Fanteria - 95° e 96° reggimento, brigata Udine

Scheda

Costituita nel marzo 1916 con elementi rimpatriati dalla Libia (in particolare appartenenti al 47° e 48° Fanteria).

Anno 1916

Partita da Napoli, la brigata giunse alla fine del marzo a Pasian Schiavonesco (l'odierno comune di Basiliano, in provincia di Udine), dislocandosi nel settore del fronte isontino compreso tra Fanglis e Porpetto, alle dipendenze dapprima della 9a e quindi della 19a divisione. All'inizio di maggio il 95° RF iniziò il presidio del fronte tra Monte Fortin e Mochetta, mentre il reggimento gemello si portò a Medeuzza, alternandosi su queste posizioni fino al passaggio agli ordini della 33a divisione.
Rilevata in prima linea, alla fine di maggio la “Udine” arretra fino a Marano Vicentino (Vicenza) dove sosta in qualità di riserva d'Armata fino al 7 giugno, quando viene inviata sul Monte Paù (una posizione del fronte alpino). Per tutto il mese i fanti del reggimento pattugliano la zona, tenendo impegnato il nemico fino al momento in cui vengono chiamati a partecipare ad una serie di operazioni in Val d'Assa (nella zona dell'Altipiano dei Sette Comuni). Le rilevanti perdite occorse tra la fine di giugno e l'inizio di luglio impongono il ripiegamento a Carrè (Vicenza), mentre le posizioni lasciate dalla Brigata vengono coperte dalla “Padova” (117° e 118° RF).
Posta agli ordini della 46a divisione, il 12 agosto la “Udine” viene trasferita nel goriziano: dopo una sosta a Lucinico, il 96° è dislocato sul torrente Vertoibizza, mentre il 95° è designato quale riserva divisionale in seconda linea. Nel contesto della Sesta battaglia dell'Isonzo (4-17 agosto), l'obiettivo di questi uomini è la conquista delle quote 103-88-106. Al termine del vero e proprio impegno bellico, i fanti continuano un lavoro di rafforzamento delle trincee alternandolo con pattugliamenti e tiri di artiglieria.
Il 10 settembre la “Udine” viene rilevata dopo un mese in prima linea, arretrando nella zona tra Corona e la località goriziana detta “Boatina”. Fino all'inizio di ottobre, i fanti sono impegnati in un periodo di nuova istruzione e di pattugliamento della riva sinistra del torrente Vertoibizza.
Impegnati nella Nona battaglia dell'Isonzo (31 ottobre – 4 novembre), i fanti della “Udine” sono concorrono fino al 28 ottobre alle operazioni preparatorie in vista dell'attacco al dosso Fajti (sl. Fajtji hrb), sospese una prima volta per il terreno paludoso e poi per la veemente reazione nemica. Tra il 1° ed il 4 novembre gli attacchi vengono ripresi con «tangibili risultati» che portano alla conquista delle posizioni, a costo però di rilevanti perdite (un migliaio di fanti e dodici ufficiali). Due giorni più tardi la “Udine” viene collocata a riposo tra Villanova di Farra d'Isonzo (allora denominata Villanova di Monte Fortin) e San Lorenzo di Mossa (oggi San Lorenzo Isontino, in provincia di Gorizia), con i due reggimenti che alternano fino alla fine dell'anno periodi in prima linea e di riposo.

Anno 1917

La Brigata viene trasferita in provincia di Pordenone, tra Pradis e Stuccara, passando alle dipendenze dell'11a divisione. Inviata quindi vicino Belluno, il 27 raggiunge il fronte isontino nel settore compreso tra Caporetto (sl. Kobarid) e Plezzo (sl. Bovec), sostituendo presso Tolmino (sl. Tolmin) la Brigata “Pescara” (211°-212° RF). I fanti del 95° e 96° reggimento si alternano con quelli della “Napoli” fino alla fine di aprile, quando i primi sono trasferiti presso Zagora (una località presso Plava, sl. Plave).
La Decima battaglia dell'Isonzo (12 maggio – 5 giugno) vede la Brigata attivamente impegnata, tra il 12 ed il 26 maggio, in una serie di attacchi che portano in dote la conquista del Vallone di Paljevo, di quota 363 e della cosiddetta quota “Montanari”, nonché la cattura di molti prigionieri austro-ungarici ed un rilevante bottino in termini di equipaggiamento ed armamentario bellico. Tutto ciò, però, al duro prezzo di 2000 uomini di truppa e più di 100 ufficiali tra morti e feriti. La condotta in questa fase della guerra sarebbe valsa alla “Udine” la citazione sul Bollettino di guerra del Comando Supremo. Essa inoltre sarebbe stata ricordata all'atto del conferimento della medaglia d'argento alla bandiera dei due reggimenti (assieme alle azioni compiute successivamente nell'altipiano della Bainsizza, a Monte Santo, durante il ripiegamento dall'Isonzo al Piave ed infine presso Monte Spinoncia).
Fino all'agosto i reggimenti alternano l'impegno in prima linea a momenti di riposo quando, all'approssimarsi della battaglia della Bainsizza (Undicesima dell'Isonzo, 18 agosto – 12 settembre), concorrono alla conquista dei villaggi di Descla (sl. Deskle, nei pressi di Canale d'Isonzo) e Britof (te. Freithof, vicino il villaggio di Kranj, nella Carniola superiore), spingendosi fino all'area compresa tra Podlaka e Confernisce e catturando, anche in questa occasione, decine di prigionieri e molto materiale. Sostituita in prima linea dalla Brigata “Firenze” (127°-128° reggimento), la “Udine” passa in questo frangente alle dipendenze dell'8a divisione.
Entro la prima decina di giorni di settembre, i reggimenti gemelli sono inviati presso il Monte Santo, nei pressi di Gorizia, dove conquistano quota 367 e concorrono alla sistemazione dei baraccamenti di quel settore.
In occasione del ripiegamento dall'Isonzo al Piave dell'intera Seconda Armata, la Brigata passa il primo fiume usufruendo del ponte di barche all'altezza di Dolga Njiva, raggiungendo il Sabotino e quindi, dopo tre giorni, Mortegliano (Udine). Passato il Tagliamento a Madrisio (frazione del comune di Fagagna, Udine), il 7 novembre gli uomini raggiungono la riva destra del Piave dove sono subito posti a presidio di Vidor (Treviso), testa di ponte per il settore compreso tra Ciano del Montello e la località “Casa Serena”.
Il 10 novembre viene ordinato il ripiegamento verso Villafranca Padovana (Padova), dove la Brigata può ripristinare le sue linee e riposarsi: ulteriori spostamenti portano infine gli uomini a Vicomero (una piccola località in provincia di Parma), dove trascorrono l'intero mese di dicembre.

Anno 1918

Presso Vicomero la “Udine” compie un intenso periodo di istruzione fino all'inizio di febbraio, quando inizia il trasferimento verso il lago di Garda. Le esercitazioni continuano fino alla metà di aprile, quando la Brigata viene posta alle dipendenze della 50a divisione ed inviata a Crespano del Grappa (Treviso). Qui gli uomini assumono il presidio del settore compreso tra il Monte Tomba e Costalunga (Vicenza), in sostituzione della “Alpi” (51°-52° RF).
A giugno la Brigata è impegnata nella Battaglia del Solstizio tra il 14 ed il 23 giugno, riuscendo a rintuzzare l'ultima, imponente offensiva austro-ungarica. Messa a riposo al termine del combattimento, la “Udine” riprende le sue posizioni presso Costalunga nel luglio. Nuovamente a riposo tra l'agosto e l'inizio di settembre, viene trasferita nei dintorni di Treviso per un ultimo periodo di istruzione.
In sostituzione della Brigata “Ravenna” (37°-38° RF), il 95° e 96° sono inviati a presidiare il tratto di fronte adiacente a Costalunga, fino a ché non sono chiamati ad agire nell'offensiva di Vittorio Veneto, in particolare attaccando le posizioni del Monte Spinoncia – conquistate il 31 ottobre – ed incalzando il nemico fino a Crespano del Grappa, dove gli uomini vengono fermati in occasione dell'armistizio.

Anno 1919

Tra il novembre e l'inizio del dicembre 1919 la “Udine” è inviata in Albania, da dove rimpatria nel settembre 1920, poco prima di venire disciolta.

Andrea Spicciarelli

FONTE: Brigate di fanteria: riassunti storici dei corpi e comandi nella guerra 1915-1918, Vol. V, Roma, Libreria dello Stato 1927, pp. 7-27.

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Brigata Udine - 95° e 96° Fanteria
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Ministero della guerra, Stato maggiore centrale, Ufficio storico,
Brigate di fanteria: riassunti storici dei corpi e comandi nella guerra 1915-1918,
Roma, Libreria dello Stato, 1924-1929
8 volumi