Campoformido (UD)

Campoformido (UD)

Scheda

"Durante la prima guerra mondiale Campoformido era un caposaldo della linea delle armate che doveva proteggere le strade e le linee ferroviarie da Udine e da Palmanova per Codroipo. Oltre alle trincee, delle quali oggi non rimane più traccia, durante la prima guerra mondiale, sul territorio friulano sorsero tutte le strutture necessarie alle esigenze dell’esercito impegnato al fronte. Tra queste vi era la polveriera di Sant’Osvaldo, realizzata nonostante la presenza di un ospedale che occupava l’edificio del vecchio manicomio.
Alle undici del ventisette agosto 1917 una grande esplosione scosse Udine: causa un incendio a casa Pellegrini, i depositi esplosivi di Sant’Osvaldo iniziarono a esplodere, provocando danni e distruzioni incalcolabili. Oltre al grande numero dei morti e ai moltissimi feriti fra civili e militari, le case di Sant’Osvaldo vennero tutte rase al suolo e le abitazioni di udine riportarono danni e lesioni. Solo l’accorrere rapido dei soccorsi impedì al disastro di estendersi ai vicini depositi di benzina e di proiettili a gas tossici, la cui esplosione avrebbe avuto conseguenze terribili.
La causa dello scoppio rimane ancora oggi ignota, si parlò di sabotaggio, di un preciso bombardamento aereo, ma molto probabilmente la sciagura fu dovuta all’incuria dei reparti militari adibiti alla sorveglianza.
IL CAMPO D’AVIAZIONE MILITARE
Sempre durante la prima guerra mondiale, sul territorio friulano sorsero dappertutto le strutture necessarie alle esigenze dell’esercito impegnato al fronte: magazzini, depositi, ospedali, accampamenti per i militari a riposo e per i prigionieri. L’aeronautica italiana, che aveva ricevuto il battesimo del fuoco durante la guerra di Libia, all’inizio delle ostilità disponeva di pochi e primitivi velivoli, ma già prima della guerra erano stati individuati terreni adattabili facilmente alle esigenze della nuova arma e rapidamente furono creati molti campi d’aviazione. Gli aeropalani trovavano rifugio in hangar di legno e tela mentre i piloti alloggiavano in baracche o in costruzioni preesistenti. Le squadriglie dell’aviazione da caccia erano schierate a difesa delle città, assieme ai reparti da bombardamento, mentre le squadriglie da ricognizione svolgevano i loro compiti nelle vicinanze della linea del fronte.
Sui campi di Campoformido erano di stanza la 10° squadriglia da bombardamento su trimotori biplani quadripolo Caproni, la 10°, poi 27° squadriglia da ricognizione d’armata e la 2°, poi 33° squadriglia da difesa su biplani biposto Farina 14, la 35° squadriglia da ricognizione d’armata su biplani biposto Voisn III e la I°, poi 70° squadriglia da caccia su sesquiplani monoposto Nieuport 10, 11 “Bebè” e 17. Il campo di Santa Caterina veniva utilizzato come campo d’appoggio per le stesse squadriglie di stanza a Campoformido. Dopo la ritirata di Caporetto i campi d’aviazione di Campoformido e di Santa caterina vennero utilizzati dalle forze aeree austro-ungariche. Finita la guerra i maggiori aeroporti rimasero in servizio, mentre il tempo, le coltivazioni e gli insediamenti dell’uomo hanno cancellato ogni traccia di quelli minori di cui oggi sopravvive a malapena il ricordo.
Don Alberto Manzano, nel libro storico della parrocchia di Campoformido, descrive giorno per giorno la tragedia di Caporetto a partire del 24 ottobre 1917, la fuga dei nostri soldati e dei profughi in una confusione indescrivibile. Alla fine della guerra 78 sono le vittime del Comune di Campoformido, 62 militari e 16 civili."
Portale civico di Campoformido
La località venne attaccata il 29 ottobre 1917 dalla 5a divisione austriaca del Gruppo Scotti (XIV Armata Von Below) proveniente da Tolmino all'inseguimento di reparti italiani in ritirata verso il Tagliamento e il Piave.
Paolo Antolini

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