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La Guerra nelle Dolomiti. Il monte Cristallo, agosto 1916

Battaglia 31 Agosto 1916

Schede

Nell’autunno del 1915 le posizioni austriache su quella parte del monte Cristallo che si affaccia sulla statale 51, denominata il Forame, erano state attaccate più volte dagli italiani senza alcun successo. A metà luglio 1916 il Comando della 4a Armata ordinò un nuovo tentativo, allo scopo di aprire la strada verso Carbonin. A dar manforte alle truppe italiane furono chiamati i Volontari Alpini del Cadore, una compagnia di montanari che era stata inizialmente destinata ai lavori nelle retrovie, comandata dal capitano Celso Coletti. Alla fine di luglio i volontari cadorini affiancarono fanti e alpini sulle cime del Forame, mitragliatrici, pezzi da montagna e munizionamento vennero issati nei ricoveri più alti, tutto era pronto per l’attacco. Le posizioni nemiche da conquistare erano sul Forame di Fuori, da dove gli austriaci bersagliavano il fianco destro delle truppe italiane, mentre a sinistra facevano buona guardia mitragliatrici e cannoni in linea sulla Croda di R’Ancona e Zuoghe.
Il piano ideato dal generale Caputo della 1a divisione era semplice: una pattuglia di volontari doveva durante la notte incunearsi alle spalle del nemico, poi verso l’alba attaccare facendo credere di essere in numero molto superiore al reale; approfittando dello sbandamento dovuto alla sorpresa, il resto delle truppe italiane sarebbe poi uscito dalle trincee per occupare e mantenere le posizioni abbandonate dagli austriaci. Il 19 agosto una pattuglia di 30 alpini volontari si portò sulle posizioni della cengia superiore, conquistata una settimana prima dai fanti del 50° reggimento Brigata Parma; da qui tentarono una incursione alla vetta della Punta Ovest in mano nemica, la reazione immediata li fece desistere. Con gli ultimi combattimenti si era creata sul Forame una situazione di stallo, dove gli austriaci mantenevano il possesso della Punta Ovest e della Parete Nera, a metà si trovava la Cengia Superiore in mano italiana; per sbloccare la situazione era necessario come previsto dal piano di guerra, prendere il possesso di tutto il costone della montagna.
Il 29 agosto alle 2 del mattino, 15 volontari alpini e una squadra del 50° fanteria uscirono dalla Cengia Superiore, si divisero in piccoli gruppi filtrando sui fianchi e alle spalle del nemico; alle 5 ebbe inizio l’attacco italiano con lancio di bombe a mano e grida altissime, tanto che gli austriaci pensarono di essere stati accerchiati da forze notevoli e per non cadere prigionieri ripiegarono a valle. Successivamente la fanteria, 92° e 50° reggimento, prese possesso delle posizioni lasciate sguarnite; l’azione non era durata più di un’ora e aveva permesso la cattura di 120 soldati nemici e tre ufficiali, a fronte di esigue perdite soprattutto tra i volontari cadorini. In pratica il successo italiano aveva permesso la conquista del primo costone del Forame, la posizione sulla Cengia Superiore non era più isolata e la nuova linea italiana ora minacciava seriamente le Punte del Forame. Il 31 agosto gli Alpini del battaglione Feltre furono sostituiti in linea dai compagni del battaglione Fenestrelle, a cui venne affidato il compito di conquistare la Punta Ovest; il nemico ben deciso a non farsi più sorprendere, respinse il tentativo.

Paolo Antolini

Bibliografia: Antonio Berti, 1915-1917 Guerra in Ampezzo e Cadore, a cura di Tito e Camillo Berti, Milano, Mursia 1996.