Primodì Carolina

Primodì Carolina

[?] - 8 Agosto 1860

Note sintetiche

Scheda

Carolina Primodì nasce in una solida famiglia borghese. Pittrice, fu allieva di Giuseppe Guizzardi. La sua storia d’amore con lo scultore Cincinnato Baruzzi fu contrastata ma si concluse con il matrimonio il 7 luglio 1836 nella chiesa di San Martino, a Bologna. Tra i propri beni Carolina porterà in dote la casa di campagna di Baricella, dove gli sposi risiederanno in estate, nei primi anni della loro unione, in attesa che l’Eliso, così era chiamata dagli amici la villa dell’Osservanza, sia pronta ad accoglierli. Nei mesi più freddi i Baruzzi risiedevano nell’attuale via Zamboni, all’interno di palazzo Malvezzi Bonfioli, dove avevano affittato un appartamento e più tardi si trasferiranno a palazzo Davia Bargellini, in Strada Maggiore. Il sodalizio artistico e sentimentale tra Cincinnato e Carolina va al di là della passione. Dai toni ardenti del fidanzamento, in cui le lettere di entrambi parlano di un amore disposto a rinunciare alla posizione sociale ed economica, incurante della dote e pronto alla fuga romantica, si passa alla corrispondenza quotidiana di una coppia solida e rodata. Carolina è tutto per Baruzzi: amica, segretaria, consulente artistica, confidente nei momenti di scoraggiamento di fronte alle maldicenze e ai contrasti accademici, abile amministratrice del patrimonio.

Carolina si fa da parte come artista, lasciando pieno campo al marito di cui è agente abile e diplomatica, compensando con la sua riflessività il carattere irruento e passionale di lui. In compenso Baruzzi la porta con sé ovunque e partecipa alle esposizioni di Londra e Parigi anche per condurre Carolina con sé nelle grandi città moderne e condividerne con lei gli splendori: treni veloci, architetture in ferro e vetro, splendidi alberghi, salotti, concerti e conversazioni internazionali in cui lei, pittrice colta e beneducata borghese, gli conquista con le sue doti nuovi amici e committenti. Carolina è la padrona di casa di un Eliso accogliente, che i visitatori definiscono un paradiso, dove il belvedere e i giardini, le sale arredate e dipinte con gusto europeo sono lo specchio di una cultura che va ben al di là della Bologna del tempo. A casa Baruzzi si organizzano conversazioni, cene e concerti, come quello memorabile del novembre 1842 che riunisce nella villa Gioacchino Rossini, la danzatrice Maria Taglioni, a Bologna per la rappresentazione della Silfide, e il tenore Domenico Donzelli. A sua volta Baruzzi protegge Carolina dalla sua famiglia d’origine, dal padre Francesco, spesso ombroso e sfuggente, e dal fratello Clemente che nel 1850, all’indomani della morte del padre, la trascinerà in una causa per la divisione dell’eredità. Carolina, fuggita a Roma per evitare il problema, affiderà a Cincinnato e agli avvocati il compito di risolvere la vertenza e si terrà prudentemente alla larga dal campo di battaglia.

Nel 1860 appena Baruzzi rientra a Bologna da Torino lo coglie il fulmine a ciel sereno della malattia di Carolina. Convocato d’urgenza a Firenze, in casa di amici, Baruzzi assiste impotente all’aggravarsi delle sue condizioni e ai consulti dei medici. Carolina muore a Firenze l’8 agosto 1860. «Ti scrivo piangendo, immerso nel più cupo dolore. La massima delle sciagure mi ha colpito! La mia Carolina non è più».  Per Baruzzi si apre un lungo periodo di sconforto. Ha perduto il lato equilibrato della sua personalità, la mediatrice e l’amministratrice di fiducia. Scivola lentamente nelle mani di Ulisse Paoletti, aiuto scultore nel suo studio, che si ritaglia giorno per giorno uno spazio, anche amministrativo e contabile, sempre più ampio. Spinto fuori dal mondo a cui era appartenuto per 30 anni Baruzzi si ritira, come un’aquila nel suo nido, nella villa dell’Osservanza e continua anno dopo anno ad ampliarne ed arricchirne gli spazi, a farne rinfrescare le pitture e a lavorare nello studio con allievi e lavoranti che gli sono rimasti vicini.

Antonella Mampieri

Testo tratto dal volume 'Cincinnato Baruzzi (1796 - 1878)' di A. Mampieri, secondo numero della Collana Scultori bolognesi dell'800 e del '900, Bononia University Press, Bologna, 2014

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