Sidi Bargub (Libia)

Scheda

La località di Sidi Bargub si trova in Tripolitania, lungo la strada che collega la cittadina di Azizia a Tarhuna. 
Gli avvenimenti che vi successero vanno inquadrati in un contesto più ampio: l’assedio delle truppe senusse al campo trincerato italiano di Tarhuna (nel 1837 alcune tribù libiche unificandosi, diedero vita ad una organizzazione politico religiosa denominata Senussia; nel 1915 le truppe della Senussia si allearono con la Turchia contro gli italiani). 
La grande rivolta delle tribù libiche della seconda metà del 1914 aveva costretto le truppe italiane a ritirarsi su di una linea appoggiata al mare, con alcuni caposaldi a protezione della città di Tripoli. 
Uno di questi era appunto il villaggio di Tarhuna che il capo ribelle Saadi Ben Sultan cinse d’assedio ai primi di maggio del  1915. Il 12 maggio si fece un tentativo per liberare la guarnigione italiana.
Il colonnello Rossotto con una forte colonna di bersaglieri ed ascari libici, seguito da una carovana di rifornimenti, mosse dalla vicina cittadina di Azizia con direzione Tarhuna. Ma all’altezza della Uadi Milga la colonna venne attaccata da masse di ribelli senussi e costretta a trincerarsi in difesa e i rifornimenti ritornarono ad Azizia; il giorno dopo, con l’arrivo di rinforzi, la situazione volse a favore degli italiani che nel pomeriggio raggiunsero Tarhuna e la guarnigione assediata, senza però poter tentare lo sganciamento perché il cerchio dei ribelli si era di nuovo rinchiuso. 
L’arrivo dei soldati, ma non dei rifornimenti, azzerò le scorte di viveri ed anche l’acqua venne razionata. Altri tentativi di portare aiuti furono tentati il 17 ed il 20 maggio, senza alcun risultato. 
Ai primi di giugno dentro al campo trincerato italiano la situazione si fece disperata. Il governatore militare della Tripolitania, generale Tassoni, ricevette dal ministro delle colonie Ferdinando Martini un telegramma nel quale lo si esortava a liberare Tarhuna per evitare la vergogna di una resa ai ribelli, promettendo l’arrivo di due battaglioni di soldati eritrei. 
Il 10 giugno il capo ribelle Saadi Ben Sultan mandò un parlamentare al comandante del presidio, colonnello Antonucci, offrendo un salvacondotto per tutta la guarnigione sino a Tripoli in cambio della resa. Naturalmente venne respinto. Fattasi insopportabile la situazione, da Tarhuna il giorno 16 giugno tramite i piccioni viaggiatori si informò il comando italiano di Tripoli che il giorno 18 tutta la guarnigione, compresi i civili, avrebbe mosso dal campo trincerato verso la costa.
Il generale Tassoni dispose che alcune colonne, partendo dalle località di el-Cussabàt, Azizia e Ain-Zara, dirigessero su Tarhuna per aiutare la sortita. La colonna che partì da Azizia il 16 giugno era composta da bersaglieri e ascari libici ed eritrei al comando del colonnello Monti.
Le truppe italiane di soccorso si diressero verso Sidi Ulid, dove si scontrarono coi ribelli senussi. Dopo ore di battaglia, la colonna fu costretta a ripiegare verso Azizia, da dove ripartì appena fatto rifornimento di munizioni e acqua. 
Le spie ribelli intercettarono la colonna, che fu attaccata dal grosso delle forze senusse nei pressi di Sidi Bargub. La battaglia  infuriò per ore e alla fine volse a favore dei ribelli libici. Le truppe italiane si ritirarono ad Azizia, lasciando una scia di morti e feriti lungo la strada.
Alcuni soldati sopravvissuti al combattimento di Sidi Bargub, una volta rientrati ad Azizia, si resero colpevoli del massacro di 15 civili arabi con l’intento di vendicare i compagni morti.  
Il giorno 18 giugno, alle 4 del mattino, da Tarhuna uscì l’intera guarnigione, composta da 1500 soldati italiani, 700 ascari libici ed eritrei ed un certo numero di civili che comprendeva anche donne e bambini. L’obiettivo era uno solo: arrivare a Tripoli.
Alla sera dopo ore di combattimenti, ogni resistenza risultò vana; gli artiglieri che non vollero abbandonare i pezzi furono tutti uccisi, poi i ribelli senussi massacrarono gli ascari, e molti civili furono colpiti da pallottole vaganti. 
Gruppi di sopravvissuti si dispersero nella notte dirigendosi verso Azizia e Tripoli, sempre inseguiti dalla cavalleria senussa. Solo poche centinaia di soldati riuscirono a raggiungere le linee italiane. 
Paolo Antolini 
Bibliografia:  Angelo Del Boca, Gli Italiani in Libia. 1: Tripoli bel suol d’amore 1860-1922,  Bari, Laterza, 1986.
Leggi tutto

Luoghi

Eventi

Persone

Morti in questo luogo

48 biografie:

A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z 0-9 TUTTI
Documenti
Tripolitania | Menscia di Tripoli
Tipo: PDF Dimensione: 3.29 Mb

"In Tripolitania"; "La Menscia di Tripoli" di Nino Salvaneschi. Da "La Lettura - rivista mensile del Corriere della Sera", Milano, 1911. © Museo Risorgimento Bologna | Certosa.

Apri mappa