Bersaglieri, 6° - 12° reggimento, 1° Brigata

Bersaglieri, 6° - 12° reggimento, 1° Brigata

Scheda

Allo scoppio della guerra il 6° reggimento bersaglieri passa il confine nei pressi di Robedisce ed il giorno 25 maggio occupa Caporetto sgomberata dagli austriaci. L’avanzata prosegue sino al contatto col nemico che avviene fra Drezenca ed il Volnik. Fino a metà giugno il 6° opera di conserva ai battaglioni Alpini nel settore del monte Vrsic e lungo la valle dello Slatenik, impegnandosi in azioni di attacco e contrattacco. Il 27 giugno è in linea sul Mrzli, poi lungo la catena dei Planina, di nuovo sul Vrsic per completarne l’occupazione: la marcia diviene lenta per le asperità del terreno e la dura resistenza delle truppe da montagna austriache.
In settembre passa in forza alla Brigata Aosta che agisce nella conca di Plezzo, dopo breve riposo entra in azione contro le difese del monte Ravelnik. L’azione non sorretta dalla artiglieria viene frustrata dalle difese intatte e gli attaccanti subiscono gravi perdite. Il 6° rientra nelle retrovie, alla stretta di Saga, dove attende a lavori di rafforzamento e di scorta alla artiglieria sullo Jama Planina. Viene richiamato in linea, alla fine di settembre, nella zona del monte Piccolo Rombon, a rinforzo delle truppe alpine.
Fino alla fine del 1915, il Reggimento rimane nel settore di Serpenizza, i suoi reparti attaccano i nemici sulla linea Ravelnik - Piccolo Javorcek – Jablenica. A gennaio del 1916, il 6° rileva il 9° Bersaglieri sulle pendici del monte Cukla, fra le quote 700 e 900; per tutto il mese esso si impegna in attacchi contro le antistanti posizioni nemiche, sempre con esito sfavorevole. In marzo il 6° viene sostituito dal 120° fanteria e mandato a riposo ad Homec, dove attende l’arrivo di nuovi complementi. Contemporaneamente, per ordine del Comando Supremo Italiano, il 6° ed il 12° Reggimento Bersaglieri costituiscono la 1° Brigata Bersaglieri, che si trasferisce in Carnia, occupando le posizioni di prima linea nei settori Fella e But-Degano.
Fino a settembre i Reggimenti rimangono nei rispettivi settori, impegnandosi nella difesa e nel contrattacco, occupandosi di migliorare le posizioni con lavori di rafforzamento. Tutta la Brigata passa poi sul Carso, alle dipendenze della 45° Divisione che ha il compito di conquistare il Veliki Hriback; l’azione viene tentata la notte del 12 settembre, con esito disastroso sia per le condizioni del terreno, fangoso e dirupato, sia per la reazione nemica: la Brigata perde 42 ufficiali e 1029 bersaglieri. Il 6° Bersaglieri torna in linea solo il 1 novembre nel Vallone alle spalle di Doberdò, impegnandosi nell’attacco al monte Pecinka. L’attacco ha in un primo momento esito favorevole e le truppe di testa si affermano sulla cima del Pecinka, quota 308, dove tutto il reggimento si raccoglie per proseguire il giorno 2 l’azione contro la quota 278. Durante la notte la reazione dell’artiglieria austriaca è tale da non permettere alcun movimento in avanti, tuttavia vengono respinti diversi contrattacchi nemici e mantenute le posizioni di quota 308. La Brigata perde altri 37 ufficiali e 1039 bersaglieri, tra i feriti gravi anche il comandante del 6° Reggimento.
A metà novembre nuovo spostamento a Raccogliano, dove il 6° rileva in linea la Brigata Napoli, schierandosi sulla linea del Vippacco. In questa zona, alternando i reparti, rimane sino alla fine dell’anno. Nel maggio del 1917, assieme al battaglione alpini Cervino, tenta il passaggio dell’Isonzo nel settore di Nekovo, per creare una testa di ponte necessaria alle successive operazioni. La reazione nemica è tale che il nostro Comando deve variare i piano originale d’attacco, ed il 6° è inviato a Liga a rinforzo delle truppe che attaccano il monte Santo. Per tutto il mese le operazioni contro il monte Santo, la selletta di quota 504, quota 611, proseguono con alterna fortuna; vengono conquistate nuove linee di trincee, dove è quasi impossibile rimanere per il tiro a carattere distruttivo dell’artiglieria avversaria. La Brigata Bersaglieri deve contare altre rilevanti perdite: 68 ufficiali e 1794 bersaglieri. Dopo questa azione il 6° è inviato a riposo, passando a riserva del XXIV Corpo d’Armata.
Fino al 24 ottobre 1917 tutta la 1° Brigata Bersaglieri opera nella zona del Vhr e Auzza, con lo scatenarsi dell’offensiva austro – tedesca, essa riceve l’ordine di portarsi a Kambresco, poi alla quota 678 di Rog, quindi di retrocedere allo sbarramento della valle dello Judrio con l’ordine di resistere ad oltranza. Purtroppo il precipitare degli eventi rende l’ordine superato ed il 6° ed il 12° Reggimento iniziano il ripiegamento verso il Tagliamento ed il Piave. Ricostituita con nuovi complementi, la Brigata viene inviata sulle Melette del Gallio (Altipiano d’Asiago), dove il 4 novembre 1917, concorre a respingere il nemico in quella che sarà poi definita la prima battaglia d’arresto dopo Caporetto. A gennaio del 1918, il 6° rileva gli alpini dello Stelvio in Valstagna e sul Col Moschin, rimanendovi sino a fine maggio. In giugno la Brigata si riunisce nel settore Val Frenzela – monte Cornone, e su questa linea subisce l’attacco scatenato dagli austriaci il 15 giugno; terminata la battaglia è trasferita in Vallarsa allo sbarramento del Matassone, settore monte Zugna – monte Corno, dove rimane sino ai primi d’ottobre, per essere poi inviata sul Piave. Il 30 ottobre, tutta la Brigata passa il fiume, iniziando l’inseguimento del nemico verso la Livenza, il 3 novembre ha ordine di proseguire per il Meduna tra Casarsa e San Floriano. Il 4 novembre 1918, giorno della entrata in vigore dell’armistizio, una pattuglia del battaglione ciclisti del 12° reggimento entra in Udine liberata.
Paolo Antolini

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Documenti
Museo dei Bersaglieri a Roma (Il)
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Eugenio De Rossi, Il Museo dei Bersaglieri a Roma. Estratto dal periodico 'La Lettura - rivista mensile del Corriere della Sera', Milano, 1924.

Bibliografia
Bersaglieri
Comando Del Corpo Di Stato Maggiore (a cura di)
1929 Roma