della Comunità, Museo Civico.

Documenti
Elogio di Angelo Venturoli
Tipo: PDF Dimensione: 10.63 Mb

Antonio Bolognini Amorini, Elogio di Angelo Venturoli architetto bolognese, Bologna, Tipografia Nobili, 1827

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