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Augusto Lizzarini

31 agosto 1894 - 18 giugno1915

Scheda

LIZZARINI AUGUSTO di Carlo e di Calza Clelia, nato a Castel Maggiore il 31 agosto 1894, celibe, professione colono, soldato del 48° Reggimento Fanteria (BRIGATA FERRARA) – dichiarato disperso venerdì 18 giugno1915 nel ripiegamento da Tarhuna a Ain Zara (Libia); per ONORCADUTI sepoltura non nota.
“Lizzarini Augusto e Bassi Vincenzo sono fra i primi caduti di Castel Maggiore nel corso della Prima Guerra Mondiale; nati nello stesso comune, uniti dallo stesso destino, un caso che, a Castel Maggiore, non trova altri riscontri. Muoiono in terra d’Africa, nel corso di eventi bellici poco noti, come del resto, tutta la guerra combattuta fuori dai confini nazionali.
Il mese di maggio 1915 vede l’avamposto di Tarhuna presidiato da due compagnie dell’ 82° reggimento fanteria, da una del 50° reggimento fanteria e da un gruppo di libici a cui si aggregano, il 15 maggio, il XXII battaglione bersaglieri e da due compagnie del I° libico, assediato dalle tribù locali in rivolta; non possono giungere viveri e non vi sono uomini da inviare in soccorso.
In Tripolitania ed in Cirenaica gli effettivi sono ridotti al minimo indispensabile e l’Esercito Italiano non può privarsi di battaglioni o reggimenti impegnati sul fronte carsico; l’unica soluzione che rimane agli assediati è una sortita.
Venerdì 18 giugno 1915, alle 4 del mattino, una lunga colonna esce da Tarhuna percorrendo la carovaniera per Ain Zara sotto un sole cocente; sono uomini stanchi, stremati dalle privazioni che vengono subito attaccati da un nemico consapevole delle loro effettive difficoltà e sfruttando la diserzione in massa dei conducenti arabi.
Segna sicuramente la fine di un incubo l’alba del 19 giugno, quando i superstiti giungono al sicuro a Aziziah.
Dei 2400 effettivi partiti da Tarhuna, solo 200 raggiungono la meta; molti cadono in combattimento e la maggior parte viene fatta prigioniera dai ribelli.
Nel luglio 1916, dopo estenuanti trattative intercorse tra il Governatore Ameglio ed una delegazione di Senussi, vengono liberati 23 ufficiali e 700 uomini di truppa, cioè tutti quelli rinchiusi nel castello turco di Tarhuna”.