Salta al contenuto principale Skip to footer content

Istituto Aldini Valeriani

Di rilevanza storica

Schede

Nei primi anni del XIX secolo, Bologna si trova in una situazione economica precaria dovuta al declino della produzione e della lavorazione della seta, che aveva portato fama e ricchezza alla città nei secoli precedenti. Questa situazione porta il fisico Giovanni Aldini (1762-1834) e l’economista Luigi Valeriani (1758-1828) a lasciare volontà testamentarie e lasciti al Comune di Bologna per la creazione di una scuola per meccanici, artigiani, tecnici e imprenditori. Grazie a questi lasciti, una commissione di artigiani, professori universitari e consiglieri comunali formula il progetto di quelle che nel 1844 sarebbero diventate le Scuole Tecniche Bolognesi, nome che verrà utilizzato fino al 1878. Le Scuole sono pubbliche e gratuite, e presentano un corso di studi molto differente da quello seguito dalle scuole tradizionali. Alle nozioni teoriche di aritmetica, geometria, fisica, chimica e disegno si affiancavano la pratica in laboratorio, lo studio e la creazione delle macchine, la chimica applicata.

Nel 1860 le Scuole Tecniche Bolognesi sono oggetto di esame di una commissione organica che ne esamina lo stato della situazione in seguito alla propagazione della legge Casati del 1859. La commissione decide di chiuderle e trasformarle in un museo, utilizzato talvolta come centro di consulenza tecnica, ma le scuole aperte in seguito alla legge Casati vengono aspramente criticate in quanto ritenute di livello molto basso nell'ambito pratico. Per questo le Scuole Tecniche vengono riaperte nel 1861 in nuova sede e con un nuovo nome, in via de’ Foscherari con il nome di Scuola Valeriani di Disegno applicato alle arti industriali. Questo nuovo istituto si conquista subito il favore dell’opinione pubblica, aprendo spesso le porte a visite pubbliche. Il livello dell’istituto, però, venne giudicato dalla nuova Commissione comunale “non certo al grado supremo voluto dal Testatore, ma al punto di fornire agli artisti esemplari o modelli delle macchine le più essenziali all'esercizio delle industrie e delle arti”, mentre l’assessore Enrico Panzacchi giudicava l’indirizzo scelto nel 1860 non corrispondente alla volontà dei fondatori e insoddisfacente. Gualtiero Sacchetti, ingegnere, giovane amministratore e politico emergente, indicava nel modello della “scuola-officina” una svolta fondamentale rispetto alle esperienze precedenti: “Il bisogno dei nostri operai - disse all'interno della Commissione Direttiva Aldini di cui faceva parte - è quello di venire indirizzati secondo il migliore sistema alla pratica del lavoro manuale”. Si decide pertanto di riformare l’istituto, con nuove strumentazioni e nuovi insegnanti, scelti tra le eccellenze del territorio. Nasce così nel 1878 l’Istituto Aldini Valeriani per arti e mestieri in via Castiglione nell’ex-convento di Santa Lucia. L’Istituto segue le orme delle Scuole Tecniche, affiancando insegnamenti teorici e pratici, anche grazie all’annessa “scuola-officina”.

L’Istituto si rivela estremamente importante per l’economia cittadina, molti degli allievi che vi si formavano diventano tecnici specializzati nelle industrie del territorio o addirittura medi e grandi imprenditori, in particolare nel settore della meccatronica e dell’automazione. Tra gli allievi dell’Istituto citiamo Otello Cattabriga, inventore di una delle prime macchine per la lavorazione del gelato, Natalino Corazza, ideatore di una macchina per il dosaggio e il confezionamento dei dadi da brodo, e Massimo Marchesini, fondatore del Marchesini Group, molto importante nella progettazione e costruzione di macchine automatiche.

Nel 1936 l’Istituto viene riorganizzato, portando al riconoscimento di tre diverse scuole complementari: la “scuola di avviamento” (poi terminata nel 1965 per effetto della legge sulla scuola media unica), l’”istituto industriale” e la “scuola tecnica”. Quest’ultima viene sostituita nel 1962 dall’istituto professionale con la riforma scolastica. Nel 1959 nasce l’istituto tecnico serale. Nello stesso anno nasce l’istituto tecnico industriale femminile, che durerà solo fino al 1969, anno in cui le due scuole verranno fuse varando le prime classi miste dell’istituto. Nel 1971 la sede passa da via Castiglione a via Bassanelli, e nel 1982 le collezioni di strumenti scientifici vengono affidate al Museo del Patrimonio Industriale di Bologna. Nel 1998 L’Istituto si aggrega all’istituto Elisabetta Sirani, fondato nel 1895 dalla Società Operaia di Bologna e fortemente radicato nella realtà bolognese. Questa unione porta alla formazione degli Istituti Aldini Valeriani e Sirani, che nel 2009 diventano statali (precedentemente appartenevano al Comune). Nel 2018 l’istituto Sirani viene aggregato all’istituto Crescenzi Pacinotti.

Lorenzo Rocco, agosto 2022.

Bibliografia: Storia d’Italia dall’unità ad oggi. Le Regioni. L’Emilia-Romagna a cura di Roberto Finzi, Torino, Einaudi, 1997, pp. 785-812; BERSELLI - V. TELMON, Scuola e educazione in Emilia-Romagna fra le due guerre, Bologna, Clueb, 1983; Sito dell'Istituto Aldini Valeriani; pagina Wikipedia dedicata all'Istituto Tecnico Aldini Valeriani.