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Fanteria - 269° e 270° reggimento, brigata Aquila

Schede

Costituita tra il maggio e il giugno 1917 con battaglioni del 2° e 27° Fanteria.

Anno 1917
All'inizio del giugno la Brigata, inizialmente denominata «B», passa alle dipendenze della 30a divisione. Dopo svariati trasferimenti, gli uomini della “Aquila” entrano in azione nell'offensiva del XXII Corpo d'Armata mirante alla conquista dapprima del fronte che va dal Monte Zebio al Monte Mosciagh, e poi del Monte Interrotto (nel settore dell'Altipiano dei Sette Comuni): in particolare, essi agiranno contro il tratto che conduce da quota 878 al fiume Assa, per sviare l'attenzione degli austriaci dall'attacco di reparti della Brigata “Cremona” verso il Monte Rasta. Ripetute sortite, portate avanti tra il 9 e 10 giugno e poi tra il 18 e 19, non giungono ai risultati sperati, per via delle difficoltà incontrate dalla “Cremona”. Mentre alcuni reparti del 270° rimangono sulla linea del fronte, il resto della Brigata viene incaricata di lavori di sistemazione lungo la linea del torrente Ghelpach.
Dopo ulteriori spostamenti che portano gli uomini dal Veneto al Friuli, alla fine di agosto, nel pieno svolgimento dell'offensiva italiana verso l'Altipiano della Bainsizza, la Brigata – ora sotto il comando della 53a divisione – riceve l'ordine di avanzare da Baske verso l'altura del Monte Kobilek (quota 627; it. Monte Cavallo), con il 270° che, in particolare, deve puntare al varco aperto a sud di quota 800 della linea Madoni. Conquistata la linea Monte Kobilek-Madoni, il 270° rimane là di presidio, mentre il 269° resta di stanza a Baske. In seguito, ai reparti vengono assegnati differenti compiti in diverse operazioni, miranti a far cadere le rimanenti resistenze nemiche: i risultati non sono però significativi. Con la battaglia che langue, alla metà del mese di settembre la “Aquila”, passata alle dipendenze della 44a divisione, muove felicemente, il 29, alla conquista del pianoro di quota 800.
Ad inizio ottobre la Brigata è di riposo presso Osteria di Britof (sul torrente Judrio, ad ovest di Lig), e dopo due settimane abbondanti torna in servizio nella zona di Zagorjê, agli ordini dell'8a divisione. A seguito della rotta che travolge la II Armata, gli uomini sono costretti a ripiegare: il 27 ottobre passano l'Isonzo al ponte di Zagora, il 30 il Tagliamento al ponte di Madrisio per giungere infine, il 5 novembre, a Susegana, dove assumono la difesa del Piave in corrispondenza di Ponte della Priula. Il giorno successivo il 269° ed il 270° passano alle dipendenze della 48a divisione. Dopo un mese di riposo, infine, la Brigata ritorna in linea in questo settore, attendendo alla sua sistemazione difensiva sino alla fine dell'anno.

Anno 1918
La prima metà dell'anno vede la Brigata impegnati in svariati settori, in particolare nella zona di Visnadello e Spresiano (nel Trevigiano). Nella notte del 15 giugno gli austriaci lanciano la loro ultima grande offensiva: un violento bombardamento precede l'attacco nemico, sferrato il mattino successivo. La gran parte dei reparti del 270° ha il compito di difendere l'ala sinistra della Brigata “Piacenza”, dispiegata sulla linea Ponti-Nervesa, mentre i rimanenti si attestano sulla ferrovia Nervesa-Montebelluna. Per tutti gli 8 giorni in cui si snoda l'offensiva nemica, i reparti del 270° riescono valorosamente, ed al costo di gravi perdite (668 uomini della truppa e 30 ufficiali), a rintuzzare la pressione austriaca. Il 25 giugno la Brigata lascia il settore del Montello per quello compreso tra Asolo e Riese, dove avviene il riordino, prima di tornare in servizio nella zona compresa tra Musano e Postioma (sempre nel Trevigiano) ad inizio luglio.
Fino alla fine di ottobre la “Aquila” si alterna in servizio tra il settore Ponti (sul fiume Piave) e la zona Porcellengo-Postioma: il 24 è quindi trasferita nel settore di ammassamento di Cusignana-Bassa-Giavera del Montello in vista dell'attacco finale deciso dal Comando italiano. Il 29 ottobre la Brigata passa il Piave all'altezza di Villa Berti e fino al giorno successivo l'avanzata non riscontra ostacoli di sorta. Il 30 gli austriaci mitragliano i reparti per impedir loro l'occupazione di Col Collesei, ma i due reggimenti con un violento attacco mettono in fuga il nemico, infliggendogli molte perdite e catturando svariati prigionieri. Ad inizio novembre la “Aquila” continua la sua marcia, che l'armistizio arresta nel Bellunese tra Lizzona, Arsié e Vich.

Andrea Spicciarelli

FONTE: Brigate di fanteria: riassunti storici dei corpi e comandi nella guerra 1915-1918, Vol. VIII, Roma, Libreria dello Stato 1929, pp. 191-197