La guerra di Paolo Senni

La guerra di Paolo Senni

1915 | 1918

Scheda

Richiamato con il grado di Capitano, all'ingresso dell'Italia nel Primo conflitto mondiale il conte ingegner Paolo Senni fu posto al comando della 21a compagnia del 5° Reggimento Artiglieria da Fortezza. Partita all'inizio del maggio 1915 per il Veneto – già proclamato “zona di guerra”, ad eccezione allora della sola provincia di Rovigo – dopo una prima sosta a Mestre la sua compagnia fu dislocata nel giugno successivo a Mogliano Veneto (Treviso).

Presso la Villa Trevisanato di quella cittadina, oppure nella vicina Venezia (e successivamente a Udine), Senni era periodicamente raggiunto da sua moglie Barberina e, a turno, da qualcuno dei suoi sette figli, per godere anche da vicino dell'affetto della sua famiglia. Nel 1916 la 21a compagnia venne trasferita nella cittadina udinese di San Giovanni di Manzano (oggi San Giovanni al Natisone), allora comando di tappa, che – nelle parole di Senni – «non offre confort [sic] come Mogliano poi che era un paradisino». La sua nuova sede operativa divenne in questo periodo il Magazzino Avanzato d'Artiglieria n° 4. A cavallo tra il 1916 ed il 1917 Senni fu promosso al grado di Maggiore ed inviato a Udine (“capitale della guerra” fino a Caporetto, per via della presenza del Re e dei principali centri operativi militari, tra cui naturalmente il C. S.) presso la Direzione d'Artiglieria della 2a Armata, dove assunse la guida del Laboratorio. Almeno dal marzo del 1917 Senni cominciò a prendere in considerazione l'idea di richiedere l'esonero dal suo ufficio, ma – avendo dato esito negativo la ricerca del suo stato di servizio e stante anche la lacunosità dell'epistolario familiare per quanto riguarda il 1917-1918 – è solo possibile ipotizzare che questa pratica sia andata a buon fine nell'agosto successivo. L'intero fondo fotografico Paolo Senni è disponibile per la consultazione cliccando qui.

Andrea Spicciarelli

Bologna. 28 marzo 1916. Lettera di Barberina Guidotti Magnani a Paolo Senni
Paolo mio carissimo,
Eccomi di nuovo a riprendere la nostra cara corrispondenza, Paolo caro, che pena, che pena di averti lasciato. Non so se tu proprio sei convinto di quello che è per me la tua lontananza. lo so di quelli che si fanno molta forza non so se per timidezza o per forza d'animo, si dice che non sentono nulla. Io ti saluto ridendo, e la gente certo dirà che me ne torno a casa una contenta….. Forse tutto l’insieme di quei tre giorni passati a Udine mi ha un po’ scossa, per te in particolare, e per tutto l’insieme. – Che cosa triste è la vita.… non ti pare? La povera umanità si dimena, fa tante cose, e poi? Basta vedi sono tragica oggi, ma come ti dicevo tutto è stato tanto nuovo, e me ne accorgo ora, che Bologna mi pare un gran villaggio tranquillo, dove tutti passeggiano una domenica. – Ma sai poi mi riprendo e mi faccio dei gran ragionamenti, je me raisonne sempre io; e mi dico che non si deve lasciarsi prendere da una specie di vaga paura, che comprende passato, presente e futuro, bisogna invece prendere una minima parte del presente, e guardarla molto positivamente, e poi prenderne un altro pezzetto e via così, le considerazioni psicologiche e filosofiche tenerle per ungiorno di sole e di buon umore. – Sai che pensavo ieri in treno, mi pare di essere di sughero, nulla mi fa più effetto, mi pare come se moralmente mi puncicassero e non sentissi nulla. Questi 11 mesi hanno cambiato tante cose e persone, e non torneremo più quelli di prima. Ora però faccio il contrario di quello che predico, perciò punto e a capo. Se ho tempo ti copio una preghiera tanto adattata al momento mi pare. […] E tu, hai ripreso il lavoro? Coraggio caro, vedi anche a me c’è voluto del coraggio stamani per riprendere il tedioso e minuto lavoro della direzione di casa, e tu con coraggio maggiore hai ripreso le tue incombenze, poi poco a poco ci si abitua, che cosa preziosa l’abitudine! e si va avanti avanti, un po’, come il paziente somaro che tira la carretta!

11 febbraio 1917. Lettera di Paolo Senni a Barberina Guidotti Magnani
Barberina mia cara
Ho assistito oggi a un altro bel combattimento sul cielo di Udine. Dopo una lunghissima sosta un velivolo austriaco tornava non a gettar bombe ma per osservazione e lo abbiamo atterrato a quattro chilometri da qui a Servis [?] sulla via di Cividale e lo hanno atterrato dopo una breve e accanita lotta due dei nostri velocissimi Neuport [recte: Nieuport] pilotati da Ruffo e da Baracca. Noi eravamo alla mensa quando le stazioni antiaeree hanno sparato le prime salve i nostri da caccia innalzandosi hanno fatto tacere i cannoni antiaerei e hanno ingaggiato il combattimento durato appena dieci minuti fino all’atterramento del velivolo nemico. Io ho attaccato il mio calessino, come lo chiamano qui, e in quattro ci siamo subito recati al posto dell’atterramento. L’aeroplano austriaco magnifico grandissimo tutto bianco con tre croci nere giaceva in terra sul fianco destro coll’ala destra fracassata, il motore è intatto, c’erano anche a bordo due mitragliatrici una macchina fotografica con una lastra intatta che sviluppata già stasera ha dato una splendida fotografia della stazione ferroviaria di Udine, l’aeroplano nuovissimo tutto blindato portava a bordo un apparecchio radiotelegrafico col quale forse avranno trasmesso tutte le fasi del combattimento fino alla sconfitta che è stata gloriosa, non come quella di San Giovanni, perché i due aviatori si sono battuti come leoni fino a pochi metri da terra, uno col corpo crivellato ridotto a brandelli non vivrà certamente, l’altro ha avuto una sola pallottola che gli ha forato la guancia destra uscendogli dalla bocca e sta benone. I nostri due velivoli atterrati anche loro dopo la preda erano a pochi metri dall’altro dritti impettiti puliti scintillanti colla bandieretta tricolore sul timone uno accanto all’altro come due cucciotti [sic] ammaestrati che col naso all’aria guardano il padrone in attesa del premio. Baracca e Ruffo avevano i visi trasfigurati dalla interna soddisfazione che immensa gioia deve essere per quei bravi giovanotti. Un nostro aeroplano è subito partito come una freccia dal suo hangar a portare alle trincee nemiche la notizia dell’atterramento e la notizia dello stato dei due aviatori.
Ho saputo oggi di questa cortesia che si usa tra un campo e l’altro, tempo addietro un aeroplano austriaco venne a gettar fiori sulla tomba di un compagno che era stato nostra preda ed era accompagnato dai nostri nel tragitto fino al ritorno alle sue linee. Una splendida giornata questa per i nostri aviatori e per noi tutti!

Testi tratti dal catalogo della mostra DA BOLOGNA ALLA GRANDE GUERRA | Paolo Senni fotoreporter. A cura di Paolo Senni Guidotti Magnani e Andrea Spicciarelli, Comune di Bologna, 4-19 maggio 2019. Fonti e Bibliografia: N. Labanca, Zona di guerra, in La Grande Guerra. Uomini e luoghi del '15-18, a cura di M. Isnenghi e D. Ceschin, tomo 2, Torino, UTET 2008, pp. 606-618; A. Massignani, Le capitali della guerra italiana: Udine e Padova, in A due passi dal fronte. Città di retrovia e culture urbane nel prisma della Grande Guerra, a cura di E. Franzina e M. Nardello, Mantova, Tre Lune Edizioni 2018, pp. 161-197; Fondazione-Archivio Guidotti Magnani, “Corrispondenza di Casa Senni”: “Corrispondenza a Paolo di Vincenzo Senni”, bb. 1898-1915 (f. Corrispondenza 1915), 1916-1935 (ff. Corrispondenza 1916, Corrispondenza 1917); “Corrispondenza a Barberina Guidotti Magnani in Senni”, b. 1906-1917 (ff. Corrispondenza 1915, Corrispondenza 1916, Corrispondenza 1917).

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La Città Rossa nella Grande Guerra
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La storia di Bologna durante il primo conflitto mondiale raccontata nel video di Alessandro Cavazza e Lorenzo K. Stanzani. A cura del Comitato di Bologna dell'Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, Museo Civico del Risorgimento di Bologna, Cineteca del Friuli, Fondazione del Monte, Istituto Ortopedico Rizzoli.

Interventisti, neutralisti e Mussolini
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tratto dal film documentario "la Città Rossa nella Grande Guerra" di Alessandro Cavazza e Lorenzo K. Stanzani.

Fine della Grande Guerra
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tratto dal film documentario "la Città Rossa nella Grande Guerra" di Alessandro Cavazza e Lorenzo K. Stanzani: Gli Interventisti chiedono le dimissioni dell'amministrazione comunale.

Documenti
Bologna alla Grande Guerra (Da)
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Da Bologna alla Grande Guerra | Paolo Senni fotoreporter. Catalogo della mostra  (4 – 19 maggio 2019) a cura di Paolo Senni Guidotti Magnani e Andrea Spicciarelli. © Museo Risorgimento Bologna | Certosa.