Monghidoro, (BO)

Monghidoro, (BO)

1796 | 1918

Scheda

Monghidoro, comune bolognese sull'Appennino emiliano, è situato lungo la strada della Futa, e nel corso dei secoli è stato luogo di passaggio obbligatorio tra la Pianura padana e l'Italia centrale. Anticamente era chiamato Scaricalasino, toponimo risalente al momento in cui, nel 1264, venne predisposto un presidio di confine fra il territorio bolognese e quello fiorentino. Il nome scaricalasino deriva evidentemente dal fatto che il luogo era una stazione doganale dove gli animali da soma erano scaricati dalle merci trasportate, al fine di eseguire i controlli di frontiera. Ottenne lo status di Comune nel 1810, mentre oggi fa parte dell'Unione Montana Valli Savena-Idice, nonché della Città metropolitana di Bologna. Durante il primo conflitto mondiale ebbe 141 caduti, a cui vennero dedicati due monumenti, uno nel centro del paese e il secondo in località Campeggio, entrambi risalenti agli anni '20.

Il Comune viene così descritto nel volume "Provincia di Bologna", collana "Geografia dell'Italia", Torino, Unione tipografico editrice, 1900: "MONGHIDORO (5499 ab.). – Il territorio di questo Comune, occupante la superficie censita di 4624 ettari, si stende sul contrafforte che divide l’alta valle della Savena da quella dell’Idice, e oltre questo torrente, sull’estremo lembo meridionale del mandamento. Il Comune consta di varie frazioni, delle quali le maggiori sono Monghidoro, Piamaggio e Campeggio. – Monghidoro, frazione principale, conta circa 1250 abitanti e si trova ad 841 metri sul livello del mare, poco lungi dal punto in cui a Filigare la strada nazionale della Futa passa sul versante toscano. Il paese è discreto ed ha edifizi moderni e di buona architettura. Notevole è la chiesa parrocchiale, anticamente detta di San Michele ad Alpes, per pregevole architettura di stile classico. Le altre frazioni del Comune sono villaggi di carattere essenzialmente rurale. Il territorio è poco fertile. Dà cereali, segala. Legumi e patate. Nella parte alta si trovano buoni pascoli e boscaglie, da cui si trae legname da ardere e da lavoro. L’allevamento del bestiame da stalla e da cortile e la lavorazione manuale della canapa, insieme alla tessitura casalinga e alla lavorazione della paglia e del truciolo, sono le sole industrie di qualche entità esistenti in luogo. Vi è inoltre una piccola tipografia." (trascrizione a cura di Lorena Barchetti).

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