Salta al contenuto principale Skip to footer content

Alfonso Francesco Orfei

5 Ottobre 1896 - 28 giugno 1916

Scheda

Orfei Alfonso Francesco, (Medaglia d'argento al valor militare), di Procopio, aspirante ufficiale nell'8 reggimento Fanteria, nato a Medicina nel 1896, dimorante a Medicina, morto per ferite a Monfalcone il 28 giugno 1916. Studente. Ammogliato, lascia un'orfana.

"Aspirante Ufficiale nell’8° Regg. Fanteria. Morto il 29 giugno 1916 combattendo eroicamente a quota 77 di Monfalcone (Carso Triestino). (Proposto per la medaglia d’oro al V. M.). Decorato della medaglia d’argento al V. M. “con ammirevole ardimento, guidava all'assalto il suo plotone. Giunto presso la posizione, sempre ritto sotto l'intenso fuoco nemico, tentava personalmente, con tutti i mezzi ed anche con la baionetta, di aprirsi un varco nei reticolati. Colpito a morte, non desisteva dall’incitare i suoi e continuava a dare ordini. Sentendo prossima la sua fine, col sorriso sulle labbra, più volte esclamava: 'So di morire, ma sono felice di avere compiuto il mio dovere'. Monfalcone, 28-29 giugno 1916”. 2 Croci di Guerra - Med. Camp. Int. Era nato a Medicina il 5 ottobre 1896. Compiute le scuole elementari frequentò a Bologna la R. Scuola Tecnica Eustachio Manfredi donde passò all’Istituto Tecnico Pier Crescenzi. Giovane intelligente e buono e generoso, cresciuto nel culto per la Patria capeggiò a Medicina, nel periodo della neutralità, il gruppo degli interventisti. Venuta la guerra partì con le reclute della sua classe dal 20 Novembre 1915 al 20 febbraio 1916 su alla scuola militare di Modena uscendone aspirante ufficiale. Dopo una breve licenza passata in famiglia raggiunse in zona di guerra il reggimento al quale era stato assegnato (8° Fanteria) prendendo il comando di un plotone alla 3° Comp. del 1° Battaglione. Iniziatasi la VI. battaglia sull’Isonzo il reggimento ha l’ordine di occupare la quota 77 di Monfalcone. Il 1° Battaglione la sera del 28 giugno esce dalle trincee per la conquista della posizione. La 3° compagnia giunge sotto i reticolati che quasi albeggia, ne attraversa uno e di sorpresa cerca di penetrare nella trincea nemica, ma a pochi metri dalla mèta sorge un ostacolo imprevisto, un secondo reticolato del tutto intatto impedisce di effettuare lo slancio finale. Assalita da una violenta scarica di fucileria e da una furia di mitragliatrici la prima Ondata è costretto a ripiegare. L’Aspirante Orfei in piedi, tranquillo nell’aspetto, corre a destra e a sinistra rincorando i soldati e sarebbe riuscito a dominarli e ad infiammarli col suo coraggio se fosse stato possibile aprirsi un varco: ma il reticolato rimane intatto. Viene comandato il ripiegamento, mentre il fuoco nemico cresce in modo terribile; in uno degli sbalzi indietro l’Aspirante Orfei, colpito da una pallottola al costato, cade senza gettare un grido, spingendo ancora i suoi a tentare l'assalto. Raccolto pietosamente dal soldato portaferiti Luigi Bonfiglioli da Medicina viene portato al posto di medicazione spirandovi poco dopo serenamente fra le braccia di un compagno. La salma, sepolta l’1 luglio 1916 nel cimitero del 21° Fanteria a Monfalcone, venne nel novembre 1921 trasportata nel cimitero di Medicina.

Riportiamo alcuni brani di lettere che il Colonnello Cav. Enrico Lodomez comandante l’8° Regg. Fanteria ed il Cap. sig. Giuseppe Pagani comandante la III. Comp. del 1° Battaglione inviarono alla famiglia nella luttuosa circostanza: "6 luglio 1916. Signora. Compio il doloroso ufficio di annunziarLe la gloriosa morte avvenuta sul campo del Suo povero Alfonso. Aspirante ufficiale del mio reggimento. è morto eroicamente il 29 giugno sulle Trincee tenacemente disputate dal nemico e le ultime sue parole furono per la grande Patria alla vittoria della quale consacrava intera la sua Vita. Sia di conforto al suo immenso dolore, che egli è morto da eroe, lasciando a noi tutti splendido esempio di virili virtù ed un incancellabile affettuoso ricordo, e che il reggimento lo piange e tra i migliori suoi figli. Coi più vivi sensi di cordoglio da parte degli Ufficiali tutti, Il Colonnello Comandante l'8° Regg. Fanteria, f.to Enrico Lodomez.

18 Luglio 1916. ...Aggiungerò ch'Egli era stimato e amato da tutti i colleghi del Battaglione, ed io che avevo la fortuna d'averlo alla mia compagnia, ne apprezzavo le rare doti di mente e di cuore. E' stato eroe nel più alto significato della parole e, com'era dovere mio, lo proposi per la più alta onorificenza a cui possa aspirare un soldato. L'assicuro della mia profonda partecipazione al suo immenso cordoglio ed invocando per Lei l'aiuto di Dio perché la sorregga nel superare tanta prova le porgo l'espressione del mio più devoto ossequio. Capitano Giuseppe Pagani, Comandante la 3° Comp. Dell'8° Fanteria

13 luglio 1916. Era un giovane pieno di energia, di amore al lavoro, di valore, di conoscienza. Pure sotto violenti bombardamenti diede prova di uno strenuo coraggio e sangue freddo non avendo nessuna altra preoccupazione che il compimento assoluto del suo dovere e la cura dei suoi soldati. La notte in cui cadde, raccontano i suoi soldati, fu esempio fulgidissimo; in piedi vicino ai reticolati nemici faceva fuoco col fucile esortando i soldati ad avanzare con coraggio. Cadde perforato da una pallottola di fucile all'epigastrice. Comprese subito che la ferita era mortale ed anche in quelle condizioni esortò i soldati a combattere da valorosi. A chi gli era vicino disse: "so di morire ma sono felice di avere compiuto il mio dovere.".....Lo assisteva il suo amico carissimo sottotenente Piantelli che gli suggeriva pensieri di religione. Alfonso lo ringraziava. Venuto agli estremi pregò che gli tenessero alte le braccia, ed in quella posizione morì al posto di medicazione pianto da tutti come un valoroso fratello perduto. Il nostro cappellano Don Cavagnis vide la sua salma; aveva la testa leggermente piegata sulla spalla destra con l'occhio socchiuso come di un individuo che si è addormentato perseguendo un sogno e la benedisse.... Porgo a mio nome e di tutti i signori Ufficiali le più vive condoglianza a tutta la famiglia del nostro Orfei, augurando che sia di lenimento a tanto dolore il pensiero che Egli cadde da prode per la nostra amata Italia, lasciando a noi fulgido esempio di dovere compiuto ed un incancellabile ricordo. Il Colonnello Lodomez Enrico" (Testo tratto da 'In memoria dei medicinesi caduti per la patria 1915 - 1918', Medicina, Tipografia Luciano Luminasi, 1933).

Note: Nell'Albo d'Oro risulta deceduto il 29/06/1916.