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Isonzo: Inverno 1916-1917

Battaglia Inverno 1916-1917

Schede

Col sopraggiungere dell'inverno le operazioni cessavano su quasi tutta la linea del fronte, dallo Stelvio al mare, e iniziavano i preparativi per sopravvivere al secondo inverno di guerra.
Per l'Italia il 1916 si chiudeva con l’acquisizione di consistenti vantaggi territoriali dovuti al fallimento dell'offensiva austriaca in Trentino (Strafexpedition), alla conquista di Gorizia e alle 3 battaglie autunnali sull'Isonzo. Alla fine dell'anno gli austriaci erano costretti a mantenere 38 divisioni con circa 800.000 uomini sulla fronte Italiana.
Le perdite italiane in totale furono, tra morti feriti e dispersi, di 13.612 ufficiali e 427.168 uomini di truppa. In quei mesi invernali un altro tormento venne ad aggiungersi a quelli dei pidocchi e dei topi: il cosiddetto "piede da trincea". Scrisse un ufficiale medico Italiano:
"Gli uomini che stanno nel fango per giorni e notti, calzando stivali da campo o fasce, perdono qualsiasi sensibilità alle estremità. I loro piedi così freddi e bagnati, cominciano a gonfiarsi, a diventare come morti, poi all'improvviso a bruciare come se fossero stati sfiorati da un ferro rovente: quando arriva il cambio decine e decine di uomini non sono più in grado di camminare e procedono a carponi."
I primi mesi del 1917 furono caratterizzati dal maltempo che imperversò particolarmente in Carnia e nel Cadore, dove la neve raggiunse i sette-otto metri d'altezza. I casi di congelamento furono numerosissimi, ed anche i morti per le valanghe che seppellirono baracche, piccoli osservatori e ricoveri per le truppe. L'attività operativa si limitò da ambo le parti a duelli di artiglierie ed a piccoli colpi di mano per mantenere elevato lo spirito offensivo.
Paolo Antolini