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Ogni colpo è un passo verso la pace

1917

Schede

I costi elevatissimi della Prima guerra mondiale relativi alle ingenti spese militari, furono coperti con l'emissione da parte dello stato di imposte e di prestiti a lunga scadenza. In Italia furono emessi cinque prestiti nei momenti più significativi del conflitto. Dal 1915-16 iniziò una grande campagna pubblicitaria. La Banca d'Italia dopo aver presentato i primi manifesti per il terzo Prestito affina le sue armi e si affida a Ugo Finozzi che realizzerà una serie di immagini per il IV Prestito (1917). Finozzi (Firenze, 1874 - Roma, 1932) era un ex funzionario di banca che esordì come disegnatore umoristico a l'Asino e al Travaso delle idee per il quale creò anche un cartellone. Illustratore di una decina di libri, collaborò a diversi periodici quali Pasquino, Ma chi è?, Noi e il Mondo, Il Secolo XX. Il contributo più rilevante però fu quello al Giornalino della Domenica per cui realizzò, oltre alle testatine delle rubriche, copertine, illustrazioni e progetti di giochi da costruire, tenendovi inoltre una rubrica fotografica con lo pseudonimo di “Pellicola”. Al suo interesse per il mondo dei piccoli sono dovute le marionette dei Promessi Sposi che scolpì per il teatrino di Giovanna di Savoia. Durante la Grande Guerra, oltre ai manifesti per i Prestiti nazionali, creò una serie di soggetti per cartoline militari in franchigia.

Fa parte di quella serie di immagini dedicate a scene di guerra, questa in cui l'illustratore rappresenta un soldato appostato in cima ad un tronco d'albero che, come un cecchino pronto a sparare, con il fucile in mano, punta a distanza il suo bersaglio. Sotto, in un angolo, quasi mimetizzato dalle rocce, un compagno di guerra che, rifugiandosi, vive i duri attimi della guerra di trincea nel doppio ruolo di protagonista e spettatore di quell'evento. Il cielo sullo sfondo ha una luce giallo-arancio, tutto sembra tingersi degli ultimi raggi di sole, forse un giorno che sta per concludersi e una luce che si irradia prima di spegnersi e scomparire nell'oscurità. Il tempo si è fermato, in quest'immagine di Finozzi che, con colori caldi e dorati, cattura il silenzio dell'attimo lasciando spazio alle riflessioni, al malinconico pensiero di chi non tornerà, alla voglia di resistere fino all'ultimo bagliore, per poi accogliere vittoriosi il nuovo giorno. Durante la guerra, la divulgazione di messaggi patriottici contava molto sull'utilizzo della figura del soldato la cui immagine serviva al reclutamento e all'informazione. In questo, come in molti altri manifesti, è presente il riferimento ai Prestiti nazionali ed è qui che ha una grande efficacia l'immagine del soldato inerpicato che incita alla sottoscrizione con le parole: “ogni colpo è un passo verso la pace: se avete fretta di raggiungerla sottoscrivete al Prestito consolidato 5% netto presso la Banca d'Italia”. Il riferimento all'amore patrio e all'onore è evidente in molti manifesti della Grande Guerra. Si trattava di convincere alla sottoscrizione del Prestito, ricordando il sacrificio dei soldati. La guerra per l'Italia e l'eroismo militare venivano così spesso enfatizzati ed oltre alla prodezza del combattente bisognava poter contare anche sull'assistenza di chi, lontano dalla trincea, poteva versare denaro con l'obbligo doveroso di fronteggiare il nemico. La figura di primaria importanza infatti la ricopre proprio il militare che, sacrificando la propria vita, esorta alla collaborazione. Il chiaro messaggio di chi pensa “a me tocca resistere, a tutti gli altri sottoscrivere” è dedicato a chi non può partecipare attivamente a quella guerra e quindi: “se non può partire per la guerra deve ugualmente compiere il proprio dovere di cittadino ed è necessario che contribuisca”. Entriamo nel vivo della battaglia e partecipiamo ad essa attraverso l'immagine di Finozzi che, quasi come un fotoreporter, raggiunge a pieno lo scopo della comunicazione visiva e come in un'istantanea, nella posa dei soldati, nello sfondo, negli attimi di pericolo, ci fa testimoni della grande guerra catapultandoci in quel preciso momento, a lottare per la patria senza lasciare trapelare alcun timore, senza conoscere il proprio destino, ma fieri di poterlo fare. La fierezza qui sottintesa che fa dei soldati difensori valorosi è ravvisabile maggiormente in altre immagini del tempo. che fanno leva sia sul sostegno della patria sia sulla tutela della propria famiglia, come in Cacciali via! (1918) sempre di Finozzi, in cui la figura femminile, più frequentemente usata in versione simbolica, è vista nel suo ruolo realistico di moglie-madre dotata di un orgoglio cui l'uomo non può essere da meno e con baionetta sguainata, avanza son spirito bellicoso. Ora fieri e orgogliosi, intenti al dovere, ora pronti a partire e ora invece testimoni di ferite da guerra, i soldati sono un mezzo necessario ai fini del messaggio propagandistico.

Ornella Chillè

Bibliografia: Maurice Rickards, Manifesti della Prima Guerra Mondiale, Milano 1968; L'oro e il piombo - I prestiti nazionali in Italia nella Grande Guerra, Bollettino del Museo del Risorgimento. Bologna, anno XXXVI, 1991; Marzia Miele, Cesarina Vighy, Manifesti illustrati della grande guerra, Roma 1996; Francesca Grillo. Il Prestito Nazionale nei manifesti della Prima Guerra Mondiale in Grafica d'Arte rivista di storia dell'incisione antica e moderna e storia del disegno, Anno XXI, Aprile-Giugno 2010, numero 82 pp. 18-23; La guerra che verrà non è la prima, (cat. Mostra tenuta a Rovereto nel 2014-2015), Milano 2014; Dario Cimorelli, Anna Villari, La grande guerra. Società, Propaganda, Consenso, mostra tenutasi a Napoli dal 1 aprile al 23 agosto 2015; Siti consultati: Notiziario Bibliografico, periodico della Giunta regionale del Veneto, numero 69; La Domenica del Corriere e l'approfondimento La guerra sugli scaffali della Biblioteca dell'Archiginnasio di Bologna