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Monte Pečinka (Slovenia)

Fronte militare

Schede

Il monte Pečinka (q. 291), insieme alla sua quota gemella, il monte Pečina (q. 308) rappresentavano insieme al Veliki Hribach (q.343), il secondo grande bastione del Carso di Comeno settentrionale una volta caduto il Nad Logem, a picco sul Vallone e sul sottostante corso del fiume Vipacco nella piana di Gorizia. Tutte e tre queste quote potevano a loro volta dirsi contrafforti del Fajti Hrib, il monte più alto dell'intero Carso di Comeno con i suoi 433 metri di altezza. Spesso confusi l'uno con l'altro a causa dei nomi similari, il  Pečinka e il  Pečina furono investiti dalle truppe italiane fra la 7a e la 9a battaglia dell'Isonzo, le famose "spallate" di Cadorna sul Carso sull'onda dell'entusiasmo della 6a battaglia dell'Isonzo che aveva portato al superamento del Vallone, e definitivamente conquistate ai primi di novembre del 1916.

Particolarmente temuto fra i soldati italiani era il  Pečina, che a seguito dell'occupazione italiana risultò essere una formidabile posizione di ricovero di truppe austriache. Sotto la cima del monte c'era infatti un'enorme caverna naturale, dotata anche di un camino di risalita e di un potente riflettore che illuminava tutto l'altopiano carsico, e che poteva ospitare diverse centinaia di uomini. Il  Pečinka venne conquistato il 1° novembre 1916 dalle truppe della 1a brigata bersaglieri (6° e 12° reggimento). Un monumento in rovina sulla cima del monte ricorda ancora oggi quell'avvenimento. La cima del  Pečina, invece, risulta ancora del tutto sconvolta dai lavori di fortificazione. Anche la grande grotta è ancora oggi ben visibile, recuperata dal lavoro di alcuni volontari, e visitabile su appuntamento. Il  Pečinka e il Pečina, dopo la conquista italiana, entrarono a far parte del sistema difensivo detto "del  Veliki",  dirimpetto al Fajti, dove si era spostata la linea del fuoco.

Di Giacomo Bollini