Baricella, (BO)

Baricella, (BO)

1861 | 1918

Scheda

All'inizio del XX secolo il borgo di Baricella appare come un vitale centro di campagna in via di moderna trasformazione. La popolazione cresce e arriva a circa 6.000 abitanti: per i lavori del Consorzio della Bonifica Renana, costituita all'inizio del 1900 per continuare l'opera di bonifica delle valli nella bassa Bolognese, già intrapresa durante il Regno Pontificio, occorrono infatti muratori, falegnami, fabbri. Nascono le prime cooperative, tra tutte quella degli scariolanti. Si aprono nuove botteghe, forni per il pane, osterie. Si costruisce la tramvia, che collega Baricella a Bologna in solo 1 ora e mezza. Il comune vide nascere il primo conflitto sociale con lo sciopero bracciantile avvenuto nell'anno 1886. Negli anni successivi sorsero leghe, cooperative e circoli socialisti. Nel 1906 il socialista Enrico Catti divenne sindaco. Nel luglio e nel settembre 1911 i baricellesi scioperarono contro l'impresa per la conquista della Libia. Nel 1914 nel comune si svilupparono agitazioni contro l'entrata in guerra dell'Italia e, nelle consultazioni elettorali dell'agosto, il PSI conseguì la maggioranza dei consiglieri comunali.

Il 24 maggio 1915, ben 230 cartoline precetto giungono in paese. Sono giovani, quasi tutti operai, che lavorano per la Bonifica Renana. 171 famiglie, composte da 125 adulti, 53 vecchi o inabili, 234 bambini, si trovano costrette a chiedere al Comune il sussidio speciale di sopravvivenza. Dopo pochi giorni si presentarono dal sindaco Enrico Catti, operaio socialista, file di madri e mogli ad implorare una lettera per il comandante del Reggimento, per richiedere speciali licenze per i loro familiari. Inutilmente. Contemporaneamente alla dichiarazione di guerra, era scattato il piano di soccorso alle famiglie indigenti. Il 28 maggio il sindaco Catti informa il Prefetto di Bologna che "Il Comune ha costituito un numeroso comitato cittadino che sotto la presidenza del sindaco ha già cominciato ad esplicare l'opera sua. La sottoscrizione è ancora all'inizio, il Comune ha provveduto ad un primo contributo di L. 1.000. Verranno raccolti i bambini dei richiamati alle armi in ricreatori ed ai più bisognosi sarà data la refezione, signore e signorine si prestano per l'assistenza. Poiché è a prevedere che la pubblica sottoscrizione frutterà abbastanza, si concederanno anche dei sussidi." Il richiamo alle armi aveva interessato anche piccoli imprenditori locali, senza la cui presenza l'impresa rischiava il fallimento. Il 22 luglio 1915 il sindaco rilasciava il seguente certificato: "il Signor Sgarzi Vincenzo, nato ad Argenta e residente a Baricella , soldato del 67° reggimento fanteria, è proprietario di un mulino a forza elettrica e di una fabbrica di ghiaccio artificiale in questo comune e, per il disbrigo di pendenze commerciali urgenti, è assolutamente necessaria per alcuni giorni la sua presenza …". Sgarzi morirà la notte tra il 2 ed 3 novembre 1916, sotto la quota 144 del Carso, appena oltre Monfalcone.

Eppure, in qualche modo, la vita in paese continua: al 1° gennaio 1916 sono residenti 5727 persone, nell'anno si celebrano 26 matrimoni, nascono 98 bambini, di cui 87 da coppie legalmente sposate e 11 da unioni di fatto; 3 neonati muoiono subito dopo il parto. I morti sono 66. Emigrano in altri paesi d'Italia 143 baricellesi, mentre chiedono la residenza 134 persone. Al 31 dicembre risultano residenti in paese 5747 cittadini, a cui si aggiungono i 9 carabinieri della locale caserma per un totale di 5756. Il paese diviene la retrovia della 3° armata: arrivano i soldati del 35° fanteria, requisiscono case, fanno manovre nei campi semi abbandonati; pretendono cibo abbondante pagandolo coi pochi soldi della diaria giornaliera: la mensa infatti non arrivava dalla caserma di Bologna, troppo lontana. Nascono incomprensioni, messe a tacere dai Reali Carabinieri e dall’intervento del Prefetto. Sorge un campo di lavoro per prigionieri di guerra a Villa Lama e nel 1917 i circa 1200 ex soldati austroungarici del campo erano tra i pochi ad avere denaro in tasca, naturalmente ben accetto da tutti i bottegai del paese. Prosperò solo l'economia di guerra: osterie e mercato nero.

Tra Baricella, Boschi, San Gabriele e Passo Segni c'erano 23 osterie, 14 rivendite di liquori, 13 botteghe di pizzicagnoli e 6 macellerie: 3 a Baricella condotte da Castaldini & Canè, Torreggiani Nazzareno e Barbieri Martino, 1 a Passo Segni proprietario Falchieri Romano, 1 a Boschi di Poggi Gaetano ed 1 a San Gabriele del sig. Amadori Rodolfo. Il conflitto lascerà pesanti strascichi: oltre agli 81 morti ufficialmente riconosciuti (in realtà sono alcuni di più) il paese conterà 63 invalidi permanenti, e 67 orfani.

Paolo Antolini

Il Comune viene così viene descritto nel volume Provincia di Bologna, collana Geografia dell'Italia, Torino, Unione tipografico editrice, 1900: (5739 ab.). – Si stende il territorio di questo Comune nella parte nord-est del mandamento, in una plaga bassa o acquitrinosa, tra la valle o palude di Malalbergo e quella di Dugliolo: regione tutta non troppo salubre, con una superficie censita di 5614 ettari. Il Comune ha carattere essenzialmente rurale ed è assai frazionato in ville, gruppi di cascinali sparsi per la vasta pianura. – Baricella, capoluogo del Comune (11 m. sul mare), è un discreto borgo di circa 3000 abitanti. Ha vie larghe, selciate, fiancheggiate da portici e da discreti edifizi in parte moderni o rimodernati. Notevole la chiesa parrocchiale, vasta e di buon disegno. Fu più volte ristaurata ed abbellita. Il territorio di Baricella è umido, grasso e fertilissimo. Dà cereali, riso, canapa in grande quantità; abbondante è pure la produzione dell’uva, più adatta da tavola che per vinificare. L’allevamento del bestiame da cortile, la produzione dei latticini, dei salumi e la filatura e tessitura casalinga della canapa, alla quale si applicano esclusivamente le donne, sono le maggiori industrie di questo Comune, che ha la base della sua ricchezza nella produzione agraria. Vi sono tuttavia 5 fabbriche di paste da minestra ed ha una notevole importanza la fabbricazione delle spazzole. Cenno Storico – Si riconoscono a Baricella origini antichissime, essendo questo luogo già menzionato come cospicuo in un diploma dell’anno 753, emanato da Astolfo re dei Longobardi. Nel periodo comunale Baricella è ricordato come luogo fedele e sottomesso a Bologna, di cui seguì sempre le vicende. (Trascrizione a cura di Lorena Barchetti.)

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Tomba di Enrico Zucchini a Baricella (La)
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Alfonso Rubbiani, La Tomba di Enrico Zucchini a Baricella, Tipografia Zamorani e Albertazzi, Bologna, 1906. © Museo Risorgimento Bologna | Certosa.

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