Calabri Bruno

Calabri Bruno

10 Maggio 1891 - 16 Novembre 1964

Note sintetiche

Onorificenze

  • Medaglia di Bronzo al Valor Militare

    Porta ordini di una compagnia, al momento di lasciare la trincea di partenza per uscire all'assalto con la prima ondata, sotto intenso fuoco nemico con bell'esempio di sprezzo del pericolo saliva al parapetto della trincea, gridando: Avanti bersaglieri, viva l'Italia! Durante uno sbalzo successivo, accortosi che il suo comandante di compagnia era caduto gravemente ferito, accorreva per soccorrerlo e medicarlo. Più tardi con sprezzo del pericolo si prodigava spontaneamente per trasportare in barella e mettere in salvo i feriti. - Quota 208 Sud (Carso), 2 novembre 1916.

Scheda

Calàbri Bruno, di Carlo ed Amelia Pazzi, nato a Modigliana (Firenze, oggi Forlì-Cesena) il 10 maggio 1891. Cugino di Dante Calàbri.

Fin da giovane fu un attivo ed influente militante e propagandista del Partito Repubblicano.
Nel 1912 fu richiamato per il servizio di leva, che svolse a Bologna nelle file dei bersaglieri.
Nel maggio 1914 Calàbri fu tra gli organizzatori del XII Congresso Nazionale del Partito Repubblicano, che si svolse a Bologna dal 16 al 18 di quel mese, incaricato della «vigilanza e ricevimenti».
Nel settembre successivo, dopo lo scoppio della Grande guerra, Calàbri cercò di espatriare in Francia per arruolarsi volontario, ma il giorno 23 fu fermato assieme ad altri due suoi compagni di fede, Domenico Gancia e Gioacchino Nadalini, alla stazione di Bologna.
Riuscì a cavarsela con una semplice diffida e fu per questo rimesso subito in libertà. In un secondo momento, comunque, Calàbri riuscì a lasciare l'Italia per Nizza, dove in quei giorni si stavano radunando repubblicani provenienti da tutta la penisola per dare vita ad un reparto, la Compagnia “Giuseppe Mazzini” che – con armi francesi – sarebbe dovuta accorrere in soccorso dell'esercito serbo, assediato in quel frangente dalle truppe asburgiche, per poi deviare verso la Venezia Giulia al fine di liberare Trieste.
Fu inquadrato come soldato semplice nel 4° plotone. Dopo lo scioglimento del reparto a causa della scarsità di fondi, Calàbri chiese ed ottenne di essere rimpatriato in Italia.
Richiamato alle armi nel maggio 1915, fu inviato in zona di guerra insieme al suo reparto: il 15° Reggimento Bersaglieri. Fu decorato con una medaglia di bronzo al valor militare per un'azione compiuta sul Carso (quota 208 sud): da porta ordini della sua compagnia, egli si rese protagonista di un “bell'esempio di sprezzo del pericolo” in quanto “saliva al parapetto della trincea, gridando: «Avanti bersaglieri, viva l'Italia!»” e poi «Durante uno sbalzo successivo, accortosi che il suo comandante di compagnia era caduto gravemente ferito, accorreva per soccorrerlo e medicarlo. Più tardi con sprezzo del pericolo si prodigava spontaneamente per trasportare in barella e mettere in salvo i feriti». Il 7 novembre 1917, in seguito al fatto d'armi di Tre Monti (durante il ripiegamento verso il fiume Piave a seguito della rotta di Caporetto) fu fatto prigioniero: trascorse il resto del conflitto nel campo di prigionia di Marchtrenk, nell'Alta Austria. Ritrovò la libertà solo il 24 ottobre 1918, proprio mentre l'esercito tricolore lanciava l'ultima offensiva contro il nemico asburgico. Calàbri condivise lo stesso destino del cugino Dante, anch'egli fatto prigioniero nel settembre 1917 nel settore di Flondar e liberato solo dopo la firma dell'armistizio. I due, entrambi impegnati sul Carso, mantennero i contatti per via epistolare durante i mesi precedenti: in una lettera inviata alla moglie Adele Schinetti il 10 luglio 1917, Dante Calàbri manifestava la sua preoccupazione nei confronti del cugino:

«Bruno ieri mi ha scritto una lunghissima lettera intonata ad un grande senso di dignità e di maschia virtù, ma avvolta in un lembo di melanconia o meglio di sdegno per lo spettacolo di nausea che offre una certa parte del paese.
Si direbbe Bruno in uno stato di crisi, con l'anima in pena, verso una matura evoluzione; invece la sua è una forma di legittima protesta, contro la viltà che trionfa. Gli ho risposto senza dargli ragione perché desidero che si mantenga il più possibile sereno e temprato poiché il fuorviamento del carattere porta a disquilibri spesso pericolosi».

Sposatosi nel novembre 1919 con Anna Samorì, modiglianese come lui, Calàbri fu soggetto a sorveglianza da parte della Questura di Bologna dal 1927, due anni dopo il suo trasferimento dalla cittadina natale romagnola a Bologna. Impresario teatrale e commericante in pellicole cinematografiche, fu per diverso tempo direttore del cinema Modernissimo (inaugurato nel 1915 nei sotterranei di Palazzo Ronzani), quindi negli anni Trenta assunse l'incarico di direttore artistico del Teatro Manzoni. Almeno dal 1940, invece, divenne direttore del Cinema-Teatro Apollo. In quel medesimo anno, Calàbri richiese ed ottenne l'iscrizione al sindacato fascista della sua categoria lavorativa e fece istanza per iscriversi anche al PNF. Nel frattempo, poiché l'autorità di sorveglianza vide nel suo comportamento di «manifesta simpatia pel Regime» e «deferente verso tutte le Autorità dello Stato» un segno di «ravvedimento», Calàbri fu radiato dal novero dei sovversivi il 2 dicembre 1940.
Morì a Bologna il 16 novembre 1964, all'età di 73 anni.

Andrea Spicciarelli

FONTI E BIBLIOGRAFIA: L. Ghisleri, Diario della Legione Repubblicana Italiana. La Compagnia G. Mazzini (Nizza 1914), a cura di V. Parmentola, in “Archivio Trimestrale. Rassegna storica di studi sul movimento repubblicano” (marzo-giugno 1978), p. 76; Alla discussione... in “L'Emilia Nuova” (16 maggio 1914), p. 1; Archivio di Stato di Bologna, Gabinetto di Prefettura, 1914, cat. 6, f. 1 “Avvenimenti straordinari, inaugurazioni, anniversari, commemorazioni, infortuni, congressi, pellegrinaggi”, R. Questura di Bologna al Prefetto di Bologna in data 24 settembre 1914. Oggetto: Partenza di giovani italiani diretti in Francia per prendervi servizio militare quali volontari; Archivio di Stato di Bologna, Gabinetto di Questura, Persone Pericolose per la Sicurezza dello Stato, Categoria “A8-Radiati”, b. 31, f. Calabri Bruno (1927-1941); Archivio di Stato di Firenze, Distretto Militare di Firenze, Ruoli matricolari, 1891, ad nomen; Comune di Modigliana (FC), Atti di nascita, 1891, ad nomen; Domus Mazziniana, Fondo “Oliviero Zuccarini”, b. FIel 43, sf. “Volontari Campagna 1914 – Legione Italiana – Compagnia G. Mazzini”, Compagnia G. Mazzini. Ruolo per il turno di servizio per plotoni dal 6 ottobre 1914; Fondo “Dante Calàbri” (per gentile concessione della famiglia Cortesi-Azzolini). Per la motivazione della sua medaglia: http://decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org/.

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