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Augusto Franzoni

26 Agosto 1888 - 26 ottobre 1915

Scheda

Franzoni Augusto, di Canuto, soldato nel 43mo reggimento Fanteria, nato a Baricella nel 1888, dimorante a Baricella, morto per ferite sul campo il 26 ottobre 1915. Colono. Ammogliato, lascia due orfani, un maschio e una femmina.
Soldato del 43° reggimento fanteria, assieme al 44°, formano la brigata Forlì.
Il 24 maggio 1915, allo scoppio della guerra, la brigata è alle dipendenze della 3° divisione oltrepassa senza trovare resistenza l'Judrio e raggiunge il costone Verhovljie - Giunace Baia; il 27 maggio concorre col 43° reggimento all'attacco della vetta del monte Sabotino, assieme a reparti della 4° divisione. Il 13 giugno la brigata viene inviata alla testa di ponte di Plava, col compito di attaccare quota 383 e procedere lungo il costone Kuk - Vodice; il 25 i reparti della " Forlì " attaccano la quota, ma debbono arrestarsi dinanzi alle posizioni nemiche dominanti tutta la zona d'attacco e protette da profondi reticolati .
L'assalto viene reiterato all'alba del 26 giugno con l'aiuto della brigata Ravenna e del 125° battaglione di milizia mobile, ed alle ore 6 il 2° battaglione del 43°, superate tutte le difese accessorie, irrompe alla baionetta nelle prime linee di trincee nemiche conquistandole; in questa azione perdono la vita o sono gravemente feriti 365 soldati tra cui 14 ufficiali. Franzoni, che partecipa col 43° reggimento all'assalto di quota 383, ne esce indenne. Dopo questa battaglia, la brigata viene inviata a riposo per riorganizzare le fila. Ripresa l'offensiva sul fronte tenuto dalla 2° Armata per la 3° battaglia dell'Isonzo - 18 ottobre, 4 novembre 1915 - i due reggimenti della " Forlì " avanzano lentamente nel vallone di Paljevo, coadiuvando la 32° divisione nella conquista di Globna, poi attaccano decisamente, nei giorni 21 e 26 ottobre, l'ultimo caposaldo austriaco sulla cima di quota 383, senza riuscire ad espugnarlo. Il 26 ottobre 1915, di fronte alle trincee nemiche di quota 383, cade Franzoni Augusto, aveva 27 anni.
La Relazione Ufficiale Italiana, sull'attacco della Forlì, riporta : " Il piano di battaglia era il seguente: il III° btg del 44°, seguito dal I°/43°, doveva impadronirsi delle difese antistanti a quota 383, raggiungere la dorsale di q. 363, indi procedere in direzione del Kuk 611. Intanto il II°/44° doveva mantenere la posizione di partenza e coprire col proprio fuoco l'azione del 128° verso Globna e il I°/43° svolto azione dimostrativa in direzione di Paljevo . L'attacco si inziò alle 11,30' circa del 21 ottobre; da quota 383 il III°/44° raggiunse subito a ondate il reticolato, e, per una piccola breccia, penetrarono i primi nuclei.
All'avversario fu facile concentrare il fuoco sul passaggio, isolare gli animosi già avanzati e paralizzare il resto del battaglione.
A sera, i nuclei passati per primi non riuscirono a sganciarsi e furono sopraffatti; più fortunato il I°/43°, in presenza di difese meno forti, poté compiere qualche progresso. L'avversario poi dal retrostante piccolo saliente di Zagomila, aveva scorto il movimento del battaglione ed incominciato a batterlo incessantemente, ferendo anche il comandante, pertanto le nostre truppe furono costrette ad arrestarsi, mantenendo però saldamente le posizioni conquistate.
Il 26 ottobre, infine il I°/44°, rinnovò l'assalto da quota 383 attraverso un angusto passaggio nei reticolati praticato dalla nostra artiglieria . I primi nuclei riuscirono a raggiungere le trincee avversarie a danneggiare ed a mettere in fuga i difensori su un piccolo tratto, indi a ritirarsi prima di essere sopraffatti dato che il resto del battaglione era stato fermato ."
L'attacco fu ripreso il 1° novembre, deciso su Zagora, dimostrativo sul resto della testa di ponte di Plava. Dell'azione era incaricato il 125° regg. della b. Ravenna, con il 43° di rincalzo; l'attacco doveva essere svolto con movimento avvolgente e senza preparazione di artiglieria. Attorno a Zagora nessun segno rivelava i preparativi dell'attacco, quando alle 6,30', le compagnie abilmente appostate irruppero nel villaggio. Il movimento, condotto con perizia e decisone, riuscì pienamente; l'avversario sorpreso reagì con ritardo, il trincerone che sbarrava il passo fu superato.
La nostra occupazione si affermò quindi salda al margine esterno del villaggio, con due battaglioni del 125° e del 43° che per tutta la notte successiva infransero i contrattacchi nemici. L'azione continuò nei giorni 3 e 4, senza migliorare la nostra occupazione, che restò quella della fortunata giornata del 1° novembre. Il 3 novembre moriva Matteuzzi Umberto, tra le prime case del villaggio di Zagora ; quello stesso giorno spirava, colpito a morte anche il comandante della brigata Forlì.
(Paolo Antolini)