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Castel Guelfo di Bologna, (BO)

1796 | 1918

Insediamento

Schede

Antica proprietà dei Malvezzi e poi degli Hercolani, Castel Guelfo, anche dopo l'Unità d’Italia, mantenne la propria vocazione agricola. Le nuove amministrazioni si dedicarono all'ammodernamento del Comune, dotandolo di un servizio di vetture pubbliche (1874), di illuminazione pubblica ad olio (1877) e di un ufficio postale (1885). Gli ultimi decenni del XIX secolo videro dunque un grande sviluppo urbanistico nel centro abitato, mentre non si poté dire altrettanto della campagna circostante, che risultava insalubre e soggetta ad epidemie. Lo stato di miseria era dovuto alla disoccupazione, a cui il Comune rispose con una serie di interventi pubblici tra 1871 e 1879; ma il lavoro continuava ad essere insufficiente, così come precarie restavano le condizioni di vita degli abitanti: al 1885 i capifamiglia sussidiati dalla pubblica beneficenza erano ben 263. Un fondamentale aiuto sociale arrivava dalla Società di Mutuo Soccorso fondata nel 1881 dal filantropo Cesare Hercolani. La famiglia Hercolani promosse diversi interventi di miglioramento a Castel Guelfo, dove risiedevano; tra questi interventi i più notevoli furono il miglioramento dell’afflusso di acqua potabile e l’allargamento della base scolastica. I primi anni del nuovo secolo videro un rinnovato impegno per la risoluzione dei problemi sociali; fu costruito un nuovo acquedotto nel (1903) e furono avviati progetti per la costruzione di case popolari (1910). La Grande Guerra entrò prepotentemente anche nelle vite degli abitanti di Castel Guelfo: poco dopo l’entrata ufficiale in guerra, fu costituito il “Comitato d’assistenza civile durante la guerra”, per sostenere le famiglie dei richiamati. Su 3.375 abitanti censiti nel 1911, 63 furono i caduti nel conflitto.

Il Comune viene così descritto nel volume "Provincia di Bologna", collana "Geografia dell'Italia", Torino, Unione tipografico editrice, 1900: "CASTEL GUELFO DI BOLOGNA (3037 ab.). – Questo Comune, già facente parte dello scomposto mandamento di Medicina, fu – per effetto della legge 30 marzo 1890 – aggregato a quello di Castel San Pietro. Il suo territorio è situato nella parte settentrionale, piana e bassa del circondario ed ha una superficie censita d’ettari 2747. – E’ Comune essenzialmente rurale; sono tuttavia modestamente rappresentate alcune industrie come quella delle paste da minestra, dell’oleificio, dei cordami, dei mobili, delle botti, dei veicoli, la lavorazione della paglia, del truciolo e dei vimini. Nella borgata capoluogo, Castel Guelfo (32m. sul mare e 9 chilometri da Castel San Pietro), non mancano notevoli edifizi, quali il castello con vecchie mura e torrioni, non del tutto privi d’interesse. La chiesa parrocchiale, di buona architettura e fornita di qualche pregevole dipinto; il grandioso palazzo dei Malvezzi-Hercolani e nelle vicinanze la ricca ed elegante Villa Fontana. Numerosi cascinali sparsi per la campagna e piccoli villaggi completano il nucleo comunale. CENNO STORICO – Il paese, od almeno il suo castello, data dal periodo comunale, come rammentano di frequente le cronache imolesi e di Bologna per fatti d’armi avvenuti in quei dintorni. Questo Comune deve il suo nome all’avere indefessamente seguita la parte guelfa, che, dopo la cacciata dei Lambertazzi da Bologna, ebbe sempre il predominio nel governo di questa città." (Trascrizione a cura di Lorena Barchetti).

Bibliografia: Lorella Grossi (a cura di), Castel Guelfo di Bologna: dal Medioevo al Novecento, Bologna, Edizioni Pendragon, 2000