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La nascita dell’Aviazione Militare in Italia

Schede

Nel 1884 nell’ambito dell’arma del genio si costituisce la 1a Sezione aerostatica del Genio incaricata della gestione dei due palloni aerostatici acquisiti dal Regio Esercito. Nel 1887 la sezione si trasforma in compagnia specialisti del Genio. Nel 1906 viene approntato il campo di Centocelle (Roma), si gettano le basi per la costruzione del dirigibile P1 e si acquistano i primi tre aeroplani.

Il 1° ottobre 1910 la Compagnia specialisti si trasforma in battaglione autonomo con 4 compagnie specialisti di manovra, una compagnia operai, una compagnia treno, una radio telegrafica ed una fotografica; una sezione aviazione con 4 ufficiali, 67 uomini di truppa ed un numero imprecisato di ufficiali comandanti entra a far parte del battaglione il 1 novembre dello stesso anno. Nasce sul finire del 1910 la scuola militare di aviazione in Cascina Malpensa svincolando quindi l’Amministrazione Militare dal ricorso a scuole di pilotaggio civili od estere come avvenuto fino a quel momento. Viene costituito nel 1911 l’Ufficio di ispezione dei servizi aeronautici e pur riconoscendo la opportunità di dar vita ad uno speciale corpo aereonautico si procede a modificare l’organico del battaglione specialisti su di un comando e quattro reparti aventi le seguenti funzioni: 1° truppe, 2° aviazione militare, 3° dirigibili, 4° stabilimenti, esperienze e costruzioni. Nello stesso anno gli aeroplani fanno il loro debutto in ambito militare partecipando con successo alle grandi manovre svoltesi in Monferrato. Successivamente alcuni aerei, raggruppati nella 1° flottiglia aerei agli ordini del Capitano Montù, vengono trasferiti in Tripolitania, dove era in corso la guerra contro i turchi.

Si tratta del primo impiego bellico del nuovo mezzo che inizialmente impiegato con compiti di avvistamento e ricognizione “inaugura” il bombardamento aereo con il lancio di alcune bombe del tipo Capelli su gruppi arabo-turchi in Tagiura. Non esistendo sistemi di lancio le bombe vengono letteralmente lanciate dalla cabina aperta, mentre i piloti si dotano di pistola per eventuali combattimenti con mezzi similari non essendo ancora stato studiato il sistema per armare il mezzo volante. Il successo nell’impiego determinò un consistente sviluppo del mezzo aereo che non poteva quindi più essere gestito dal battaglione autonomo specialisti del genio; si provvide perciò a sdoppiarlo creando un primo comando aeronautica che si occupava di dirigibili aerostati e costruzioni, un secondo dal quale dipendevano le squadriglie aviatori, le scuole e la direzione tecnica. Nella Marina Militare dopo gli esperimenti del Ten. di Vascello Calderara, uno fra i primi civili ad ottenere il brevetto di volo, vennero costituiti reparti di dirigibili e di idrovolanti. Fin dal 1911 venne studiato il problema del Corpo aeronautico allo scopo di avere tutti i piloti stabilmente inseriti nella specialità ma pur essendosene riconosciuta la opportunità con la proposta di legge Grandi (Ministro della Guerra), non se ne fece nulla a causa dell’aggiornamento dei lavori della Camera nell’agosto 1914. Il progetto di legge decadde, null’altro venne ripresentato e si entrò in guerra con il personale assegnato al Corpo aeronautico, ma ancora in forza effettiva ai propri reparti di origine (anche gli aerostieri si trovarono in una situazione analoga). La Regia aeronautica come arma indipendente verrà istituita solo il 28 marzo 1923.

Massimo Ascoli