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La Guerra sulle Alpi: 1916 Adamello, la guerra bianca.

Azione di guerra 12 aprile - 15 maggio 1916

Schede

A primavera il Comando Italiano studia la conquista delle catene montuose che contornano i grandi ghiacciai: a ovest la Lobbia Alta-mt. 3196-, la Cresta della Croce-mt. 3207-, il Monte Fumo-mt. 3418-, ad est Monte Stablel-mt. 2689-, il Crozzon di Fargorida-mt. 3079-, il Crozzon di Lares-mt. 3354-, il Corno di Cavento-mt. 3402-, il Monte Folletto- mt.3338-. Se da un lato gli italiani avevano rafforzato, con le battaglie del 1915, la “Linea dei Passi”, gli austriaci erano saldamente radicati alla testata della Val di Genova, intorno al Rifugio Mandrone, con presidi avanzati sulla dorsale montuosa Lobbia Alta - Monte Fumo. Fu in direzione di questa linea che si concentrarono le azioni italiane della primavera del 1916. Il 12 aprile gli alpini raggiunsero Passo Brizio e conquistarono, con difficoltà, la linea Lobbia Alta - Cresta Croce - Dosson di Genova - Monte Fumo, presidiata dagli austriaci. Due settimane dopo, il 29 e 30 aprile, fu attaccata e presa solo in parte anche la più orientale delle linee di difesa austriache: la cresta Crozzon di Fargorida - Crozzon di Lares - Passo di Cavento. All'azione di fuoco contribuì anche un cannone da 149 G sistemato al Passo Venerocolo, il più grosso pezzo d'artiglieria mai portato a quote così elevate (oggi monumento nazionale, esso è ancora nella sua ultima postazione di Cresta Croce, a 3276 metri di quota). Dopo due giorni di sanguinosi combattimenti l'azione fu sospesa pur mantenendo gli austriaci ancora saldamente le posizioni centrali dei Passi di Fargorida e delle Topette, avendo respinto ogni attacco. La situazione fu sbloccata qualche giorno dopo da una pattuglia di alpini che, aggirando le posizioni nemiche del Crozzon del Diavolo, costrinse al ripiegamento gli avversari. Le truppe italiane furono così in grado di dilagare in Val di Genova, giungendo fino alle porte di Carisolo, l'improvvisa offensiva austriaca nota come Strafexpedition, sferrata nel Trentino orientale, costrinse però ad interrompere la loro avanzata, essendo divenuta prioritaria la difesa degli altipiani. L'inverno 1916 - 1917 fu peggiore del precedente: temperature bassissime e abbondanti nevicate, seguite da micidiali valanghe, provocarono infatti numerose vittime lungo tutto il fronte dell'Adamello.

Paolo Antolini