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Fulvio Cantoni

6 Dicembre 1862 - 15 Marzo 1937

Scheda

Testo tratto da Fulvio Cantoni in Bollettino della Biblioteca dell'Archiginnasio di Bologna, anno XXXII, 1937: "Fulvio Cantoni era entrato a far parte del personale della Biblioteca nel luglio del 1882, quale vincitore del concorso pubblico a un posto di scrittore, come a quel tempo dicevasi su antica ed appropriata denominazione per indicare il principiante nella severa carriera di bibliotecario. Aveva allora poco meno di vent'anni, essendo nato in Bologna il 6 dicembre 1862, ma pur trovandosi alle soglie della giovinezza, spinto da fervido amore agli studi, aveva già arricchito la mente di seria cultura classica, ravvivata da una buona conoscenza delle lingue moderne, fra le quali, oltre la francese, parlava e scriveva correntemente anche la tedesca e l'inglese. All'Archiginnasio le Sue cognizioni si rassodarono e perfezionarono sotto la guida di Luigi Frati, morto decano dei bibliotecari italiani nel 1902, e attraverso le relazioni quotidiane con ottimi e valenti colleghi. (...)

Nel 1910 conseguì la nomina, per titoli ed esame, al posto di vice direttore, che tenne ininterrottamente fino a tutto il 1921, alla qual data fu collocato a riposo per aver compiuto i quarant'anni di servizio, utili al conseguimento della pensione. Nell'Archiginnasio restano, a testimonianza della Sua colta operosità, molti lavori di carattere prettamente bibliografico. Cito, a cagion d'esempio, l'ordinamento e la descrizione della Libreria Landoni, tanto nella parte manoscritta che stampata, la quale ultima costituisce una splendida raccolta di edizioni principi e rare degli scrittori della nostra letteratura; l'ordinamento dei Mss. Mezzofanti, cui il Cantoni era particolarmente adatto per le Sue conoscenze linguistiche; la descrizione del fondo dei Mss. Brugnoli, dei Mss. Cuccoli e di quello dei Mss. Manzi-Nascentori, ricco di notizie minute e curiose riguardanti la nostra città nel periodo che va circa dal 1845 al 1880. (...) Di cose a stampa il Cantoni aveva dato qualche saggio fin dal 1891, mettendo fuori in pubblicazioni d'occasione il raro poemetto di Claudio Tolomei Laudi delle donne bolognesi e L'horto degli sposi novelli. Ma grande messe di articoli al di Lui nome, d'argomento storico bolognese, si può raccogliere in strenne, numeri unici di beneficenza e circostanza, e specialmente su il giornale cittadino Il Resto del Carlino, al quale Egli apparteneva come redattore per la parte estera, fin dal 1885, cioè dalla fondazione, e al quale restò legato fino al 1933, anno in cui Egli si ritirò, perchè preso da quel male che a poco a poco doveva portarlo alla tomba. Quasi cinquant'anni di giornalismo bolognese: peccato che il Cantoni non ne abbia scritto le memorie! Del Carlino Egli fu una delle più solide colonne nel periodo iniziale: di Lui, uno dei fondatori del giornale, l'avv. Giulio Padovani, nel volume intitolato A vespro, ricordando i nomi dei redattori dei primi tempi, così dice: "Fulvio Cantoni, tempra di lavoratore infaticabile, provvisto di così vasta e ordinata coltura, da meritare che i compagni lo chiamassero il Larousse ambulante".

Non è da far meraviglia dunque se la provata Sua cultura e il grande amore alla gloriosa storia della città, lo indicarono come l'uomo capace di coprire l'incarico della Direzione del nostro Museo del Risorgimento, posto vacante per la morte di Raffaele Belluzzi, che del Tempio sacro alle più pure memorie cittadine era stato il fondatore e il primo ordinatore. Il Cantoni ebbe la nomina nel marzo 1904 e tenne l'ufficio fino all'aprile 1931. (...) Dirò che il Cantoni in possesso di una perfetta conoscenza di uomini, cose e avvenimenti bolognesi dalla fine del settecento ai giorni nostri, e con un materiale documentario di prim'ordine da Lui stesso ordinato, illustrò vari momenti storici della nostra città, nel gran quadro della vita nazionale, in una numerosa serie di scritti – almeno una trentina – inseriti nella più parte nella Rivista del Comune, che attestano mirabilmente della Sua competenza e del Suo ardore nel trattare argomenti del patrio riscatto. Egli non ha compiuto opera di sintesi che serva a far conoscere a grandi tratti gli aspetti più salienti del nostro Risorgimento – forse ciò era contrario al dominio della Sua mente – ma ha dato, pur nelle informazioni di minore importanza, opera di storico coscienzioso ed accuratissimo. Chi attinga dai lavori del Cantoni può fidarsi assolutamente della precisione e verità dei dati e delle notizie ch'Egli ha profuso in ogni parte delle Sue pubblicazioni. Fu anche collaboratore ricercato ed apprezzato di questo Archiginnasio, della Rassegna Storica del Risorgimento Italiano, del Bollettino dell'Ufficio Storico del Comando del Corpo di Stato Maggiore e del Dizionario del Risorgimento Italiano del Rosi: Fatti e Persone. Nel marzo 1921 era pure stato nominato Socio Corrispondente della Deputazione di Storia Patria per le Provincie di Romagna. (...) Fu generoso e liberale con tutti: come sapeva dispensare a chiunque i tesori della Sua cultura, senza restrizioni e senza pigrizie, nello stesso modo era largo nel concedere, con assoluta riservatezza, il proprio aiuto al povero, al bisognoso, al naufrago della vita."

Lodovico Barbieri

E' sepolto nella Certosa di Bologna, Chiostro V o Maggiore, Nuovo braccio portico ovest, loculo 9/3