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Corpo di spedizione italiano in Alta Slesia 1920-1922

11 Febbraio 1920

Schede

Il trattato di Versailles impostò le trattative di pace, le sanzioni economiche, politiche e geografiche da imporre ai paesi sconfitti e la nascita dei nuovi stati dell'est Europa secondo il concetto dell'autodeterminazione dei popoli al centro dei famosi 14 punti del presidente americano Wilson.
Furono molti i "punti caldi" dei territori degli ex imperi centrali che necessitavano di una tutela militare alleata. Si scatenarono quelle che Churchill definì in maniera sprezzante "le guerre da pigmei" causate dalle frizioni fra i vari nazionalismi ed irredentismi che la Grande Guerra non aveva fatto altro che esasperare. A venire premiati, nei processi di autodeterminazione promossi e desiderati da Wilson, furono quei popoli che avevano, in qualche maniera, sostenuto lo sforzo bellico della Triplice Intesa, con legioni autonome, comitati e un lavoro di intelligence a detrazione e scapito degli Imperi centrali. Fu così che nacquero la Polonia, la Cecoslovacchia e la Jugoslavia. La Romania ottenne, in percentuale, i guadagni territoriali maggiori nel nuovo panorama geografico europeo, di tutti gli altri paesi componenti lo schieramento dell'Intesa. A diversi altri popoli invece fu impedito un percorso politico di autonomia e di autodeterminazione: l'Ungheria fu ridotta drasticamente, gettandola in una crisi politica e in una guerra contro la Romania a seguito dell'iniquo trattato del Trianon; all'Austria fu impedito l'Anschluss con la Germania, un'annessione pacifica che avrebbe tolto una base propagandistica importantissima al futuro nazismo. Particolare tensione si sviluppò sui nuovi confini politici orientali della Germania che coincidevano con i neonati stati di Polonia e Cecoslovacchia. Le minoranze radicate in questi territori reclamavano l'annessione ai rispettivi stati di appartenenza etnica, dando vita a sommosse e violenze diffuse fra i civili.
Fu qui che sorsero spontaneamente i Freikorps tedeschi, nuclei armati di ex combattenti e paramilitari germanici che a loro volta innescavano violenze e tensioni.
Una delle aree più delicate da gestire fu l'Alta Slesia dove, secondo quanto deciso a Versailles, era stato indetto un plebiscito che avrebbe stabilito l'annessione della regione alla Germania o alla neo-nata Polonia. Si trattava di un territorio di circa 10.400 chilometri quadrati, già contenzioso nel XVII secolo fra Austria e Prussia, per un totale di 1.600.000 abitanti. Il mantenimento dell'ordine in questa regione fu affidato ad un contingente misto di truppe alleate, fra cui anche un contingente italiano. Il corpo di spedizione italiano constò inizialmente del 135° reggimento fanteria della brigata Campania cher arrivò in Alta Slesia a febbraio 1920. Insieme al 135° fanteria c'erano anche un Gruppo Speciale di Artiglieria da Campagna, su due batterie da 75, dell'8º Reggimento di Artiglieria Campale; un plotone Aviatori del III Battaglione Genio Telegrafisti; il 1° Drappello Automobilistico; il personale sanitario dell’ospedaletto da Campo n° 40; la 45ª Compagnia Sussistenza; il 458º Plotone Carabinieri Reali, per un totale di 166 ufficiali e 3259 uomini di truppa al comando del generale Alberto de Marinis Stendardo. Il contingente italiano venne diviso nei circondari di Gross Strehlitz, Leobschutz, Ratibor e Cosel,  città della zona sud-occidentale della regione. Si trattava però di truppe inesperte composte soprattutto da soldati delle classi 1898, 1899 e 1900, manchevoli anche di un adeguato nucleo di traduttori per intrattenere rapporti con la popolazione locale. l’accoglienza nei confronti di questi soldati, nonché nei confronti di tutte le truppe alleate di presidio a tutela del buon svolgimento del plebiscito, fu fredda se non ostile.
A fine 1921 venivano rimpatriati i congedandi della classe 1898, rimpiazzati nel marzo del 1921 da reclute del 1901. Insieme ai rimpiazzi arrivarono, in vista del plebiscito, anche altre truppe: due battaglioni del 32º Reggimento Fanteria Speciale "Siena". Nel settembre 1921 furono inviate anche altre truppe: un battaglione della Brigata "Sicilia", un battaglione del 2º Reggimento Granatieri di Sardegna, un battaglione dell'11º Reggimento bersaglieri.
In due anni e mezzo si erano alternati nella difficile missione 296 ufficiali e 9159 sottufficiali, caporali e soldati.
Il plebiscito si svolse tutto sommato in un clima di pace senza particolari incidenti e fu favorevole alla Germania. Il clima di tensione si riaccese ferocemente già subito tre giorni dopo il giorno delle votazioni, costringendo le truppe alleate a proclamare lo stato d’assedio. Furono diversi gli scontri che videro coinvolte contro gli insorti polacchi anche le truppe italiane: Pless, Rybnik, Cosel, più o meno violenti. In totale, nei due anni di presidio in Alta Slesia, il contingente italiano accusò 25 morti in combattimento, a cui si devono aggiungere altri 5 per cause di servizio, 20 caduti per malattia e 57 feriti ed infortunati. Il rientro delle truppe in Italia fu graduale e venne completato definitivamente a luglio 1922.

Di Giacomo Bollini