La guerra sul Lagorai. Il Cauriol - 'Ostia che brutta bestia'

La guerra sul Lagorai. Il Cauriol - 'Ostia che brutta bestia'

Scheda

Il monte Cauriol-mt. 2494 -ed il fratello Cauriol piccolo-mt.2404 -, assieme alle cime Cardinal, Busa Alta, Canceganol, Colbricon e Cavallazza, fanno parte della catena del Lagorai che dalla Valsugana arriva sin al passo Rolle. Affiancano queste maestose montagne la Val di Fiemme, la Val Vanoi e la Val Cismon.

Gli austriaci, alla dichiarazione di guerra italiana, avevano sgomberato il fondovalle, arroccandosi in difesa sulle cime più alte, ben servite da innumerevoli teleferiche. Svanita la sorpresa nel '15, la guerra si era ben presto trasformata in lotta di pattuglie e di artiglierie. Il Cauriol, Cardinal e Busa Alta erano chiamati nel '16 le Alpi di Fiemme e, assieme alle cime della Cavallazza e Colbricon, a picco sul passo Rolle, sbarravano la strada per Bolzano. Nella zona operavano le truppe italiane della 4° Armata; per la loro conquista fu creato uno speciale raggruppamento detto "Nucleo Generale Ferrari", dal nome del suo comandante. Erano il 23° e 49° fanteria scelti per l'attacco alla Cavallazza, il 13° Bersaglieri per il Colbricon, mentre il battaglione alpini Feltre se la doveva vedere in un secondo momento, causa la scarsità di munizioni e riserve, con il Cauriol. La prima fase del piano prevedeva l'avvicinamento notturno alle linee nemiche, un violento bombardamento della artiglieria, quindi lo scatto delle fanterie, sostenuto quest'ultimo dal fuoco dei piccoli calibri dell'artiglieria someggiata e delle sezioni di mitragliatrici. Nella notte del 19 luglio 1916, gli uomini sono già nel bosco di larici a ridosso delle trincee austriache. All'alba del 21 luglio viene dato il via alle operazioni e l'artiglieria apre il fuco contro le difese avversarie, sorprese durante il cambio delle compagnie in prima linea. Il 13° reggimento Bersaglieri dopo 4 ore di cruenta battaglia conquista la cima del Colbricon, mentre il 49° fanteria ha la meglio sui difensori della Cavallazza.

Gli austriaci arretrarono allora sulla linea Colbricon piccolo - malga Buse dell'Oro, fermando l'avanzata italiana verso la Val di Fiemme. Iniziava allora la preparazione della seconda fase del piano del Generale Ferrari: la conquista del Cauriol. "Ostia, che brutta bestia" dicevano gli alpini del Feltre, guardando verso la cima della montagna, mentre si acquartieravano nel paese di Caoria, sgomberato dalla popolazione già a dicembre del '15. Li comanda il maggiore Nasci e l'aiutante in capo è il tenente Angelo Manaresi di Bologna. Per arrivare alla postazione austriaca della cima ci sono 600 metri di roccia allo scoperto con pochi anfratti naturali: gli alpini del Monte Rosa attaccheranno da sud est verso il piccolo Cauriol e quelli del Feltre da sud ovest, verso il grande Cauriol e la selletta tra le due cime. La notte del 25 agosto 1916 inizia l'attacco. Gli alpini del Feltre, superato il torrente Vanoi che ne copre i rumori, sono ben presto a quota 1900, quando vengono scorti dalle mitragliatrici austriache appostate nella zona dei "roccioni alti", che aprono immediatamente il fuoco: è il vero inizio della battaglia del Cauriol. Conquistata la posizione alla baionetta, ora si punta sulla selletta per tagliare i rifornimenti ai difensori della cima, che oppongono accanita resistenza con lancio di bombe a mano e scariche di sassi. La sera del 26 finalmente é ristabilito il contatto col battaglione Monte Rosa, che si trova bloccato ad una quota molto più bassa per l'impossibilità di superare una parete strapiombante, non può essere di nessun aiuto. L'alba del 27 agosto trova gli alpini del Feltre aggrappati ai reticolati nemici della selletta; finalmente entrano in azione i cannoncini someggiati da 65mm, è la svolta della battaglia. Protetti dal loro fuoco, gli alpini entrano nella trincea della selletta conquistandola; demoralizzati i difensori della cima abbandonano la posizione e si ritirano verso il passo Sadole: il monte Cauriol è ora italiano.

Poche ore dopo parte il contrattacco austriaco, per 4 giorni i superstiti del Feltre e del Monte Rosa resisteranno agli assalti avversari lanciati dalla quota 2404, prima di ricevere il cambio dagli alpini del Val Brenta. Il 3 settembre tutti i cannoni austriaci del Lagorai e gli obici da 305mm della Val di Fiemme bombardano il Cauriol, dal passo Sadole salgono i battaglioni con la divisa azzurrina dei Kaiserjaeger. Alle 9 le artiglierie allungano il tiro, dal Cauriol non si è sparato un colpo, ormai gli austriaci sono a pochi decine di metri dalla cima, improvvisamente gli alpini del Val Brenta contrattaccano con le bombe a mano ed alla baionetta, mentre le mitragliatrici superstiti falciano sul fianco gli attaccanti. In aiuto dei Kaiserjaeger viene inviato un battaglione di bosniaci, quando 2 colpi corti dell'obice da 305mm che tirava da Ziano di Fiemme cadono in mezzo alle loro file: è un massacro, chi non è morto o ferito grave torna indietro di corsa. A sera dal Comando austriaco di Bolzano giunge l'ordine di desistere dall'attacco e rafforzarsi sulle posizioni raggiunte. A sostituire il decimato Val Brenta salì il battaglione alpino Val Cismon. Ma il Cauriol altro non era che una piramide di nuda roccia piantata nel mezzo di una formidabile linea di sbarramento; il Cardinal e la Busa Alta, con le due quote 2456 e 2512, erano ancora saldamente austriache, tra il Cauriol ed il Cardinal stava un terrazzone morenico, chiamato quota 2318, vero raccordo naturale, anche questo fortemente presidiato dagli austriaci. Il 14 settembre dal Cauriol riprese l'attacco italiano, prima alla quota 2318 conquistata il 16 dal Monte Rosa, poi verso il Cardinal che cadde il 22 settembre ad opera degli alpini del Feltre. Il 2 ottobre tocca al battaglione Monte Arvenis scagliarsi verso la Busa alta, gli austriaci non arretrano, preferendo morire sulla posizione. La sera del giorno 5 la quota 2456 è presa, in aiuto del Monte Rosa, quasi distrutto, accorre il Matajur. L'azione riprende il giorno dopo, inutilmente: tutti gli attacchi verranno respinti, la quota 2512 della Busa Alta rimarrà, sino alla fine della guerra, austriaca.

Paolo Antolini

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Bibliografia
Monte Cauriol 1916
Zorzi A.
1989 Gardolo (TN) Reverdito
Ricordi di guerra 1915/1918: Valsugana, Monte Cauriol, Monte Grappa, Trento
Manaresi A.
2000 Nordpress