Oslavia

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Scheda

Dopo la 4a battaglia dell'Isonzo, le truppe italiane avevano appena intaccato la testa di ponte di Gorizia, ancora saldamente in mano austriaca. Particolarmente deboli erano le nuove posizioni italiane tra la quota 188 ed il paese di Oslavia, posto sotto il costante tiro delle batterie del monte Sabotino. Nel gennaio del 1916, le truppe italiane erano immobilizzate nelle trincee ridotte a fiumi di fango e il comando austriaco decideva di approfittarne per tentare la riconquista della quota 188. Il mattino del 14 gennaio il tiro dell’artiglieria austriaca si fece più intenso e si mantenne tale per l'intera giornata, distruggendo trincee e ricoveri ed infliggendo gravi perdite; la sera il fuoco crebbe addirittura di intensità e, verso le ore 22, truppe della 58a divisione ungherese attaccarono i superstiti del 153° e 154°reggimento della brigata Novara. Causa la distruzione delle linee telefoniche e di osservazione, il nostro comando seppe solo al mattino del 15 che il nemico aveva occupato la quota 188 e si era affermato tra i primi ruderi di Oslavia; per rioccupare le posizioni perdute furono inviate le riserve di settore, ma alle ore 12 non si era neppure potuto ripristinare il collegamento con le truppe che ancora resistevano presso Oslavia. Il 3° battaglione del 135° reggimento, tra i primi ad accorrere sul luogo dello scontro, rimase accerchiato e fu quasi completamente annientato, solo nel pomeriggio fu possibile riconquistare le trincee del Dosso del Bosniaco presso la quota 188; verso sera la reazione italiana portò alla riconquista di Oslavia e sullo slancio alcune compagnie della brigata Pistoia penetrarono nelle difese nemiche di quota 133 conquistandole. I combattimenti proseguirono tutta la notte del 15. Solo al mattino del 16 gennaio due battaglioni del 136°, che erano riusciti ad infiltrarsi sul fianco del nemico, completarono la riconquista dell’intera linea perduta con l'assalto austriaco del 14. Tra il 14 ed 16 gennaio, furono persi oltre 2000 uomini e 111 ufficiali, mentre gli austriaci ebbero fuori combattimento circa 600 soldati e 14 ufficiali. Malgrado l'insuccesso, il comando austriaco progettava ancora la riconquista di Oslavia; il mattino del 24 gennaio l'artiglieria austriaca aprì un fuoco distruttivo sulle trincee di quota 188 e su Oslavia, mantenendolo fino al tardo pomeriggio. L'attacco delle fanterie ungheresi , dopo una simile preparazione di artiglieria, non incontrò eccessive difficoltà. La successiva reazione italiana non ebbe successo, tanto che alla fine degli scontri le posizioni erano in pratica quelle dell’offensiva autunnale del 1915, ma furono persi altri 120 ufficiali e 2200 uomini di truppa. Col peggiorare delle condizioni atmosferiche, solamente le artiglierie continuarono, nel mese di febbraio, a far sentire la loro voce. Paolo Antolini

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Paolo Antolini, La funzione delle trincee. © Museo Risorgimento Bologna | Certosa.

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